A settembre i migranti potrebbero salire a 6500, riunione in Regione e appello ai sindaci. Impiegare i profughi in attività socialmente utili

migrantiSe accoglienza diffusa dei profughi sia, tale deve essere anche nei fatti: tutti i Comuni e territori devono dunque fare la loro parte.

Di Walter Fortini, 5agosto 2015

migrantiLo chiedono i sindaci che già hanno raccolto l’appello e da mesi ospitano migranti, lo chiede la Regione: anche per non vanificare le virtù del modello che nel 2011 con la prima ondata dal nord Africa ha ben funzionato, evitando la creazione di grandi tendopoli o centri di smistamento con centinaia di ospiti, e che ben può funzionare anche oggi. Un modello sostenibile e che faciliti l’integrazione, con un ruolo attivo giocato dai sindaci e la gestione dei profughi in capo ad associazioni.

Di più: con i migranti che grazie anche agli accordi presi dalla Regione con l’Inail e un protocollo messo a disposizione di tutti gli attori, che le associazioni stanno firmando in questi giorni, d’ora in poi potranno ancora più facilmente essere impiegati su base volontaria (gratuitamente) in piccole manutenzioni e lavori socialmente utili per la comunità, muniti di adeguata copertura assicurativa a costo zero per enti e committenti.

Si è parlato dimmigrazionei profughi stamani a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze, sede della presidenza della Regione. Il presidente della Toscana Enrico, con a fianco l’assessore Vittorio Bugli che da un mese ha in capo l’intero fascicolo ‘profughi’, ha chiamato a raccolta i sindaci e amministratori di tutta la regione. Un’ottantina almeno i presenti, una ventina hanno preso la parola: per raccontare quello che stanno facendo, per spiegare le difficoltà ma anche il dovere o l’opportunità di non chiudere la porta e tapparsi gli occhi.

I numeri parlano chiaro. Sono già quasi cinquemilacento i migranti arrivati in Toscana nel giro di un anno: settecento solo a luglio. A settembre, si stima, potrebbero salire a seimilacinquecento. Fra il 2011 e 2013 furono molti di meno: cinquecento dalla Tunisia, altri mille e trecento provenienti dall’intero continente africano e in fuga dalla Libia. Furono ospitati in oltre cento centri. Qualcuno rimase pochi giorni, altri si trattennero più a lungo: mai sono stati più di mille e seicento allo stesso tempo. Ma anche se i numeri sono diversi, per la Regione il modello di accoglienza diffusa può ancora funzionare e rimane il più virtuoso.

Rossi: “Possibili soluzioni diverse”. Con accordo Inail lavoro volontario più facile:

toscana giuntaCinquemila migranti già accolti in Toscana dall’anno scorso: settecento arrivati solo a luglio, altrettanti attesi per agosto e settembre. “Con questi numeri dobbiamo oramai fare i conti – ammette il presidente della Toscana Enrico Rossi, che stamani ha convocato a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze i sindaci della regione -. Questi sono i numeri, almeno fino a quando Africa e Medio Oriente vivranno una simile situazione di instabilità e qualcuno non deciderà magari di mettere in piedi una sorta di piano Marshall”. ”

Ma se governiamo il fenomeno – dice Rossi – , sono numeri che non devono far paura e nei sindaci che oggi erano a Firenze mi sembra che prevalga la sfida di governare questo processo”.

L’assessore Bugli, che in questi giorni sta facendo il tour delle province e prefetture, prova a spiegare e declinare i numeri. “Seimilacinquecento migranti in tutta la Toscana vuol dire un profugo ogni seicento abitanti”. Una soglia sostenibile: “Se tutti i territori faranno appunto la loro parte”. In Regione stanno facendo verifiche. “Ma ad oggi sono ancora un centinaio i Comuni che sembra non abbiamo ancora risposto all’appello: oltre un terzo. Altri Comuni di profughi ne stanno ospitando invece meno di quanti potrebbero”. Numeri che spingono la Regione a rinnovare l’appello a fornire ciascuno il proprio contributo. Con un sottolineatura: “Ci adopereremo – dice Rossi – nel trovare una soluzione anche in quei Comuni che diranno no”.

Intanto più di un’amministrazione ha spalancato le porte oltre ogni previsioni iniziale: novecento sono i migranti accolti a Firenze di fronte alle richieste della Prefettura, oltre trecento a Prato, cinquecento in provincia di Pistoia (e nella frazione delle Piastre i profughi sono addirittura quarantatré su sessanta abitanti), un centinaio da settembre saranno in Valdera, altrettanti a Monticiano. A ricordarlo e dare i dettagli sono gli stessi sindaci durante l’incontro di oggi a Firenze.

Si può affrontare il problema in tre modi: protestando, rendendosi parte attiva o facendo melina.

migranti,“Perché il modello di accoglienza diffusa non frani e il problema non diventi più grande di quello che è, occorre che tutti i sindaci provino a rendersi parte attiva – dice l’assessore Bugli – . Ed occorre parlarsi e stare tutti in contatto”. “Sono convinto- aggiunge – che se ognuno fa la propria parte ce la possiamo fare a portare avanti il nostro modello di “accoglienza diffusa” e gestirla al meglio, sia per chi è accolto che per chi accoglie”.

Dai casolari ai moduli abitativi. Si cercano alloggi:

migrantiedifici non utilizzati, case vuote, casolari di campagna, pubblici o privati. I fondi nazionali mettono a disposizione 35 euro al giorno per ogni profugo, tra vitto e alloggio. L’alternativa possono essere capannoni dismessi da riadattare ad abitazioni o moduli abitativo simili a quelli usati in caso di alluvioni o terremoti. Non c’è una soluzione migliore. “Varia da territorio a territorio – annuisce assieme ai sindaci il presidente Rossi -: l’importante è che la concentrazione di migranti per struttura non superi le poche decine. Altrimenti non è più accoglienza diffusa e diventa altro”.

Più facile impiegare i profughi in attività socialmente utili:

lavoro utilitàL’altro punto è l’impiego dei migranti. “In cambio dell’accoglienza – dice ancora Rossi – ci deve essere la disponibilità a prestare attività di carattere volontario a vantaggio della comunità”. Qualcuno l’ha già fatto. A Torrita di Siena i profughi accompagnano, sotto l’egida della locale Misericordia, i bambini a scuola e aiutano gli anziani a salire sui pulmini dei servizi sociali. A Monteriggioni lavorano per un associazione creata dal parroco garantendo l’apertura di spazi pubblici. A Prato spazzano e puliscono i giardini. A Firenze hanno offerto il loro aiuto nel dopo-nubifragio dei giorni scorsi. “Ma con le due delibere approvate di recente dalla giunta regionale – conclude Bugli – è ancora più semplice. Abbiamo infatti sciolto gli ultimi problemi burocratici e normativi, a partire dall’assicurazione obbligatoria, che potevano creare un ostacolo”.

Recommended For You

About the Author: Pisorno