
Uno sguardo unico e prezioso nella memoria storica del nostro territorio, dal 23 marzo al 3 luglio il Palazzo Blu di Pisa ospita una mostra che riporta alla luce oltre trent’anni di storia intensa del cinema italiano.
18marzo 2016 di Miranda Parrini
A Tirrenia negli studios cinematografici di Pisorno passarono i più famosi attori tra i quali Doris Duranti, la giovane Alida Valli, Amedeo Nazzari, Virna Lisi, Gino Cervi, i fratelli De Filippo e Macario. Oltre ai più grossi nomi della regia da Mario Monicelli a Vittorio De Sica, Marcello Mastroianni, Ugo Tognazzi e persino Fred Astaire.
La mostra dal titolo “Tirrenia Città del Cinema-Pisorno-Cosmopolitan” è stata presentata a Roma nelle scorse ore in una conferenza stampa alla Casa del Cinema, alla presenza del direttore del Museo Nazionale del Cinema di Torino Alberto Barbera, del presidente della Fondazione Palazzo Blu Cosimo Bracci Torsi e della curatrice della mostra Giulia Carluccio. La mostra ripercorre una delle pagine più significative del cinema e della società civile, che in quel tempo si trovavano a vivere un periodo storico segnato dal regime fascista. Nel 1934 per volontà di Giovacchino Forzano, a Tirrenia furono costruiti i modernissimi “Stabilimenti cinematografici Pisorno”, il nome univa idealmente le città di Pisa e Livorno. Questi furono i primi studios attrezzati per la produzione di film sonori.
In quel periodo, negli anni che precedettero lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, i set, le spiagge di Tirrenia, gli alberghi si popolarono di attori, maestranze e divi dello schermo. Poi venne la guerra e le sue tragiche conseguenze, gli studi Pisorno furono sequestrati per uso militare prima dai tedeschi, poi dagli americani. «Tirrenia, creata a inizio anni ’30, era una delle “città nuove”, come Pontinia o Littoria, del regime fascista. Era nata con una decisione politica e un piano urbanistico preciso-dice il Presidente della Fondazione Palazzo Blu Cosimo, Bracci Torsi – doveva dedicarsi al cinema e al colonie marine». Nonostante «alcune grandi produzioni-aggiunge – l’ambiente restava casalingo, era una Hollywood sulla spiaggia”.
Negli anni cinquanta la struttura degli studios cinematografici fu rilevata dal produttore Carlo Ponti e ribattezzata Cosmopolitan, l’attice Sophia Loren fu la protagonista di quell’era, sulle note dei film musicali di Claudio Villa e Luciano Tajoli, ci fu un breve momento di gloria prima della successiva crisi e della chiusura.
L’assoluto naturale di Mauro Bolognini (1969) viene considerato l’ultimo film girato in studi ancora in piena attività. Se ne ricordarono anni dopo i fratelli Taviani che proprio lì ricostruirono la Hollywood del loro film Good Morning Babilonia (1987).
«Ricostruiamo l’avventura di Tirrenia – spiega Giulia Carluccio, curatrice della mostra e Professore di Storia del Cinema all’Università di Torino – è una storia di risultati e di occasioni mancate. Ad esempio, il primo film su 007, Licenza di uccidere avrebbe potuto essere girato là. Venne a visitare gli studi il produttore Harry Saltzman, ma si rese conto di alcune mancanze, e per James Bond fece altre scelte».
La mostra aprirà il 23 marzo a Pisa nello storico Palazzo Blu, con visite guidate e laboratori didattici, ci saranno oltre 600 pezzi, fra sequenze di film, foto di scena e pubblicitarie (molte inedite), bozzetti tra cui 15 di Renato Guttuso, scenografie, cineromanzi, rotocalchi.
«Questa è la prima mostra dedicata agli studi di Tirrenia, uno dei tentativi importanti di decentralizzare il cinema italiano, che ha una storia di tensioni fra un centro, Cinecittà (studi nati nel 1937, tre anni dopo quelli di Tirrenia, aperti nel 1934) e tentazioni di moltiplicare i centri produttivi – ha spiegato Alberto Barbera, direttore del Museo del Cinema di Torino e della Mostra del Cinema di Venezia. Questa mostra è una ricostruzione di un tassello del cinema italiano poco approfondito».