Scrivo queste parole con la testa e con il cuore, con serenità e con indignazione, con fermezza e anche un po’ di rabbia, quella che ti spinge però ad essere ottimista e a non mollare mai.
Più volte in tanti siamo intervenuti in questi mesi, in questi anni, a sostegno del Pubblico Ministero Nino Di Matteo
14dicembre 2014 Luigi de Magistris
Ho sempre provato un legame profondo con Nino, ci siamo frequentati quel poco che basta per comprendersi e collegarsi. Nino è un Uomo, una persona semplice, un marito e un padre come tanti, un grande, onesto e coraggioso magistrato, come non tanti. E’ un magistrato per il quale è necessario lottare. L’autonomia e l’indipendenza della magistratura vanno difesi sempre, anche quando sempre più spesso molti magistrati fanno di tutto per offendere uno dei mestieri più straordinari, ai quali ho dedicato quindici anni della vita, direi una missione più che un lavoro.
Nino, insieme ad altri valorosi e coraggiosi magistrati, sta conducendo indagini e affrontando processi delicatissimi, tra i più rilevanti della storia repubblicana. Nino è accerchiato dal tritolo militare e dal tritolo istituzionale. Si deve scatenare una mobilitazione nazionale fortissima per pretendere la sua massima protezione e per far si che sia il popolo a scortare questi magistrati con una rivoluzione culturale ancora più determinata.
Negli ultimi venti anni la corruzione e le mafie sono divenute sistema all’interno dello Stato. Tra noi servitori dello Stato abbiamo potuto vedere il loro volto, le loro armi, la loro violenza. Sono eversivi della Carta Costituzionale. Noi, invece, siamo sovversivi, perché vogliamo eliminare questo cancro con una rivoluzione della cultura e dell’amore, contro il denaro e i poteri corrotti e mafiosi. “Fuori la mafia dallo Stato” abbiamo gridato in tanti numerose volte nelle piazze insieme alle amiche e agli amici delle Agende Rosse di Salvatore Borsellino. Non basta più difendere solo con le parole Nino Di Matteo.Colpire Nino significa colpire la sete di giustizia degli italiani onesti che sono la stragrande maggioranza e, quindi, significa colpire l’Italia.
Ecco perché dobbiamo difenderlo tutti quanti, come se difendessimo noi stessi. Nel processo sulla trattativa c’è la storia della nostra generazione. Dopo le collusioni, i silenzi, la legalità intrisa di illegittimità, dopo la legalità formale profondamente ingiusta, dopo gli abusi dei poteri, l’ansia di giustizia deve dare sostanza a chi potere non ha, ai senza potere, alla gente onesta. Basta piangere eroi lasciati soli dalle Istituzioni.