Crisi gts, azienda degli appalti Azimut Benetti a Viareggio che si occupava dei lavoro di pulizia delle imbarcazioni per Azimut Benetti di Viareggio
14luglio 2016 da Filcams e Fiom Cgil della provincia di Lucca
Continuano ad essere senza retribuzione gli ex lavoratori e lavoratrici della GTS, tutta la vicenda è stata illustrata nel corso di una conferenza stampa, presso la Camera del Lavoro di Viareggio
Si tratta di 11 dipendenti in continuità lavorativa presso i cantieri di Viareggio ma che, sono ancora in attesa di percepire gli arretrati dalla loro Azienda dal mese di settembre 2015.
Secondo quanto previsto dalla vigente normativa la committenza Azimut Benetti avrebbe dovuto pagare in quanto responsabile al posto della ditta GTS. Ad oggi questo non è ancora avvenuto ed i lavoratori sono allo stremo della loro condizione.
Un atteggiamento inaccettabile da parte di Azimut Benetti, considerando che stiamo parlando di un’Azienda leader mondiale del settore della cantieristica, con indicatori di fatturato da centinaia di milioni di euro l’anno, che per poche migliaia di euro, nei fatti costringe i lavoratori ad una vertenza legale il cui esito non potrà che vedere il pieno riconoscimento di quanto dovuto.
Il punto che principalmente preoccupa, è che si preferisce pagare avvocati ed andare a processo, piuttosto che riconoscere quanto spettante ai lavoratori: segno di un rinnovamento gestionale?
Le avvisaglie del resto si erano iniziate ad avvertire già da alcuni mesi, quando anche altre aziende storiche degli appalti Azimut hanno cessato le loro attività.
Un segnale, questo, che la politica del massimo ribasso sugli appalti ha generato e consolidato un fenomeno molto preoccupante, che porta le aziende a chiudere dopo pochi anni dalla nascita, strozzate da contenziosi e da attività prese sottocosto per poter continuare a lavorare.
E i lavoratori pagano a caro prezzo questo vizioso meccanismo, in termini di occupazione, retribuzione, contribuzione e sicurezza:
“In passato non era mai accaduto che si dovesse arrivare a tanto -affermano dalla Fiom- ma, se qualcuno pensa che rinunceremo a tutelare l’interesse dei lavoratori sappia che si sbaglia e che la Cgil sarà con loro fino a che il diritto alla retribuzione sarà ristabilito con tutti i mezzi e le iniziative che si renderanno necessarie”.
“Non è un problema presente soltanto in Azimut ma, questa situazione riguarda anche tante altre ditte di subfornitura di servizi per le maggiori aziende nautiche viareggine – ha sottolineato Nicola Riva – e per questo vogliamo lanciare un appello alla ri-sindacalizzazione dei lavoratori e delle lavoratrici degli appalti affinché possano vedere riconosciuti i loro diritti alla retribuzione, alla sicurezza e alla salute”.
“Al termine dell’appalto questi lavoratori sono stati licenziati e aspettano ancora gli stipendi e tutte le altre competenze – ha detto Daniela Ricchetti – perché è abituale scaricare tutte le difficoltà sui dipendenti, come sembra normale sorvolare sul rispetto delle minime norme di sicurezza, grazie alla politica del massimo ribasso. Eppure da questi cantieri escono barche che valgono milioni di euro. Anche per questo come Cgil nazionale abbiamo raccolto oltre 3 milioni di firme su tre referendum, fra cui quello che intende stabilire una responsabilità in solido chiara, inderogabile e piena delle aziende committenti”.
“Azimut si deve far carico di questi lavoratori, come già stabilisce la legge del 2003, anche perché questi soldi il cantiere li deve alla ditta Gts – ha concluso Massimo Pardini – ma preferisce trascinare la vicenda in tribunale, così poi dovrà pagare anche le spese processuali. Intanto però i lavoratori non riscuotono”.