Arsenico in aumento nell’acqua dell’Amiata Tutto tace, o forse no?

Se non sono capaci di garantire a tutti acqua e salute, si dimettano, anziché finanziare con i soldi della geotermia i privati per installare depuratori casalinghi

8luglio 2017 da SOS Geotermia, aderente alla Rete Nazionale NOGESI

E’ record storico negativo per l’arsenico nelle sorgenti amiatine! Il 4 aprile scorso Arpat rileva lo sforamento dei limiti di legge delle sorgenti Galleria Alta e Galleria Bassa di S. Fiora e della sorgente Ente di Arcidosso, 11 μg/L le prime due e 14 μg/L la terza, a cui non ci risulta siano seguiti provvedimenti né, tantomeno, informazione alla popolazione. Come denunciamo da anni, in corrispondenza della realizzazione delle centrali di Bagnore e di Piancastagnaio, c’è stato un progressivo aumento della concentrazione di arsenico nell’acqua del monte Amiata e una costante diminuzione della falda potabile; il prof. Borgia valutava, già anni fa, la perdita di una quantità d’acqua come il lago di Bolsena che basterebbe a dissetare la popolazione mondiale per un mese e il calo continuo della falda di un metro al mese in media.

Il caso della sorgente Galleria Alta, che è la più importante del monte Amiata, è la prova delle nostre denunce: dai dati pubblicati dalla locale USL e Acquedotto del Fiora, infatti, si rileva che da una concentrazione di 4 μg/L (microgrammi/litro) del 1999 si arriva al 4 aprile scorso con il raggiungimento di 11 μg/L (vedi tabella), valore ormai fuorilegge oltre il limite di 10 μg/L. Altra storia, non meno preoccupante, quella della sorgente Ente di Arcidosso che negli ultimi anni ha spesso superato il limite di legge dei 10 μg/L, ma mai aveva raggiunto la concentrazione di 14 μg/L, indicando quindi un trend generalizzato di aumento della concentrazione di arsenico.

Ci si sarebbe aspettato che una qualche autorità, a cominciare dai sindaci che sono responsabili per legge della salute dei cittadini, alla Regione e Arpat/Ars, all’Acquedotto del Fiora, avessero avvisato la popolazione e rassicurato che il superamento del limite di legge fosse sotto controllo e che ai rubinetti delle famiglie comunque fosse garantita, se non la decantata acqua “pura” dell’Amiata, almeno acqua nei limiti di legge, tenuto anche conto che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) raccomanda valori anche inferiori agli attuali limiti di legge, come anche i medici dell’ISDE, e sconsigliano l’uso potabile per bambini, donne in gravidanza e persone “fragili” con patologie quando le concentrazioni superino i 5μg/L. 

Invece, passati oltre tre mesi, non ci risulta -e ci farebbe piacere essere smentiti- nessuna comunicazione in merito, se non l’allarme lanciato il 20 giugno dai cittadini attraverso il sito www.rifondazionesantafiora.it. Tutto tace? No, perché  pochi giorni fa è avvenuta l’approvazione della Delibera di Giunta n.77 del comune di Arcidosso, con la quale si concedono ai singoli cittadini fino a 250 euro per l’acquisto di impianti domestici di depurazione, in coincidenza sospetta di un incontro a Castel del Piano, dove è stato presentato da una ditta privata un sistema di uso domestico per filtrare l’acqua alla presenza di molti amministratori locali, compreso il presidente dell’Acquedotto del Fiora ed ex sindaco di Arcidosso, Emilio Landi.

Peraltro il finanziamento dei depuratori privati verrà fatto con i soldi del Cosvig (Consorzio per lo Sviluppo delle Aree Geotermiche), quindi con i finanziamenti i che dall’Enel transitano attraverso gli Enti locali. Questa Delibera indirettamente conferma la relazione tra geotermia ed inquinamento crescente delle falde idriche e che l’amministrazione di Arcidosso considera l’acqua non un diritto, ma una merce. E’ evidente che ormai anche le amministrazioni e il gestore hanno preso atto del denunciato depauperamento del bacino potabile dell’Amiata e di fronte all’incapacità dei soggetti preposti alla tutela dell’acqua e della salute, ci si aspetta immediati provvedimenti per impedire a monte la distruzione e l’avvelenamento delle sorgenti, oppure scuse pubbliche e dimissioni.

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