Diaframma, concerto al Caracol Giovedì 21 Novembre per la band di Fiumani

40 anni di carriera, 20 dischi in studio, non poteva mancare nella programmazione del nuovo Caracol un posto per i Diaframma

19 Novembre 2019, da Tico Magne

I Diaframma sono considerati fra i gruppi seminali del rock cantato in italiano. Tuttora in attività, dopo numerosi cambi di line-up e un temporaneo scioglimento conservano come unico componente originale Federico Fiumani, cantante, chitarrista e vero e proprio ideologo della band, da sempre perno e autore dei testi.
Il primo nucleo dei Diaframma si forma in una Firenze immersa nella new wave, nello stesso contesto musicale che darà vita ad altre compagini importanti, quali Litfiba, Punkow, Moda e Neon. Fiumani, fortemente influenzato dalla scena musicale che si sta sviluppando oltremanica, forma con i compagni di liceo Gianni Cicchi (batteria) e Salvatore Susini (basso) i C.F.S. (dalle iniziali dei tre ragazzi), che si dibattono fra cover di gruppi punk-wave e sporadiche produzioni proprie, animando feste scolastiche e
serate in piccoli locali fiorentini.
Nel 1980, dopo la sostituzione al basso di Susini con Leandro Cicchi – il fratello di Gianni – il nome viene mutato in Diaframma, ispirandosi a un componente della macchina fotografica. Lo stile inizia ad affrancarsi dal punk, sposando l’onda inglese del dark-rock più decadente, abbracciando
tematiche sonore e testuali prossime a Cure e Joy Division.

Nel 1981 conoscono Nicola Vannini, promosso subito a cantante, e nel 1982 incidono il primo singolo, “Pioggia”, accompagnato dalla b-side “Illusione ottica”, al quale farà seguito un anno più tardi il secondo singolo “Circuito
chiuso” e l’Ep Altrove, edito da Contempo Records. La linea musicale è chiara fin dai versi “La vita / si spegne / tra le gocce di pioggia”: i testi di Fiumani, densi di riferimenti simbolisti, spingono rapidamente il gruppo tra i più quotati della scena fiorentina.

Nel dicembre del 1983 avviene il primo colpo di scena: Nicola Vannini viene allontanato, e il ruolo di cantante passa a Miro Sassolini. Tutto questo appena prima di intraprendere le registrazioni di quello che diventerà non
soltanto il primo album dei Diaframma, non soltanto il loro manifesto, ma anche il disco fondamentale dell’intera scena darkwave italiana: Siberia.
Pubblicato nel 1984 dall’etichetta indipendente IRA (che intanto segue anche le future popstar Litfiba), Siberia è un album scarno, diretto ed essenziale, intriso di atmosfere cupe e malinconiche di chiara matrice post-punk, che riscuote un ottimo riscontro commerciale (all’epoca riuscì a
totalizzare circa 50.000 copie vendute) per la neonata etichetta. I brani portanti dell’album, nonchè futuri classici del rock indipendente italiano, sono “Amsterdam”, “Neogrigio” e la title-track.
Nel 1985 l’Ep Amsterdam contiene una nuova versione del pezzo, incisa in duetto con i Litfiba e cantata assieme da Piero Pelù e Miro Sassolini. Nell’Ep trovano spazio anche “Elena” e “Ultimo Boulevard”, dei soli Diaframma. Di lì a poco i fratelli Cicchi abbandoneranno la partita, sostituiti da Leandro Braccini (basso) e Alessandro Raimondi (batteria): con questa formazione verrà portato a termine il tour a supporto di “Siberia” e nell’aprile del 1986 sarà registrata “Io ho in mente te”, cover del celebre brano dell’Equipe 84.

Nell’ottobre dello stesso anno, mentre la new wave sta terminando la propria stagione d’oro, esce Tre Volte Lacrime, un avvicinamento a melodie più solari ed eclettiche rispetto a quelle tenebrose dell’album precedente.
La potente voce di Miro Sassolini caratterizza uno dei più fortunati brani scritti da Fiumani, “Marisa Allasio”, ripreso in seguito dal gruppo napoletano Argine. Resta però dal vivo la dimensione ideale dei Diaframma, molto apprezzati ormai anche fuori Firenze e dominatori indiscussi del
circuito underground italiano del periodo. Nel 1988 Boxe, completamente autoprodotto attraverso la Diaframma Records, non riuscirà a confermare il successo di pubblico sperato, cosa che porta come conseguenza nel dicembre dello stesso anno la decisione da parte di Fiumani e Sassolini di decretare lo scioglimento del gruppo.
L’anno successivo Fiumani ingaggia però due nuovi elementi, Massimo Bandinelli (basso) e Fabio Provazza (batteria), prendendosi in prima persona l’onere di cantare, licenziando nel 1989 l’Ep Gennaio, contenente la title track che diventerà un altro super classico della formazione toscana.

A quel punto la Ricordi decide di mettere sotto contratto la nuova incarnazione dei Diaframma, i quali pubblicano nel 1990 In perfetta solitudine, prodotto da Vince Tempera, colpevole di allontanare la band dal percorso rock per trascinarla verso una parabola più “commerciale”.
In perfetta solitudine contiene brani interessanti come “Beato me”, “Io amo lei” e “Verde”, ma la Ricordi vede nei Diaframma “redenti” un buon gruppo di rock d’autore, e – contando sui testi di Fiumani – tenterà più volte di condurlo sul palco del Festival di Sanremo. Federico rifiuterà sempre la proposta, e le divergenze con il management della label lo condurranno presto a porre fine al contratto.

Nel 1991 il gruppo pubblica la compilation semi-antologica Da Siberia al prossimo week-end, che include oltre all’Ep Gennaio, le nuove versioni di brani storici quali “Siberia” e “Tre volte lacrime”, più un paio di inediti. Il
1992 sancisce il ritorno dei Diaframma nel circuito indipendente con Anni luce, un lavoro scarno e ruvido, che prosegue lo stle intrapreso tre anni prima con “Gennaio”. Per tutti gli anni 90 la band si muoverà su una strada
decisamente lontana dal dark-punk degli esordi, muovendosi nel circuito underground con altalenante successo. Il ritorno dei desideri nel 1994 sigla il ritorno nella scuderia Contempo. Prodotto da Gianni Maroccolo, l’album
registra liriche che accentuano il carattere aspro e passionale. Partecipano al progetto anche Francesco Magnelli (già nelle session di Siberia), Mara Redeghieri degli Ustmamò e Pino Gulli (poi nei Csi). Sempre del 1994 esce il primo disco solista firmato da Federico Fiumani, Confidenziale, l’emozionante resoconto di una serie di concerti acustici tenuti in completa solitudine, voce e chitarra.

Il successivo Non è tardi (Abraxas – 1995) prosegue il cammino espressivo intrapreso, lirico e spigoloso, autorevole e suggestivo, illuminato e sempre fedele a sè stesso. Accanto a brani duri e rabbiosi come “Ma finitela” e
“Fantasmi di giorno”, compaiono episodi più dolci e intimisti come “Fiore non sentirti sola” e “Paternità”. Il disco è intenso, vivace, maturo, e consente nel 1995 ai Diaframma di aggiudicarsi il Premio Ciampi, definitiva consacrazione della poetica di Fiumani. Nel 1996 Sesso e Violenza segna il
passaggio all’etichetta Flying Records. Si tratta di un disco sospeso fra punk (“Endorfina”, “Tachicardico”), rock classico (“Metti in moto la macchina”) e tenere ballate (“Valzer”, “Bella”), al quale seguiranno i più sottotono Scenari immaginari (1998) e Coraggio da vendere (1999). Dopo l’uscita del bootleg Live al Rototom e la raccolta di inediti Canzoni perdute, nel 2001 con Il futuro sorride a quelli come noi Fiumani ritrova la giusta ispirazione,
rinverdendo certe atmosfere wave di metà anni 80. Segue una riunione-lampo con Sassolini, la quale porterà all’uscita della raccolta Sassolini sul fondo del fiume e a un estemporaneo concerto al Tenax di Firenze.
Al cambio di millennio la Self ristampa i primi lavori, ormai difficilmente reperibili, e raccoglie in Albori e I giorni dell’IRA le sensazioni che avevano
portato alla formazione della band. Dopo l’interlocutorio Volume 13(Self, 2004), inizia la lenta riscoperta dei Diaframma, che torna ad essere una cult
band grazie anche alla forte diffusione del web.

Per alimentare la nuova onda ecco nel 2005 Passato, presente, contenente versioni inedite e remix di classici reinterpretati fra gli altri da Subsonica, Madaski e Cristina Donà. Seguirà nel 2008 Il dono, album tributo con brani
reinterpretati – fra gli altri – da Le Luci della Centrale Elettrica, Dente, Marlene Kuntz, Tre Allegri Ragazzi Morti e Zen Circus. Nel frattempo Fiumani trova spazio per dare alle stampe la seconda opera solista: Donne mie (2006). La seconda giovinezza si perfeziona nel 2007 con l’irriverente e pungente Camminando sul lato selvaggio, e due anni più tardi con Difficile da trovare, nel quale Fiumani sfoggia un nuovo piccolo saggio di cantautorato rock, sporcato di convenzionalità e di accomodante pop, ma
anche di impreviste leggere virate simil-jazz. Il meglio delle portate viene servito con le irresistibili aperture strumentali di “Dolce insonnia” e “Il sogno di te”, oltre che nelle brevi e concise “Intro” e “Outro”. Si parla di
sesso, di desiderio, di occasioni mancate, del grigio della vita, degli amici che si adeguano al sistema e del tempo che passa con inesorabile noncuranza. Quando la band alza i toni, come sul finale di “Dura madre”, sa essere esaltante come ai tempi d’oro, quei tempi suggellati nella riedizione
di Live & Unreleased, riuscito compendio di live e rarità. La ritrovata forma spinge molti giovani ad avvicinarsi alla band, e le tante date messe in fila dai Diaframma in questo periodo dimostrano un seguito di pubblico mai così numeroso ed eterogeneo.

E’ il momento giusto per pubblicare – nel 2011 – per la prima volta un disco interamente dal vivo, Live 09-04-2011, sintesi di una serata tenuta al Viper di Firenze. Fiumani e compagnia giocano in casa, ospitando per l’occasione gli amici Miro Sassolini, Andrea Chimenti e Marcello Michelotti dei Neon. A settembre dello stesso anno i Diaframma, sono di nuovo in studio per la scrittura e la registrazione delle dodici tracce che saranno contenute in Niente di serio, pubblicato a gennaio 2012, uno dei lavori più riusciti nel percorso artistico più recente. Niente di serio contiene i nuovi grandi
classici del repertorio dei Diaframma, zampate vincenti che prendono il titolo di “Entropia” e “Madre superiora”, da includere con merito accanto ai grandi titoli della band. Dal punto di vista musicale l’album è ineccepibile, frutto del lavoro compositivo di un gruppo oramai rodato e compatto.
Molte soluzioni ricercano il pathos in un disco che sorprende per aggressività ed energia (“La botta di energia del rock”, la title track), ovunque emerge la grande attenzione riservata ai particolari e i continui spunti appassionati, come il solo di Giulio Cercato che caratterizza la chiusura di “Nilsson”. Sempre in bilico fra new wave e modernità, Federico Fiumani si conferma autore fuori dal tempo, fuori dalle mode, uno dei compositori più originali e sinceri di casa nostra, un personaggio che pur conservando un seguito ultra fedele avrebbe meritato (e meriterebbe)
platee ben più numerose. Dagli episodi più rotondi e canticchiabili (“Vivo così”, “Carta carbone”, “Un orologio rotto”) a quelli più strutturati (gli oltre sei minuti di “Grande come l’oceano”, con la lunga coda strumentale), fino a
quelli più intimistici (“Absurdo Metalvox”, “Tempesta nel mio cuore”, “Anime morte”), Niente di serio dimostra di avere tutti gli ingredienti necessari per giustificare la prestigiosa affermazione al Premio PIMI 2012 dove si impone nella categoria Miglior Album Autoprodotto.

Il momento di grande creatività di Federico Fiumani trova conferme in Preso nel vortice, immesso sul mercato a ottobre 2013. Rispetto al predecessore si distingue per una maggiore varietà di stili e argomentazioni, e soprattutto per una maggiore aggressività sonora. Federico, oltre che di amore e sesso, ci parla anche di sogni, di ricordi, di musica, dei suoni amati in gioventù, degli amici. E per uno di questi
c’è una sentita dedica: “Ottovolante” è una canzone per Piero Pelù, altro protagonista assoluto della scena fiorentina anni 80. Il parterre degli ospiti si allarga, e spicca la presenza di Enrico Gabrielli, al sax in un paio di tracce,
al piano ed alle tastiere altrove. Non certo secondarie le apparizioni di Gianluca de Rubertiis (piano e tastiere), le voci di Marcello Michelotti
ed Alex Spalck (due vecchi amici che animarono rispettivamente Neon e Pankow tanti anni prima) e la comparsata di Max Collini degli Offlaga Disco Pax su “Ho fondato un gruppo”. A fine 2015 esce il brano “Buchi nell’acqua”, scritto e interpretato in coppia con Piero Pelù.

Il 24 settembre 2016 viene pubblicata una nuove versione del capolavoro dei Diaframma, reintitolata per l’occasione Siberia Reloaded. Le otto tracce del disco originale sono state riregistrate e cantate da Federico Fiumani. A queste sono stati aggiunti alcuni inediti, scritti col senno di allora, e delle brevi tracce strumentali composte e suonate da Gianni Maroccolo. E’ il presupposto per un nuovo giro di concerti che sarà imperniato proprio sul materiale del celebre disco del 1984.

A fine 2017 viene compilata una retrospettiva che copre il meglio della produzione del periodo 1998/2017. The Self Years in quindici brani ripercorre la recente carriera dei Diaframma, incluso l’inedito “Giorni”, realizzato con gli arrangiamenti curati da King Of The Opera.
A febbraio del 2018 esce invece Il primato dell’immaginazione, il risultato di una collaborazione a quattro mani fra Fiumani e il cantante dei Pankow Alex Spalck. L’album contiene nove tracce inedite, più una personalissima cover di “Marquee Moon” dei Television. Il 7 dicembre 2018 esce L’abisso, il ventesimo disco in studio dei Diaframma, che arriva quando Federico sta per varcare la soglia dei sessant’anni.

DIAFRAMMA live @ CARACOL
Via Cattaneo 64 – PISA
Giovedì 21 Novembre 2019, h. 22
Contributo all’ingresso € 7

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About the Author: Michele Faliani