“Julieta” è il nuovo film di Almodovar

“Io non mi sento femminile per niente, anche se capisco la sensibilità femminile. Io odio le dimostrazioni omosessuali ovvie”  Così si esprimeva Pedro Almodovar in una intervista rilasciata nel 1988 e riportata nel libro ”Folle folle Pedro” (ed. Tredicilune) che val la pena di leggere o rileggere.

6Giugno 2016 di Donatella Nesti

Julieta-FR2petitIn quello stesso anno Almodovar dichiarava: ”Penso che tra uomo e donna esista una totale incomprensione, non si sono mai capiti e non si capiranno mai, non è però negativo anzi può essere eccitante”.

Queste parole sembra possano sintetizzare alcuni dei temi che il grande regista spagnolo ha affrontato nel suo cinema che apparve agli inizi degli anni ’80 come un sole ad illuminare stati d’animo depressi dopo i terribili anni di piombo. A ripensare l’effetto esplosivo che fecero pellicole come”Pepi Luci e Bom”, ”Labirinto di passione”, ”L’indiscreto fascino del peccato ”La legge del desiderio”, ”Matador” con quel mix inimitabile di dramma e divertimento, di colore, passione, tradimento, esagerazione, kitsch non si può negare che il regista della Mancia abbia segnato uno spartiacque nella cinematografia europea. Alla fine degli anni ’80 era già  un regista affermato e capace di riempire  le sale con “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, “Tacchi a spillo” fino alla consacrazione dell’Oscar con “Tutto su mia madre” ed altri capolavori come “Parla con lei” e “Volver” lanciando nel firmamento cinematografico le attrici Penélope Cruz, Carmen Maura, Victoria Abril, Marisa Paredes e Cecilia Roth, alle quali si aggiungono Adriana Ugarte ed Emma Suárez protagoniste del nuovo film presentato a Cannes, “Julieta”, nello stesso personaggio da giovane e da cinquantenne.

Amante del melodramma ribattezzato ’almodrama’ per i suoi film, questa volta Almodovar si confronta con la tragedia greca della quale è esperta la protagonista Julieta che in una scena spiega ai suoi studenti la scelta di Ulisse e la differenza tra le parole talassa e pontos. La bella giovane Julieta con maglione azzurro durante un viaggio in treno incontra la morte di un compagno di viaggio suicida e l’amore del bel pescatore Xoan. Il rosso, colore amato dal regista, torna con un primo piano di un tessuto rosso, che ben presto si scopre nascondere un cuore che batte: quello di Julieta cinquantenne.

1462462183155_julieta_52Un’altra immagine mostra una scultura in terracotta, che raffigura un uomo  nudo seduto (dalle gambe ed il busto compatti e robusti). Julieta  appoggia la figura in una scatola di cartone e con attenzione la avvolge  in un involucro protettivo. Julieta decide di lasciare Madrid con Lorenzo per non tornarci mai più. Ma un incontro fortuito in strada con Bea amica e coetanea della figlia Antia, che non vede da anni, la spinge a cambiare i piani. Bea racconta di aver incontrato per caso Antía sul Lago di Como, che le ha detto di sapere che Julieta viveva ancora a Madrid. “E guarda! Una settimana dopo ti incontro per strada”.

Image and video hosting by TinyPicDice poco, ma abbastanza per cambiare radicalmente i piani di Julieta. Rompe il rapporto con Lorenzo senza troppe spiegazioni (uno dei tanti silenzi in un film che ne è pieno), torna al condominio dell’appartamento con le pareti suggestive che aveva affittato con Antía e Bea, ed accoglie il fantasma di sua figlia. Che cosa era successo a Julieta tanti anni prima? Julieta e Xoan hanno formato una famiglia e vivono a Redes, un villaggio di pescatori della Galizia. Sono passati tredici anni da quando si sono incontrati sul treno, hanno una bella figlia Antia sembrano felici ma  Julieta e Xoan hanno una discussione sul passato di Xoan, qualcosa che Julieta ha  scoperto e che l’ha molto delusa. Decide di uscire, Xoan la prega di rimanere a parlare, ma lei si rifugia nel silenzio e lascia la casa.

Image and video hosting by TinyPicXoan la guarda uscire dalla porta, disorientato e un po’ implorante. Julieta torna a casa la sera, con l’intenzione di riprendere la conversazione interrotta, ma Xoan non c’è, e non avranno mai più  la possibilità di finire quella conversazione. Poco dopo la sua uscita, Xoan è andato a pescare, e nel pomeriggio una tempesta improvvisa e molto violenta ha messo fine alla vita del pescatore. Madre e figlia si trasferiscono a Madrid, entrambe soffrono in silenzio  per la perdita di Xoan, padre di Antía e marito di Julieta.

Ma a volte il  dolore non unisce le persone, anzi le separa. Il giorno in cui Antía compie diciotto anni abbandona la madre, senza darle una spiegazione. Julieta inizia a cercarla con tutti i mezzi a disposizione, ma tutto quello che capisce  è quanto poco sa di sua figlia e quanti segreti le abbia nascosto. La morte, il senso di colpa, l’abbandono sono i temi del film che non consente né  di ridere né di piangere e JULIETA rivela  la sua origine letteraria in Alice Munro adattando tre dei suoi racconti al  grande schermo (Fatalità, Fra Poco, e Silenzio).

Un film che ci presenta un Almodovar meno grottesco e surreale e più concentrato sui temi della malattia, della morte, della perdita ma ancora una volta innamorato dell’universo femminile come ha dichiarato: ”JULIETA segna il mio ritorno all’universo femminile. Nella sua vasta scelta quasi tutte le attrici erano nuove per me. Avevo solo già lavorato con Rossy de Palma e Susi Sánchez. Uno dei rischi che mi sono preso fin dall’inizio è stato quello di utilizzare due attrici diverse per il ruolo di  Julieta. Adriana Ugarte per ritrarla dai venticinque ai quarant’anni, ed Emma Suárez dai quaranta in poi. Non ritengo giusto monopolizzare la stessa attrice per ritrarre tutte le età dello stesso personaggio, non mi fido degli effetti dell’invecchiamento del trucco, ed è quasi impossibile  per una giovane venticinquenne avere lo stesso aspetto di una persona  di cinquant’anni. Non si tratta di rughe, è qualcosa di più profondo. Il trascorrere del tempo, fuori e dentro.”

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