Per quanto riguarda il settore del privato, si tratta di lavoratrici e lavoratori di: Piaggio, Cantieri Navali Pisa, Bekaert FV, Lucchini, ItalianaServizi, Sacci, Sannini, ex Eaton, Apuafarma, ex Se Service indotto Pignone, ex Marchetti Macchine, ex Tirrena Macchine Ex Red com, Kme Italia spa, Edilbrizzi, Ginori, Ex Seves, GE Nuovo Pignone, Scarlino Energia, Unicoop Tirreno
29 maggio 2015 da #ToscanaCiSiamo – Per Enrico Rossi Presidente
Per quanto riguarda il pubblico impiego, si tratta di lavoratrici e lavoratori del settore della sanità, della Città Metropolitana di Firenze, delle Amministrazioni centrali.
Uscire dalla crisi. Un nuovo patto tra capitale e lavoro
La crisi ha colpito il lavoro e i lavoratori. I lavoratori, portano sulle spalle il peso della recessione. Questa crisi non ha risparmiato la Toscana, ma è stata fronteggiata meglio che altrove. Correvamo il rischio di perdere in ogni famiglia il lavoro in decine e decine di migliaia di persone. Questo non è accaduto. Anche come lavoratori nei propri nuclei familiari, con i contratti di solidarietà e la Cassa Integrazione o accettando nuovi contratti part-time stiamo contribuendo. Un salario più basso è il prezzo che ogni nucleo familiare paga durante le crisi. Questo colpisce le famiglie, i consumi, l’edilizia, il mercato delle auto. Significa anche più sfruttamento e minore retribuzione oraria.
In questi momenti si deve da un lato aumentare la solidarietà e dall’altro fare il possibile perché le imprese e le Aziende Pubbliche in cui si lavora – soprattutto quelle – superino le incertezze più grandi. In quanto lavoratori che hanno vissuto e vivono tuttora il disagio della riorganizzazione, delle vertenze e rischi per la tenuta del sistema dei servizi che hanno ragioni macro economiche e spesso esogene, siamo certi di poter dire che dal 2010 Enrico Rossi si è unito a noi sul fronte delle crisi aziendali.
Tanti investimenti con soldi europei e regionali hanno tamponato la perdita di posti di lavoro. La Regione ha seguito e segue le vertenze più difficili. In più di un’occasione davanti alle fabbriche, dove si vedono pochi politici, Rossi ha spiegato la necessità di un patto tra capitale e lavoro, per salvare il territorio da un capitalismo cinico che preferisce la finanza alla manifattura e al sano finanziamento dei servizi. Una via di uscita la stiamo trovando anche al prezzo di sacrifici. E’ importante continuare questo lavoro. Rossi ha scelto anche una politica semplice, che riduce i privilegi, per stare in sintonia con chi soffre e si è impoverito.
Ci aspettiamo che la politica torni a mettere il lavoro al centro di tutto. Il 31 maggio daremo il nostro contributo.