
Domenica 9 aprile il giornalista e documentarista, Gabriele Del Grande è stato fermato dalle autorità turche al confine nella regione di Hatay, era in Turchia dal 7 aprile.
Molti giorni di attesa e finalmente gli viene concessa la sua prima telefonata alla famiglia, alla presenza di 4 poliziotti. Ha dichiarato di stare bene, tuttavia, ad oggi, non sono chiari né i tempi né le modalità di rilascio del reporter italiano. A fronte di questo stato di cose, il giornalista ha comunicato di aver iniziato uno sciopero della fame, insieme ad altre persone detenute illegalmente per motivi politici.
Da profilo facebook: Oggi alle 14.30 ci ha chiamato Gabriele… – Io sto con la sposa:
Oggi alle 14.30 ci ha chiamato Gabriele del Grande. È la prima telefonata concessa da domenica 9 quando è stato fermato dalle autorità turche al confine nella regione di Hatay. Era in Turchia dal giorno 7 Aprile. Dice Gabriele: “Sto parlando con quattro poliziotti che mi guardano e ascoltano. Mi hanno fermato al confine, e dopo avermi tenuto nel centro di identificazione e di espulsione di Hatay, sono stato trasferito a Mugla, sempre in un centro di identificazione ed espulsione, in isolamento. I miei documenti sono in regola, ma non mi è permesso di nominare un avvocato, né mi è dato sapere quando finirà questo fermo. Sto bene, non mi è stato torto un capello ma non posso telefonare, hanno sequestrato il mio telefono e le mie cose, sebbene non mi venga contestato nessun reato. La ragione del fermo è legata al contenuto del mio lavoro. Ho subito ripetuti interrogatori al riguardo. Ho potuto telefonare solo dopo giorni di protesta. Non mi è stato detto che le autorità italiane volevano mettersi in contatto con me. Da stasera entrerò in sciopero della fame e invito tutti a mobilitarsi per chiedere che vengano rispettati i miei diritti”. Ci siamo messi in macchina una volta, siamo pronti a tornare in strada per i diritti.
Questa sera 19 aprile, ore 18.15, loggiato di Palazzo Pretorio, Piazza San Michele, Lucca, primo momento di mobilitazione per Gabriele Del Grande. La città dà un primo segnale e decide i prossimi appuntamenti. Diffondere la notizia.
#FreeGabriele, i giornalisti italiani si mobilitano
La sessione statutaria del Congresso della Fnsi si è aperta con l’appello alle autorità italiane ed europee per chiedere la liberazione del blogger e documentarista trattenuto in Turchia.
E il Tirreno gli dedica la prima pagina e l’articolo di fondo del direttore Luigi Vicinanza. L’invito alla mobilitazione lanciato dalla Federazione nazionale della stampa italiana per chiedere la liberazione di Gabriele Del Grande è stato rilanciato oggi dai rappresentanti dei giornalisti italiani riuniti a Roma per celebrare la sessione statutaria del XXVII Congresso della Fnsi.
Con loro anche i colleghi delle agenzie, delle televisioni e dei giornali, che hanno ripreso e rilanciato l’appello. Come ha fatto Il Tirreno, che ha dedicato a Gabriele Del Grande la prima pagina di oggi, mercoledì 19 aprile.
Nell’articolo di fondo, il direttore Luigi Vicinanza spiega le ragioni. «Noi stiamo con Gabriele – scrive –. Stiamo dalla parte di un cittadino europeo, italiano, toscano di Lucca trattenuto in Turchia dal 9 aprile senza un fondato motivo dalle autorità di quel Paese».
Come ricorda il direttore Vicinanza, «costa fatica e coraggio» raccontare, come fa Gabriele Del Grande, quello che accade in posti come la Turchia o la Siria, correndo il rischio di «urtare la suscettibilità di apparati a scarso contenuto di democrazia».
Gabriele è ancora bloccato in Turchia, nazione che sta imboccando la via del regime autocratico. Un Paese membro della Nato sempre più lontano dai valori occidentali. «La prima pagina del “Tirreno” di oggi – conclude Vicinanza – è un invito alla mobilitazione, sempre più ampia, affinché un cittadino italiano, nostro conterraneo, sia subito liberato.