La dura legge del Jobs-act, licenziati dal Fast-food perché sindacalizzati. Lettera degli ex dipendenti, la solidarietà e, il 7 agosto ore 19:00 assemblea davanti al Porca Vacca

2luglio 2017, redazione Livorno 

La lettera dei dipendenti licenziati dal fastfood Porca Vacca, ‘Senza giusta Causa’:

“Noi lavoratori e lavoratrici del fast-food Porca Vacca che siamo stati licenziati il 31 luglio 2017, con questa lettera aperta vogliamo sensibilizzare tutta la nostra città sul vergognoso trattamento che i vertici aziendali ci hanno riservato. Non abbiamo fatto altro che rivendicare il rispetto della dignità e dei diritti di noi lavoratori. Dallo sciopero di febbraio a oggi l’azienda ha licenziato tutti i lavoratori iscritti al sindacato e le nostre rappresentanze. Per questi motivi abbiamo deciso di indire un’assemblea pubblica dove chiediamo la solidarietà e la partecipazione di tutte le organizzazioni sindacali, delle forze politiche attive sul territorio, e di tutti i lavoratori e cittadini perché vogliamo dire basta alle aziende che sfruttano la crisi occupazionale della nostra città, offrendo lavoro a condizioni inaccettabili. Serve un dibattito vero su cos’è diventata l’offerta lavorativa in una città con una grande emergenza occupazionale, dove molti datori di lavoro, sfruttano la fame di salario offrendo condizioni inaccettabili”.

La carenza di lavoro in questa città non può aprire le porte a uno sfruttamento senza regole e senza limiti. Vi aspettiamo lunedì 7 agosto alle ore 19:00 davanti all’ingresso del Porca Vacca. Ex lavoratori licenziati Porca Vacca.

Da Francesco Renda, Rifondazione Comunista

La vertenza del “Porca Vacca” è ormai diventata uno dei simboli della resistenza contro lo sfruttamento, la precarizzazione e l’arroganza che, sempre più sono protagoniste nei posti di lavoro ai tempi del Jobs act. L’azienda ha da poco comunicato il licenziamento dei dipendenti che, lo scorso febbraio e luglio, avevano deciso di non restare inermi di fronte alle continue vessazioni che quotidianamente erano costretti a subire. Il motivo? di natura economica naturalmente! Peccato però che, già da un paio di settimane, l’azienda si fosse messa alla ricerca di nuovo personale per il proprio ristorante di Livorno.

Com’è possibile allora che senza vergogna ed alla luce di sole si menta così spudoratamente? Facile, la pura e semplice impunità totale! Impunità avallata dalla legge, Impunità nascosta dietro ai luoghi comuni sui lavoratori fannulloni (specialmente livornesi) Impunità dettata dalla subalternità totale dei diritti del lavoro al puro e semplice profitto. Perché in fin dei conti si sa… c’è la crisi e se non guadagnano gli imprenditori, non guadagniamo nemmeno noi… Peccato che gli imprenditori odierni abbiamo sempre meno a che fare con lo stile dei loro predecessori e che, il più delle volte, riescono ad avere reddito a sufficienza per sopravvivere quando falliscono, al contrario dei loro dipendenti. Dobbiamo chiedere a gran voce che i lavoratori che oggi hanno licenziato vengano immediatamente reintegrati, non perché lo impone la legge ma perché è giusto!

“Perché è inutile che i tanti Porca Vacca di turno si presentino con la loro pubblicità giovane e dinamica se io, mio fratello, mia figlia o tutti noi, abbiamo le vite distrutte dal nostro lavoro! Ci rimarrebbe solo la soddisfazione di mangiare un panino moderno giovane e dinamico a qualsiasi ora del giorno e della notte, ma vuoi mettere quando non c’era il job act (e nemmeno tutti gli altri contratti precarizanti del PD) e ci mangiavamo il panino da Giovanni in via Ricasoli?”

Da Sinistra Italiana Circolo Territoriale Livorno Collesalvetti

Condannano senza appello l’atto della proprietà rivolto nei confronti dei lavoratori del fastfood “PorcaVacca” di Livorno in stato di agitazione.
Un locale dedicato ai giovani ma che in realtà sfrutta il loro lavoro senza rispettare il loro diritti.
Riteniamo che lo Statuto dei Lavoratori non sia carta straccia e il diritto di sciopero sia uno strumento insindacabile, messo a dura prova, ma a oggi ancora vigente secondo i dettami dell’Art. 40 della Costituzione Italiana.

La dura legge del jobs-act, messa in atto dal Governo Renzi, a quanto pare, va di pari passo con la contrazione del diritto di sciopero proseguita dal Governo Gentiloni, ed è inaccettabile in una città come Livorno, già piegata dalla crisi dove sono soprattutto i giovani a pagare.
Lavorare oggi implica silenzio e obbedienza? Si tratta di servitù bella e buona. Essere licenziati per non aver piegato la testa è inaccettabile ed è accaduto a 4 di questi lavoratori. Sugli striscioni di protesta c’era scritto “ punito chi sciopera premiato chi non ha aderito”. E questo significa mettere ancora una volta i lavoratori gli uni contro gli altri. In altre parole ‘dividi et impera’, una strategia ormai cara a chi governa questo paese e ha fatto dei lavoratori carne da macello.
Da febbraio sono in corso agitazioni sindacali per far valere diritti acquisiti, ma la risposta da parte dalla proprietà alle richieste di regolarizzazione del contratto è stata data solo a chi non aveva scioperato. Ai ‘ribelli’ una proposta capestro: la riduzione da 40 a 30 ore o il licenziamento, millantando inesistenti problemi economici dell’azienda dal momento che son in corso colloqui per nuove assunzioni.

“Sinistra Italiana di Livorno avvierà un altro iter parlamentare per denunciare il fatto e chiedere una risoluzione nel rispetto dei diritti dei lavoratori di “PorcaVacca” ancora attivi e dei 4 lavoratori licenziati, sostenendo inoltre le azioni di CGIL e USB scese in campo con richieste specifiche a livello regionale toscano”.

Recommended For You

About the Author: Pisorno