(Auch Zwerge haben klein angefangen). Germania Ovest 1969. Dvd Ripley’s New Edition Remastered HD 2017.
Secondo lungometraggio da regista di Werner Herzog, “Anche i nani hanno cominciato da piccoli” distribuito nel 1970
18marzo 2017 di Enrico Bulleri
Esso è una metafora potente ed assieme estremamente bizzarra sulla società occidentale, ambientata in una comunità interamente di nani alle Azzorre. Su una remota isola del Mediterraneo è infatti situato un Manicomio o Asilo Penitenziario per nani, dove i detenuti ne hanno preso il controllo. Il loro Capo tiene in ostaggio il Direttore (nano anch’esso) all’interno dell’edificio: I detenuti si sfogano compiendo atti vandalici all’esterno, distruggendo allegramente finestre, uccidendo gli animali, dando fuoco agli impianti, prendendo in giro i due detenuti non vedenti e abbandonando un camioncino, senza guida, a girare in tondo.
“Sono un grande fan di Herzog, e mi piacciono da sempre quasi tutti i suoi film. “Anche i nani hanno cominciato da piccoli” è un esempio di film talmente herzoghiano, tanto viscerale che non può non piacere, ma non sono del tutto sicuro dei perché. Certo ti fa rimanere a bocca spalancata, quando le azioni più strane si svolgono per accumulo, rendendo la stravaganza del tutto sempre più convincente. Inoltre il fatto che ogni attore è un nano, aiuta ad aggiungere stranezza alla stranezza. Tuttavia, anche se gli attori fossero stati di altezza normale, questo film sarebbe risultato, a pieno titolo, tra i più folli e inusuali mai realizzati.
Herzog crea un suo microcosmo tutto personale, ma che si misura con quello reale. Ai detenuti sono state date le chiavi del Manicomio e, il film in 90 minuti rappresenta la versione di Herzog sul mondo in ampia scala. Usa l’allegoria della comunità di nani come potente metafora, di ciò che è dentro ciscuno di noi, più o meno nascosto: la violenza, e la cattiveria gratuita, così come la frustrazione sessuale, tutti temi che vengono egregiamente esplorati.
Il furgone che continua a girare in cerchio a vuoto, sembra essere la metafora della società. Il regista ottiene tutto questo attraverso la creazione di un film coinvolgente e affascinante. Non c’è molto che accada durante l’arco della storia. Se non che i principi fondanti di ogni istituzione vengono scardinati con la massima facilità dall’indisciplina, i nani diventando semplicemente sempre più indisciplinati fin dall’inizio, sfondando finestre, fracassando tutto quello che trovano, disseminando di detriti per terra ovunque, uccidendo gli animali e addirittura crocifiggendo una scimmia. Legge e ordine si dirigono inesorabilmente sempre più verso il basso, in una spirale dopo la quale rimane poi ben poco, da dover distruggere.
Gli attori tutti nani e non professionisti, sono impressionanti. Anche se spesso agiscono come una massa crudele, ognuno ha la propria personalità. Uno di loro si comporta come un leader de facto, ce ne è uno che compie un passo indietro e sceglie di guardare solamente, piuttosto che mettersi in gioco assieme agli altri in un crescendo veloce di autorità e di distruttività. Herzog ricava diversi momenti di spettacolo davvero insolito dai suoi attori, e in un caso avrebbe detto all’interprete che non doveva in alcun caso ridere, facendo poi da fuoricampo facce buffe rivoltegli, per provocarlo. Il risultato è realistico e folle al contempo. Più tardi lo stesso nano avrà dipinta sul volto vera paura allorquando tutte le finestre attorno nella stanza in cui è legato ad una sedia, incominceranno ad essere infrante da sassate lanciate dall’esterno. Sul set uno degli attori venne anche ferito due volte; la prima travolto dal furgone che gira in tondo, la seconda ustionato da delle fiamme. Herzog promise quindi che nessun altro sarebbe rimasto ferito per tutto il resto delle riprese, altrimenti sarebbe saltato sopra a dei cactus. Egli è noto per mantenere le promesse, e dato che si verificarono altri incidenti, alla fine delle riprese si gettò in sopra ad una siepe di cactus, da allora avrebbe avuto degli aculei sotto la pelle per anni.
“Anche i nani hanno cominciato da piccoli” è in definitiva un film molto interessante nel mostrare come pochi e più di altri suoi titoli, l’atteggiamento di Herzog verso ciò che è dentro ognuno di noi e ciò che può accadere quando gli istinti sono lasciati liberi di manifestarsi all’esterno. Di tanto in tanto è un po’ involuto e confusionario, ma una volta che si entra in esso, è un’affascinante rappresentazione della società filtrata attraverso il verismo incredibile dei veri nani interpreti non professionisti, diretti con grande personalità dal ventisettenne Herzog. L’unico problema di fondo che rimane col film è nel modo in cui gli animali vengono trattati, senza essere assolutamente certi che si tratti di riprese artefatte risolte con intelligenza, o di vera crudeltà. Non sarà per tutti, ma se si cerca uno dei film herzoghiani maggiormente esistenzialisti, allora è questo uno dei suoi titoli imprescindibili.
Enrico Bulleri
La scena del mezzo che gira in circolo è stata copiata moltissimi anni più tardi da Danny Boyle, in “28 giorni dopo”(2002).
Così come promise di saltare in un campo di cactus, Herzog fece un’altra famosa scommessa con uno studente di cinema, in anni successivi. Ovvero che avrebbe mangiato una sua scarpa, se fosse riuscito a completare un film che stava difficoltosamente cercando di realizzare. Il film venne completato e Herzog mantenne la sua promessa. L’atto fu filmato in “Werner Herzog Eat His Shoes”, nel 1980.
La colonna sonora fa sentire varie volte una strana canzone, di cui non si riesce a trovare il titolo da nessuna parte.
L’edizione per la Gran Bretagna fu tagliata di 2 minuti e 17 sec dal BBFC per rimuovere un combattimento di galli e le scene di una scimmia crocifissa viva.
Werner Herzog promise al cast che sarebbe saltato in un campo di cactus se fossero accaduti ancora incidenti che avrebbero comportato ferimenti, durante la lavorazione del film. Alla fine, dato che questo non accadde, mantenne la sua promessa.
Quando si svolsero le riprese della macchina con i nani, il nano che era salito sul tetto della vettura in realtà cadde e fu investito dalla macchina. Sorprendentemente, non si ferì, e continuò a girare la scena.
Gli estratti della sceneggiatura che sono presenti sul dvd tedesco dicono: “Il titolo del film è un puro ‘’titolo provvisorio’’, non ha nulla a che fare con il film La parola ‘’nani’’, e non dovrebbe apparire in quello definitivo…”
In una intervista del 2009, Harmony Korine ha citato questo come, per lui, il più grande film mai realizzato.
Il filmmaker di documentari Joshua Oppenheimer ha detto in diverse interviste, che questo è uno dei suoi
Film preferiti.