Tra milioni di euro scomparsi e famiglie truffate
Livorno 17marzo 2016 admin
Che beffardo destino: un quartiere che porta il nome di pittori livornesi personaggi che hanno dato un prezioso contributo e lustro alla città si trova ancora in bilico tra un’anelata vivibilità e una profonda incompiutezza
Il Borgo di Magrignano torna a riempire la cronaca, con la notizia che la Guardia di Finanza di Livorno ha messo agli arresti domiciliari tre persone: Paolo Paoli, Riccardo Luschi e Carlo Alessandrini coinvolti nella costruzione del suddetto quartiere e nella realizzazione di un complesso di villette a Montenero. Lasciando ai militari e alla magistratura il compito di svolgere il proprio dovere e quindi di portare luce sulla questione, ripercorriamo molto brevemente la travagliata storia che ha vissuto il quartiere e le persone che lo abitano.
Il borgo inizia a prendere vita nell’autunno del 1999 quando viene individuata l’area edificabile. Nel dicembre 2002 arriva l’approvazione del progetto da parte del Comune e nel 2006 iniziano i lavori di costruzione dei primi due lotti. Con enormi ritardi l’edificazione prosegue, ma non senza problemi, tanto che nel 2009 alcuni inquilini danno vita all’associazione “Insieme per Magrignano” per far sentire la propria voce e in via prioritaria permettere gli allacci alle utenze di luce, acqua e metano.
Questi sono effettuati a macchia di leopardo, infatti nel 2011 ancora molte famiglie, sono costrette ad utilizzare, a costi nettamente superiori, l’acqua e la luce di cantiere; nella complicata situazione che si è venuta a creare i rogiti e l’abitabilità sono un miraggio. Oggi, anche se non mancano intoppi, quasi tutti i residenti hanno l’abitabilità e sono in regola con gli allacci.
Ma a distanza di anni da quando si è iniziato a costruire, l’area non è stata ancora completata sia per quanto riguarda le opere di urbanizzazione, sia per quanto concerne la costruzione dei fabbricati previsti. Nel quartiere ci sono diversi edifici in costruzione e non completati che rendono un impatto ambientale e visivo di dubbia estetica. Ieri è stata smantellata la gru che si trovava davanti alla struttura a metà di via Filippelli, sicuramente ne guadagna la sicurezza dell’area, ma questo edificio incompiuto non solo deturpa il paesaggio urbano già non arredato, ma fa sorgere una serie di domande: Quando sarà portato a termine? E da chi?
Se si percorrono le vie del quartiere si nota che è del tutto assente il verde pubblico attrezzato, non esiste una sola aiuola o una panchina. Eppure sulla carta doveva essere un bel borgo: edifici non molto alti, tutti diversi tra loro, ma ben armonizzati per colore e struttura architettonica, con strade dedicate ai pittori livornesi. Ma ad oggi i residenti si ritrovano a convivere ancora con un grande cantiere, strade appena abbozzate, niente marciapiedi, in alcune zone non è presente la pubblica illuminazione, con assenza di attività commerciali. E sono gli abitanti stessi che si preoccupano di tenere in ordine e pulite le aree non edificate per evitare che si trasformino in una foresta sia provvedendo economicamente in modo privato a contattare ditte adatte per rastrellare e pulire le zone anche per evitare la presenza di animali, sia lavorando in modo volontario per eliminare arbusti ed erbacce davanti ai propri palazzi.
Ma, le erbacce crescono più velocemente della volontà degli amministratori e dei privati nel cercare di sistemare la situazione