Cgil-Cisl-Uil: “dallo sviluppo ai nuovi posti di lavoro. Fare sistema”

cgil lavoratoriLivorno vive una crisi occupazionale profonda che sta creando indiscutibili difficoltà nella nostra area in ordine alla tenuta sociale, senza dubbio figlia della crisi internazionale che si è manifestata nel 2008, ma anche frutto della mancanza di una politica industriale nazionale, della perdita di competitività del territorio e delle decisioni da parte di alcune multinazionali di chiudere e delocalizzare le produzioni

Una situazione che ci ha portato a uno sciopero generale per rivendicare un impegno da parte della Regione Toscana e del Governo per un rilancio dell’economia e dell’occupazione.

Con il contributo delle istituzioni locali e della regione abbiamo ottenuto il riconoscimento di area di crisi complessa e un accordo di programma per Livorno-Collesalvetti-Rosignano, strumenti che, se saranno utilizzati al massimo, potrebbero rappresentare uno strumento importante per ridare competitività al territorio, consolidare il tessuto industriale ed economico esistente e creare le condizioni per attrarre nuove attività.

Occorre ritrovare una forte unità tra le istituzioni regionali e locali, una forte unità tra tutte le forze politiche per programmare, sviluppare e costruire insieme e, soprattutto, una forte unità all’interno della città su programmi e percorsi condivisi in modo da dare quelle risposte che il sistema produttivo territoriale richiede e che, se lasciate alla gestione dei soli interessi economici, non trovano il giusto sostegno della popolazione, e a volte anche tra gli stessi lavoratori. Per questo motivo mettiamo a disposizione delle istituzioni e di tutte le forze politiche del territorio alcune riflessioni e obiettivi di breve e lungo periodo che crediamo contribuiscano al rilancio dell’occupazione.

Ammortizzatori sociali e sostegno al reddito

Riteniamo positivi e necessari gli strumenti individuati dagli accordi di programma per attrarre investimenti, ma va considerato che i tempi per la loro realizzazione non saranno brevi. Pertanto la principale emergenza che deve affrontare la città è quella del sostegno al reddito, un intervento sostenuto anche dalle istituzioni regionali e locali. Una problematica nazionale che coinvolge in particolar modo i territori riconosciuti come area di crisi complessa e interessati da accordi di programma, il confronto nazionale avvenuto tra il ministero del lavoro e Cgil-Cisl-Uil ha aperto la strada a un confronto di merito sulle aree di crisi complessa, dal quale ci aspettiamo impegni concreti per un sostegno al reddito che accompagni i disoccupati al lavoro utilizzando ammortizzatori sociali, lavori di pubblica utilità e formazione. Non vogliamo assistenzialismo, ma uno strumento formativo e di inserimento nel mondo del lavoro, che oltre ai disoccupati, rivolga una attenzione particolare alle categorie protette e a uomini e donne over 50 penalizzati dalla riforma Fornero, che incontrano maggiori difficoltà ad essere ricollocati. Guarderemo con attenzione quanto avverrà nell’incontro ma, in mancanza di risposte, cgil- cisl e uil provinciali chiameranno tutto il territorio ad aderire alle iniziative sindacali che si riterranno necessarie al raggiungimento di questi obiettivi.

Sviluppo industriale

Su tema dello sviluppo industriale partiamo da quel che c’è: La nautica a Livorno ormai è una realtà di rilievo nazionale e internazionale, ma dal suo insediamento a oggi si sono sviluppate poche le imprese del territorio che hanno dimostrato la capacità di diversificarsi e crescere insieme al settore e permane una scarsa presenza di imprenditori del territorio nel segmento di allestimento e arredamento dei megayacht. Diviene indispensabile prevedere percorsi formativi per giovani imprenditori, per tecnici e operai per cercare di avviarli a questa attività. Bacini: è necessario ripristinare il prima possibile il bacino galleggiante e chiudere la gara per la concessione dei bacini, in linea con quanto previsto dal piano regolatore portuale. Sui bacini si è sviluppato un dibattito da stadio, pro e contro chi ha manifestato interesse, noi non facciamo il tifo per nessuno, noi sosterremo con forza il piano industriale che garantirà un futuro strutturale nelle riparazioni, in sinergia con l’attività di diportistica in essere nelle aree e a chi garantirà il maggior numero di buona occupazione. Il territorio deve far tesoro del know how presente nelle molte imprese presenti nell’area della costa e in toscana per sviluppare un distretto della costa sulla nautica, per non lasciare ogni singola impresa a se stessa e fare della nautica toscana un punto di riferimento internazionali nella costruzione, arredamento e riparazione di megayacht, in grado di creare occupazione diretta e nell’indotto attraverso il turismo e il commercio. Consolidare le imprese della componentistica auto, facendo sistema con i poli scientifici di ricerca e con le università, creando sinergie con Pisa e Lucca, investendo su innovazione tecnologica e rilanciando, quindi, il distretto della componentistica.

Infrastrutture

Il tema dell’energia per la provincia di Livorno è determinante per il consolidamento di importanti realtà produttive come la Solvay e la magona. Nella nostra provincia, però, è necessario sostituire le centrali dismesse con nuove centrali tecnologicamente avanzate ed ecologicamente sostenibili, per aumentare l’offerta energetica a costi competitivi, rendendo maggiormente attrattive le aree individuate per nuovi insediamenti industriali vedi parco industriale Solvay. Governo e Regione si sono impegnati, nell’accordo di programma, ad aprire un tavolo nazionale per affrontare, con i ministeri competenti, i problemi relativi al costo e alla produzione. Occorre passare dagli impegni ai fatti in tempi rapidi, ogni allungamento dei tempi per la risoluzione di questi problemi mette in pericolo posti di lavoro esistenti e di allontana la creazione di nuova occupazione. La provincia di Livorno non se lo può permettere. Energia e quanto previsto a oggi in termini di investimenti e progetti di adeguamento infrastrutturale portuale, viario e ferroviario, devono trovare certezza di concretizzazione e implementazione, per aumentare la competitività del nostro territorio.

L’accordo di programma di Piombino è riuscito a realizzare il potenziamento del suo porto e a creare una nuova attrattività per soggetti logistici e industriali; devono ora essere completate, con urgenza, le arterie di scorrimento per la merce e le persone con il potenziamento della statale 398 collegata con l’area portuale e deve nascere il nuovo razionale scalo ferroviario (passeggeri e merci), in sostituzione della dismissione della stazione di piombino centro. Il progetto dell’autostrada tirrenica si è notevolmente ridimensionato e la Sat è impegnata, per il tratto da Cecina ad Ansedonia, dagli accordi con il governo, a mettere in sicurezza il tracciato della vecchia strada SS. Aurelia con la realizzazione di una superstrada. Le infrastrutture portuali della provincia di Livorno sono già in rete e il piano nazionale della portualità e della logistica ha confermato l’accorpamento dei porti di piombino (e dell’Elba) nell’autorità di sistema portuale di Livorno – una nuova governance che dovrà garantire una nuova snellezza burocratica, facilitando i processi di insediamento produttivo/logistico e dare nuovo impulso ai volumi di merce movimentata. L’adeguamento infrastrutturale viario, ferroviario e portuale, accompagnato dall’innovazione tecnologica delle imprese e da una programmata politica di riconversioni impiantistiche, può portare benefici, qualitativi e ambientali: in questo quadro divengono fondamentali le scelte di programmazione urbanistica degli enti locali e la periodica verifica dell’adeguatezza degli strumenti urbanistici, per le aree destinate a nuovi insediamenti produttivi. Solo così saremo nelle condizioni di sfruttare al massimo il bando di gara che farà Invitalia per la manifestazione di interesse per nuovi investimenti e nuove attività produttive. Richiamiamo Invitalia e Sviluppo Toscana affinché le scelte ricadano su tutti quegli imprenditori daranno massima affidabilità per creare lavoro e che avranno progetti seri e non speculativi. Un territorio, una città che vuole risollevarsi deve anche credere maggiormente sulle opportunità di sviluppo economico del turismo e del commercio, che possono derivare da un possibile sviluppo del traffico delle crociere e dal futuro porto turistico, valorizzando quanto presente a Livorno dal lungo mare al centro città, con una ristrutturazione delle fortezze, rilanciando il quartiere della venezia anche con l’apertura della nuova struttura museale, utilizzando i fossi medicei per la mobilità e delle cantine come punti di ritrovo e valorizzando il mercato centrale e il teatro Goldoni con eventi enogastronomici di prodotti locali e spettacoli. E’ necessaria anche una sinergia tra città e territorio, con la programmazione, per esempio, di percorsi turistici in sinergia con i comuni della provincia, che comprendano le eccellenze archeologiche e paesaggistiche delle nostre colline.

Livorno è pronta per questo?

No! Occorrono investimenti, occorre un maggior legame con la promozione turistica regionale, occorrono commercianti che ci credano e investano in attività di qualità, occorre formare i giovani per metterli in condizione di offrire servizi di qualità, soprattutto occorre la certezza che le cose si faranno, magari non tutte, ma importante è avere una visione strategica condivisa, verificare la disponibilità di fondi europei e regionali e presentare progetti di breve, medio e lungo periodo.

Pubblica amministrazione e servizi pubblici

Il ruolo della pubblica amministrazione è fondamentale per il rilancio economico e sociale del territorio, per la efficienza e qualità dei servizi offerti, la salvaguardia dell’ambiente e la capacità di mettere in campo politiche di welfare e sanitarie in grado di rispondere alle aspettative di un territorio falcidiato dalla crisi e dove la popolazione invecchia. Siamo consapevoli che non è semplice per le amministrazioni affrontare queste problematiche con i tagli fatti dai governi e dalle scelte della ue degli ultimi anni, ma riteniamo che alcune cose si possano fare a condizione che il territorio trovi unità intenti e se sia capace di interagire con la regione e con il governo.

Noi oggi affrontiamo alcuni di questi problemi: rifiuti, sanità, welfare.

  • Appalti: Il settore degli appalti pubblici e privati è stato ed è origine di forte conflittualità: frequenti licenziamenti da contrastare, riduzione di salari e di diritti. Da tempo stiamo proponendo alle istituzioni locali e ai privati accordi in materia appalti che, partendo da quanto previsto dalle leggi comunitarie e italiane, assumano come obiettivi prioritari da inserire nei bandi di gara
  • Le case della salute: Il modello di sanità per intensità di cura richiede una rete ospedaliera all’altezza e servizi territoriali capaci di integrarsi per rispondere alle esigenze dei cittadini. Per questo è urgente sollecitare la regione e la direzione Asl nord-ovest affinché realizzino le case della salute che a oggi, nonostante la normativa le prevedesse a partire dal 2012, risultano ancora una nebulosa. La creazione delle case della salute dovrebbe rafforzare quella rete territoriale che darebbe risposte sulla continuità assistenziale e la presa in carico di pazienti post acuti e cronici. A tre anni dall’approvazione della 1235, invece, siamo ancora al punto di partenza, nonostante le molteplici indicazioni della regione , gli investimenti assegnati e le scadenze ipotizzate sulla realizzazione. Pensiamo che sia giunto il momento di definire un impegno straordinario per dare al territorio della città di Livorno uno strumento utile ad affrontare le criticità socio sanitarie che attualmente si registrano, perché indispensabile per il pieno utilizzo dei servizi diagnostici e ambulatoriali, al fine di abbattere in modo strutturale le liste di attesa e farsi pienamente carico delle prime visite e l’accompagnamento nel miglior percorso assistenziale. Risulta inoltre indispensabile il coinvolgimento dei mmg per predisporre la necessaria presa in carico dei pazienti sul territorio, evitando intasamenti dei pronto soccorsi della provincia.
  • Sanità: L’ospedale di Livorno è da anni al centro del dibattito e del confronto-scontro politico. Riteniamo sia arrivato veramente il tempo di decidere che fare del vecchio ed obsoleto presidio ospedaliero di Livorno. Il sindaco e la sua maggioranza hanno presentato alla regione un progetto di ristrutturazione che è alla valutazione dei tecnici della sanità toscana, da parte nostra riteniamo la ristrutturazione del complesso di viale alfieri tecnicamente poco sostenibile, per la incompatibilità tra i cantieri e la necessità di garantire efficienza e qualità dei servizi. Ma sia chiaro a tutti, pretendiamo un ospedale moderno e monoblocco, su come e dove farlo non si perda più tempo, un po integrato e sinergico nella rete ospedaliera della Asl nord-ovest e nel circuito sanitario regionale, valorizzando le alte specialità di neurochirurgia, cardiologia vascolare e anatomia patologica, già presenti nel po di Livorno. Il rischio è che, per carenze strutturali, le attività siano trasferite in altri presidi, creando problemi per i cittadini e la perdita di investimenti che darebbero lavoro sul territorio. Vista anche la vertenza in atto tra la direzione asl nord ovest e le categorie Cgil, Cisl e Uil del pubblico impiego sui fabbisogni occupazionali, riteniamo necessario che venga portato a compimento un piano assunzioni capace di intervenire sulle tante emergenze che si verificano su tutta la rete ospedaliera della provincia.
  • Rifiuti: Confermiamo la nostra netta contrarietà alla decisione dell’Amministrazione e del Cda al concordato in continuità per Aamps, strada sbagliata e rischiosa per il futuro della società e dei lavoratori diretti e dell’indotto. Prendiamo atto delle rassicurazioni fatte al presidente della regione da parte del Sindaco e del Cda, ma prima di esprimere ogni valutazione, aspettiamo di conoscere il piano industriale e finanziario. Oggi ci limitiamo a dare un nostro contributo. Invitiamo il nuovo Cda alla stabilizzazione degli altri 6lavoratori, a lavorare professionalmente e non secondo un indirizzo politico, nel predisporre un piano industriale e finanziario in grado di rilanciare Aamps salvaguardando le imprese e i lavoratori dell’indotto. Adesso vedremo quale piano industriale il nuovo Cda sarà capace di costruire e le risorse che avrà Aamps a disposizione per gli investimenti infrastrutturali indispensabili con i paletti messi dall’amministrazione: no al conferimento in Retiambiente, chiusura dell’inceneritore, estensione del porta a porta. Soprattutto ci interessa sapere come il nuovo piano industriale garantirà la tenuta finanziaria di Aamps senza aumentare ulteriormente le tariffe ai cittadini. Noi riteniamo strategicamente ed economicamente sbagliato non confluire i Retiambiente, in quanto il conferimento consentirebbe di fare economie di scala e recuperare le risorse necessarie per Nuovi impianti di smaltimento, non siamo contro una chiusura dell’inceneritore, facendo molta attenzione a quanto previsto dalle nuove direttive europee in materia. Raccolta differenziata, porta a porta sono obbligatori e strategicamente importanti in prospettiva, ma senza una presenza sul territorio di imprese capaci di riutilizzare e riciclare i rifiuti, il conferimento avrà un costo non sostenibile per l’impresa e questo non può assolutamente ricadere su imprese e cittadini. Pertanto avere un ciclo dei rifiuti virtuoso, potrebbe essere l’occasione per intraprendere un nuovo marketing territoriale, capace di attrarre nuove attività industriali, cogliendo l’opportunità dei fondi strutturali europei e degli incentivi dell’accordo di programma per far nascere queste attività e creare nuova occupazione.
  1. offerta economicamente più vantaggiosa,
  2. applicazione del Ccnl prevalente,
  3. nei cambi appalto, la clausola sociale che garantisca continuità occupazionale,
  4. mantenimento dei diritti acquisiti nei casi di contratti a tutele crescenti,
  5. mantenimento del ccnl di riferimento,
  6. ricomposizione delle differenze attraverso la contrattazione di secondo livello.

Riteniamo sia giunto un momento nel quale istituzioni e associazioni datoriali ci dicano, una volta per tutte, se sono disponibili al raggiungimento di un accordo su gli appalti.

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