Livorno: Ex Teatro S. Marco, a fine aprile parte l’intervento di recupero

Saranno restaurate due arcate della facciata. Sopralluogo di Vigili del Fuoco e Protezione Civile dopo una segnalazione riguardante le condizioni di stabilità di uno dei “capitelli” posti sulle colonne perimetrali della facciata

30marzo 2016 da Comune di Livorno

teatro s.marco.I tecnici hanno constatato che non si sono verificate modifiche alla struttura che possano aver aggravato in maniera significativa lo stato di sicurezza dell’arcata, già transennata da qualche anno. Ciò nonostante, la Protezione Civile del Comune di Livorno ha esteso l’area in sicurezza collocando un’ulteriore transenna.

L’Amministrazione Comunale non ha mai trascurato questo edificio storico, conosciuto ben oltre l’ambito cittadino in quanto il 21 gennaio 1921 vi fu fondato il Partito Comunista Italiano. “La struttura è stata costantemente monitorata – dice l’assessore Alessandro Aurigi – sia per quanto riguarda le mura perimetrali sia per il complesso scolastico realizzato nel 1985 al suo interno, e a fine aprile inizieranno i lavori di restauro delle due arcate del muro di facciata maggiormente deteriorate”.

Il dipartimento lavori pubblici del Comune di Livorno ha infatti predisposto nel 2015 un progetto per la messa in sicurezza e il consolidamento delle parti più deteriorate del paramento murario dell’ex teatro, che sono quelle in corrispondenza dell’arcata centrale e di quella transennata (quella con la lapide che ricorda gli avvenimenti del 1921).
Il progetto ha ottenuto il parere positivo della Soprintendenza e nell’autunno del 2015 è stato finanziato per 25mila euro dalla Regione Toscana.
In seguito a gara ad evidenza pubblica l’appalto è stato aggiudicato a una ditta specializzata in questo genere di interventi (la Giannoni & Santoni di Perignano). I lavori partiranno a fine aprile – primi di maggio e si protrarranno per un paio di mesi.

Segue il progetto con la descrizione dell’intervento e cenni storici sul Teatro:

Messa in sicurezza del paramento murario. Progetto esecutivo

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Brevi cenni storici

Image and video hosting by TinyPicQui sorgeva fino agli anni immediatamente precedenti all’ultima guerra il teatro “Carlo Lodovico”, detto anche teatro “S.Marco, del quale oggi resistono solo
alcuni brani della muratura perimetrale, sottoposti dalla Soprintendenza ai Beni A.A. AA. AA. SS. ai vincoli della legge ex 1089.

Originariamente , cioè fino alla} fine del XVIII sec., l’area era parte integrante della fortificazione chiamata Rivellino di S.Marco che, immediatamente fuori dell’omonima porta, rappresentava uno dei punti di forza della cinta muraria livornese, compresa com’era tra la Fortezza Nuova ed il Forte di S. Pietro.

La precaria situazione di sovraffollamento che si viene a creare all’interno del perimetro fortificato di Livorno (che rappresenta ovviamente anche la cinta daziaria della città), dovuta all’enorme sviluppo dei traffici portuali che si ha specialmente nel Settecento e collegata al progressivo invecchiamento dell’impianto bellico in questione, comporta la decisione Granducale di lottizzare l’area del Rivellino, insieme ad altre porzioni di mura via via sempre più ampie, per la costruzione di edifici.

L’area, su cui viene costruito il teatro S.Marco viene quindi venduta nel 1802 da S.M. il Re d’Etruria,Lodovico Primo ai sigg. Livron e Hamelin i quali si impegnano a costruirvi un teatro. Agli inizi del 1803, dopo la costituzione di una società azionaria che immediatamente fallisce, tutti i titoli di proprietà dell’area passano nelle mani del sig. Luigi Gargani di Firenze che inizia l’edificazione dell’impianto in questione. Il lavori iniziano il 25 aprile 1803 e dopo tre anni, il 27 aprile 1806 si ha l’apertura ufficiale del R. Teatro Carlo Lodovico con l’opera “I baccanali di Roma” ed il ballo “L’Andromeda e Perseo”, alla presenza delle LL.MM. il Re d’Etruria e la Regina Reggente.
L’autore dell’opera architettonica pare essere l’architetto Salvatore Piccioli, coadiuvato da Gaspero Pampaloni.
Il Teatro San Marco sorgeva su un lotto rettangolare, compreso tra la Fortezza Nuova e la via San Marco. La facciata un tempo era ornata da un portico composto da colonne ioniche; da qui si accedeva ad un vestibolo che immetteva, sulla destra, alla platea. La sala (19 metri di lunghezza per 17,5 metri di larghezza) era formata da 136 palchetti disposti su cinque ordini, dipinti da Luigi Ademollo e ornati da Luigi Tasca, che conferivano allo spazio un chiaro gusto neoclassico Dell’Ademollo era anche il sipario, raffigurante Il trionfo di Cesare, di notevole impianto compositivo, nel gusto magniloquente di Jacques-Louis David.[3]

Le antiche guide cittadine definivano il teatro tra i più belli ed armoniosi d’Italia

Il teatro rimane attivo per tutto l’ottocento subendo un primo intervento di abbellimento nel 1852 (Giuseppe Cappellini) ed un successivo restauro nel 1875 (rinnovamento dell’illuminazione interna ed esterna, introducendo il gas, sostituire le panche della platea, poltroncine imbottite, nuovo Foyer ecc.) Anche se nel 1883, ormai in difficoltà rispetto agli altri teatri cittadini, viene venduto a privati.

La nascita del Partito Comunista d’Italia (1921-1926)

ordine nuovo 1921 livornoDalla vendita del 1883 per quasi 50 anni l’attività del teatro è praticamente nulla, con l’esclusione dell’avvenimento del il 21 gennaio 1921 anno della nascita del Partito Comunista d’Italia (PCI) per scissione della mozione di sinistra del partito Socialista italiano al XVII Congresso nazionale che venne aperto il 15 gennaio 1921 al Teatro Goldoni sempre a Livorno durante il quale i comunisti uscirono dal Goldoni e si recarono al Teatro San Marco per svolgere il primo Congresso del Partito Comunista d’Italia. Il Teatro si presentava in condizioni di forte degrado, con il palcoscenico e le volte delle cantine sprofondate, il tetto seriamente danneggiato, con infiltrazioni di acqua piovana e il Quinto ordine di palchi a rischio di crollo. Il partito rimane attivo legalmente fino al 1926 e clandestinamente dal 1926 al 1943, quando riprese l’attività legale come Partito Comunista Italiano.

La distruzione del Teatro

Image and video hosting by TinyPicDurante il periodo della prima guerra mondiale (15-18) il Teatro, oramai abbandonato, viene utilizzato come deposito di grano, subendo ulteriori danni che
comunque negli anni venti vengono sommariamente ripristinati determinando la riapertura del Teatro nel 1925. I bombardamenti del 1943-44 svuotano completamente la parte centrale della struttura, lasciando in piedi soltanto alcune mura perimetrali. Ulteriori resti vengono abbattuti probabilmente per motivi di sicurezza, nell’immediato dopoguerra malgrado che l’annesso Casino, un tempo sede dell’accademia del teatro, fosse ancora agibile.

Nel 1964 il Comune bandisce un concorso per la ricostruzione del San Marco, ormai distrutto, ma senza esito Caduto il regime fascista nel 1943, il PCI ricominciò a operare legalmente partecipando immediatamente alla costituzione di formazioni partigiane e, dal 1944 al 1947, agli esecutivi antifascisti successivi al governo Badoglio I

Nel 1947, nel nuovo clima internazionale di guerra fredda, il PCI è allontanato dal governo e rimarrà all’opposizione.
Nel 1976 il PCI raggiunse l’apice del suo consenso elettorale, col 34,4% dei voti, dopo che, l’anno prima, aveva conquistato le principali città italiane, mentre alle elezioni europee del 1984 avvenne il “sorpasso” sulla DC.

Il partito si sciolse il 3febbraio 1991 durante il XX Congresso Nazionale e contestualmente si costituì il Partito Democratico della Sinistra (PDS), mentre un’area consistente della minoranza di sinistra preferì rilanciare ideali e programmi comunisti e fondò il Movimento per la Rifondazione

L’intervento proposto

Image and video hosting by TinyPicL’intervento qui esposto è diviso in più fasi funzionali. La prima è quella che mira alla messa insicurezza degli elementi pericolanti in corrispondenza delle due arcate, la centrale e la prima verso destra. A tal fine è prevista il montaggio di tra battello e/o ponteggio per tutta la durata dei lavori, il ripristino localizzo nato delle lesioni e dei distaccamenti della colonna, dell’architrave e delle cornici in pietra arenaria, mediante il puntellamento delle parti per evitarne la caduta o ulteriori fratture, la rimozione e l’asportazione delle parti incoerenti, la pulizia e rimozione delle parti, la realizzazione di ancoraggi e legature con barre o chiodi in acciaio inox o fibra sintetiche o di carbonio, il successivo incollaggio degli elementi distaccati con malte epossidiche ed inerti selezionati tipo Templum Stucco o eq. (colore arenaria grigia) e successiva ricostituzione delle parti mancanti la stessa malta.

E’ altresì previsto il consolidamento andante di superfici lapidee da eseguirsi mediante impregnazione con silicato d’etile, per mezzo di pennelli, siringhe o pipette nei casi di disgregazione o polverizzazione, onde favorire la ricostruzione delle proprietà meccaniche del materiale originario mediante assorbimento capillare nelle zone degradate del manufatto. L’intervento sarà completato con la revisione ed il restauro delle pareti adiacenti, con il Figura 5 – Dopoguerra; vista da via del Casino lavaggio dell’intera parete, la scarnitura, la sigillatura e la stilatura (anche incassata) dei giunti su paramenti di pietra o tufo a faccia vista da eseguire a qualsiasi altezza con malta esente da cemento e carbonato di calcio, con sabbia e pozzolana, con l’eventuale inserimento di La scuola

Image and video hosting by TinyPicCon progetto dell’Ufficio Tecnico del Comune di Livorno nel 1985 viene completata la frammenti di laterizio (tegoli) pestato per l’ottenimento di malte simili a quelle esistenti per composizione e tonalità cromatiche. Per l’esecuzione di questo primo intervento, limitato alla 3° e 5° arcata si prevede una spesa complessiva di € 25.000,00. La durata prevista dell’intervento viene valutata in 50 giorni consecutivi, anche per recepire eventuali indicazioni da parte della SSVVBBAA.

A seguire sarà premura dell’A.C. programmare un secondo intervento di restauro esteso a tutte le murature rimaste, sia sulla facciata prospiciente via San Marco ma anche su Scali del Teatro e via del Casino. Questo lotto che interesserà non solo le rovine dell’ex Teatro, dovrà risolvere anche le molte infiltrazioni di acqua nella serra in acciaio e vetro, oltre a pensare ad alcuni allestimenti che illustrino il fortissimo valore storico del luogo.

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