“Neruda” il nuovo film di Pablo Larraìn

neruda-0319ottobre 2016 di Donatella Nesti

neruda-fotoChi frequenta il festival del cinema conosce bene il talento  del regista cileno uno dei più giovani ed innovativi, con uno stile inconfondibile ma anche con una grande capacità di cambiare registro.  Non è facile identificarsi con i suoi sgradevoli personaggi basti pensare all’attore feticcio Alfredo  Castro protagonista di “Toni Manero” e “Post  mortem” quest’ultimo proiettato alla Mostra del cinema di Venezia come “Jakie”, presentato nell’ultima edizione della Mostra e vincitore del premio per la sceneggiatura. E’ spesso il Cile e i suoi tormentati anni protagonista delle sue pellicole sia che si parli dell’opposizione alla dittatura in “No-i giorni dell’arcobaleno “  sia che si parli dei preti pedofili confinati in un paesino sperduto nel film “El club.”

L’ultimo film affronta un momento della vita del grande Pablo Neruda ma non è un biopic ed il protagonista è rappresentato non solo come oppositore alla dittatura e grande poeta ma anche uomo sovrappeso e pieno di vizi. E’ il 1948 e la Guerra Fredda è arrivata anche in Cile. Al congresso, il Senatore  Pablo Neruda (Luis Gnecco) accusa il governo di tradire il Partito Comunista e rapidamente viene messo sotto accusa dal Presidente Gonzalez Videla (Alfredo Castro). Il Prefetto della Polizia, Oscar Peluchonneau (Gael GarcíaBernal), viene incaricato di arrestare il poeta.Neruda tenta di scappare dal paese assieme alla moglie, la pittrice Delia del Carril (Mercedes Morán), e i due sono costretti a nascondersi. Traendo ispirazione dai drammatici eventi della sua vita di fuggitivo, Neruda scrive la sua epica raccolta di poesie, “Canto General”. Nel frattempo, in Europa, cresce la leggenda del poeta inseguito dal poliziotto, e alcuni artisti capitanati da Pablo Picasso iniziano a invocare la libertà per Neruda. Ciononostante, Neruda vede questa battaglia contro la sua nemesi Peluchonneau come un’opportunità per reinventare se stesso. Gioca con l’ispettore, lasciandogli indizi architettati per rendere più  pericoloso e intimo il loro gioco tra ‘gatto e topo’. In questa vicenda del poeta perseguitato e del suo avversario implacabile, Neruda intravede per se stesso dei risvolti eroici: la possibilità, cioè, di  diventare un simbolo di libertà, oltre che una leggenda.

“Neruda amava le storie poliziesche è per questo che il film è un road movie  arricchito dall’elemento delle indagini della polizia ”dichiara il regista “ un genere che implica   cambiamenti e personaggi che si evolvono e, nel nostro caso, elementi della farsa e anche dell’assurdo. Vediamo il paesaggio, e tutto il movimento all’interno di esso, come un processo trasformativo e illuminante Nessuno rimane esattamente com’era all’inizio, né il cacciatore, né la preda. Abbiamo inventato un mondo, esattamente come Neruda ha inventato il suo.  Il film che abbiamo fatto è più un film “Nerudiano” che un film su Neruda; o forse è entrambe le cose. Abbiamo creato un romanzo che ci avrebbe fatto piacere che Neruda leggesse.” La parte finale del film girata in uno splendido  paesaggio innevato conferiscono al film la dimensione del sogno e della favola.

 Neruda è stato presentato nella Quinzaine des réalisateurs al Festival di Cannes del 2016 e nel settembre 2016 è stata candidato dal Cile per la categoria Miglior film in lingua straniera ai prossimi Oscar.

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