Ex Lucchini. Prossimi alla definitiva scadenza dei termini nel cosiddetto addendum, situazione catastrofica per fabbrica e territorio

Secondo le dichiarazioni del ministro Calenda ai sindacati, all’orizzonte non c’è niente, né soci, né nuovi acquirenti.

02ottobre 2017 da Coordinamento Art.1-Camping CIG, Piombino

In queste condizioni, c’è ancora chi concede tempo a Rebrab, nella speranza che realizzi in 15 giorni ciò che non ha fatto in oltre due anni. È una posizione suicida. La fabbrica è praticamente ferma da quasi un anno e il rischio è di azzerare il portafoglio clienti ed il sistema commerciale. Per questo ogni giorno è importante. Coloro che ci hanno spinto in questo baratro oggi pretendono di continuare a dirigere i giochi, secondo l’unico metodo che conoscono: allungare i tempi, fare promesse attendendo le elezioni, mantenere le loro posizioni di previlegio. Disposti a tutto, anche ad affermare “io l’avevo detto”, come ha fatto di recente un sindacalista con bella faccia tosta in una trasmissione radiofonica.

Ci appelliamo ai lavoratori e ai cittadini tutti: non dobbiamo più permettere questo stato di cose. Il governo, principale responsabile, per azioni ed omissioni, di questa situazione, oggi deve venire obbligato ad assumersi il compito di ricreare le giuste condizioni economiche ed occupazionali:

  • O trova i mezzi per forzare Cevital a passare la mano e trova un nuovo compratore, ma subito! oppure, nell’attesa, riprende in mano la fabbrica e riavvia immediatamente la produzione, stabilendo nello stesso tempo i parametri di funzionamento del polo siderurgico: tipo e localizzazione degli impianti, gamma produttiva, mappatura delle sinergie possibili, rapporti con università e centri di ricerca.
  • Inizio delle azioni di bonifica nelle aree già lasciate libere e a ridosso della città e avvio dei cantieri per il potenziamento delle infrastrutture ( 398, ferrovia, porto). Non nuovi enti inutili, cabine di regia che non fanno niente, soldi spesi per nuove “indagini” quando ne esistono già migliaia, ma azioni concrete e immediate, la cui direzione va affidata a personale che conosca la zona e possa valutarne le necessità assieme a lavoratori e cittadini;
  • Creazione immediata di strumenti di sostegno al reddito; sappiamo con certezza due cose: che la siderurgia non risolverà i problemi occupazionali di Piombino e del territorio e che lo sviluppo di nuovi settori dell’economia richiederà tempi lunghi; allora, all’interno delle misure a vantaggio delle aree di crisi  complessa e dei SIN (siti di interesse nazionale), vanno messe in campo concrete forme di sostegno che vanno al di là degli ammortizzatori sociali e che devono comprendere ugualmente categorie che soffrono della crisi, come commercianti, artigiani, disoccupati  e giovani in cerca di prima occupazione.

“Il governo locale la smetta di dire a parole che “sta con i lavoratori” e si metta a fare ciò che gli compete: elaborazione di piani di sviluppo locale, azioni di sostegno serie alle categorie svantaggiate, pressioni sul governo centrale, dimenticando per una volta gli ‘interessi di bottega’. Dai sindacati pretendiamo che facciano ciò che è il suo: si muovano come forza organizzatrice dei lavoratori e ne organizzino la mobilitazione, creando le condizioni per costruire alleanze sul territorio nell’interesse di tutti. Per anni siamo stati trattati con i peggiori insulti; oggi tutti sono obbligati a riconoscere che   avevamo fatto fin dall’ inizio la giusta analisi della situazione e dicevamo la verità, senza secondi fini, né elettorali, né distruttivi. Oggi vi diciamo: dateci un po’ di credito ed accettate le nostre proposte.”

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