Emergenza abitativa e politica sulla casa a Livorno, Associazione Oltre: “Strumenti di intervento esistono ma, sono mal gestiti”

abitare 1Con la legge 475 nonché con decreti attuativi di cui l’ultimo quello del marzo 2014, si è definita l’organizzazione delle “Commissione del disagio abitativo”.  Parliamo della leva fiscale, della leva normativa, e della leva organizzativa

19febbraio 2016 da Simonetta Pampaloni e Barbara La Comba Associaizone Oltre per Livorno

La legge prevede che se lo sfratto è per portato a compimento per morosità incolpevole dell’inquilino, la Commissione definisce caso per caso un percorso agevolato per favorire il reinserimento. Il dramma maggiore è che su 470 famiglie che, fino all’anno scorso, si era stimato potessero avere questo riconoscimento di status, in solo 70-100 hanno fatto ricorso alla Commissione per “disagio abitativo”.

daria faggi casaPerché? Sono stati impegnati tutti i soldi destinati a questi accompagnamenti (ci risulta che le cifre fossero di 8.000€ per ogni caso gestito fino ad un massimale annuo). Quanti ne hanno usufruito? In alternativa o ad integrazione possono essere previsti calmieramenti del canone di locazione e opportunità attraverso una leva fiscale di prevedere un rapporto di solidarietà da parte dell’amministrazione. Manca invece una legge nazionale per limitare le tasse su canoni di locazione anche in caso di mancata riscossione da parte dei proprietari.

Sappiamo che è stato proposto all’Amministrazione comunale di utilizzare il comma 2 della legge 431 per uscire dal regime locativo della legge e fare dei contratti specifici per periodi più corti con riduzione della tassazione. E’ una strada percorribile? La Commissione per il disagio sociale è composta da Assessore, Resp. Uff. Casa, rappresentanze di Sicet Sunia e Unione Inquilini. Oggi c’è il sindacato ASIA che non potrebbe sedersi a questo tavolo. All’interno della Commissione ci sono le rappresentanze delle proprietà (Uppi Aspi e grandi proprietà) poi viceprefetto e vicequestore. Da luglio 2015 pero’ alla commissione manca viceprefetto, vicequestore e piccoli proprietari e gli altri proprietari che se ne sono andati. Perché?

Poi ci sono le opportunità dei piani territoriali. I piani territoriali per i contratti concordati. Attraverso la riduzione del canone di locazione con il catasto si stabiliscono dei valori a metro quadrato per ogni via. Quindi una leva fiscale data dallo stato. Il comune doveva ridurre il 50% dell’Imu per le seconde case, invece dal prossimo anno la riduzione sarà solo del 25%.

casaL’impegno per mettere le case a disposizione del canone concordato deve prevedere garanzie sugli stock abitativi. La residenza pubblica deve essere destinata ai poveri veri, una fascia grigia puo’ essere gestita con canoni concordati.

Processi di recupero devono riguardare oggi in Casalp 400.000mc di immobili. Nel patrimonio pubblico ci sono oltre duecento unità immobiliari abitate da persone che non ne hanno più’ diritto che potrebbe andare sul canone concordato. Il comune di Livorno è l’unico che non ha aderito al piano di alienazione delle case popolari. Anche per questo deve essere data una spiegazione. Interventi di co-housing sono poi auspicabili, se ne è parlato recentemente in Regione a Firenze ci sono esperienze positive.

Oggi manca ancora il regolamento urbanistico ed edilizio; sono in corso delle modifiche e degli adeguamenti, ma gli interventi non sono inseriti in un contesto coordinato di adeguamento del piano regolatore con conseguente riduzione di efficacia e rischio di disarmonia anche rispetto al territorio con ovvi effetti di degrado delle aree interessate agli interventi non pianificati a priori.

Ma senza progetti cantierabili i progetti non sono sostenibili. Ricordiamo la possibilità di attivare anche project financing su case private, come nel caso degli edifici delle ferrovie. Il sindaco pensa di poter portare via le case non completate dagli imprenditori e riprenderle per poco? Anche questo si è sentito dire. Il punto è che queste case non sono di proprietà delle imprese ma delle banche in moltissimi casi di urbanizzazioni incomplete. L’associazioni inquilini sono sempre stata contrarie al piano di recupero.  Il punto è che senza i progetti i finanziamenti si sono persi e si continuano a perdere

abitare, occupazione comune livorno.E’ necessario quindi sapere quanti alloggi di risulta ci sono ancora annualmente e quanti ancora da assegnare, visto che mediamente ogni anno nel patrimoni ERP vengono liberati da 100 a 120 alloggi che nei programmi che venivano fatti, inserendo in essi anche i piano di recupero, consentivano non solo di dare risposte ulteriori alla graduatoria ma di fatto di dare anche risposte a situazioni difficili come quelle degli OST.

I piani urbanistici per il recupero di Shangai e Fiorentina sono scaduti visto il tempo che è trascorso dalla fine della precedente amministrazione ad oggi? Le risorse che sono state acquisite nella passata amministrazione sono conosciute:

  •  3,9 milioni di euro per i 18 appartamenti ERP da realizzare nella parte prima parte del mercato ortofrutticolo, allo scopo, già delimitata.
  • 8,5 milioni di euro deliberati dalla regione per un primo intervento di recupero su via Giordano Bruno (a Fiorentina).
  • Richieste alla regione toscana per lo sblocco di risorse sul conto in Banca d’Italia della legge 560 da poter destinate alle manutenzioni più significative degli immobili che non fanno parte dei piani di recupero
  • Niente sappiamo più del protocollo di intesa fatto con la Cassa Depositi e Prestiti per interventi di riqualificazione dell’area del mercato ortofrutticolo, con la sua delocalizzazione, per un importo pari a circa 25 milioni di Euro.

Un caso a parte riguarda il piano di recupero di Shangai. Il piano di recupero è stato fatto decadere? Dagli ultimi atti sembra di no, ma parallelamente il piano di recupero viene rinviato per destinare le stesse case all’emergenza abitativa. Ma questo è normativamente ammissibile? La struttura ci risulta essere “patrimonio indisponibile a utilizzo diverso dell’ERP” nel momento in cui questo immobile uscisse dai piano di recupero e venissero spese risorse per i ripristini degli alloggi cosi come dice la legge regionale, quegli immobili dovrebbero essere messi a disposizione delle graduatorie generali. Non crediamo che si possa declassare questo immobile proprio perché è patrimonio indisponibile a differenza del patrimonio comunale. Si potrebbe ritenere che un’azione di questa natura potrebbe portare i soggetti in graduatoria a fare ricorso qualora l’immobile fosse utilizzato a scopi diversi da quelli definiti. Siamo sicuri che sia una scelta legalmente sostenibile?

Servono certezze a massima tutela per i cittadini, non è possibile rischiare altri contenziosi in una situazione tanto drammatica.

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