
Livorno, 08 maggio da Sinistra Italiana
Sinistra Italiana non è stupita se, in perfetta linea con le scelte del livello nazionale del PD, anche i Sindaci locali appartenenti a quel partito hanno scelto di privatizzare l’acqua a Livorno e nell’ambito di competenza territoriale.
Come a livello nazionale il PD ha snaturato la legge di iniziativa popolare, dopo la raccolta di 400.000 firme, approdata in Parlamento, eliminando ogni riferimento alla ripubblicizzazione del servizio idrico integrato e alla sua gestione partecipativa, tradendo l’esito referendario del 2011 a livello locale ora senza battere ciglio si va della maggioranza di ASA.
Del resto la strada verso la totale privatizzazione dell’acqua è venuta dalla legge Madia (legge n. 124/2015) che prevede l’obbligo di gestione dei servizi pubblici locali a rete attraverso società per azioni e l’obbligo, laddove la società per azioni sia a totale capitale pubblico, di rendere conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato, una chiara destrutturazione delle realtà di gestione idrica totalmente pubblica come per esempio l’Acquedotto Pugliese.
Nell’assemblea dei Sindaci dei comuni soci al 60% unici a esprimesi contro sono stati il Sindaco di Livorno, Suvereto e Volterra.
In questo quadro a dir poco tragico sul piano istituzionale i Comuni dovrebbero trovare i soldi per partecipare all’aumento di capitale e i mutui per attuare il piano industriale senza il privato, cosa non semplice, mentre sul piano societario invece i Comuni dovrebbero tenere duro sulla governance, ma con la disinvoltura con la quale i comuni a guida PD hanno deciso di vendere ad Iren, con la stessa facilità lasceranno sicuramente la governance al privato. Se da una parte siamo come Sinistra Italiana politicamente vicina a Parodi Sindaco di Suvereto che è stato il primo a lanciare il grido di allarme di questa manovra dall’altra apprezziamo la scelta di Nogarin e Buselli. Invitiamo gli stessi a fare tutte le azioni possibili nell’assemblea dei soci di ASA del 10 maggio per tenere duro sulla linea di non cessione della sovranità pubblica della società di gestione idrica.