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Si è svolta stamane in piazza di Montecitorio la manifestazione indetta da CGL, CISL e UIL per protestare contro il il Decreto-legge 78 del Governo, che trasferisce il personale della Polizia Provinciale nella Polizia Municipale, cancellando tutte le funzioni delle Province in materia di antibracconaggio, tutela ambientale e soccorso della fauna selvatica in difficoltà
26giugno 2015 Da L. Gambaggini, Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale
Una contro-riforma territoriale che desta forti preoccupazioni anche per oasi, riserve naturali e cura della fauna.
Questi i commenti di 15 tra le maggiori associazioni ambientaliste riconosciute (Accademia Kronos, Ambiente e Lavoro, AIIG, CAI, CTS, Federazione Pro Natura, FIAB, Greenpeace Italia, LAC, Legambiente, LIPU, Marevivo, Sigea, Touring Club Italiano, WWF) a proposito del Decreto legge 78/2015 “Misure urgenti in materia di enti territoriali”, pubblicato il 19 giugno e trasmesso al Senato per l’iter di conversione in legge, che, tra le altre cose, azzererebbe lo storico ruolo delle polizie provinciali su cui chiedono un ripensamento del Governo, o comunque un intervento del Parlamento nella fase di conversione in legge del provvedimento, che scelga la via della regionalizzazione:
- “Scelta infausta, meglio la regionalizzazione. Correggere subito il decreto-leggeche fa transitare le polizie provinciali nei ruoli delle polizie municipali per evitare ulteriori danni all’ambiente. La scelta del Governo di azzerare le funzioni di tutela ambientale delle polizie provinciali, mentre ancora non è chiaro il destino del Corpo Forestale dello Stato, per destinarne il personale preposto a compiti di polizia municipale provocherebbe un crollo verticale della vigilanza e dei controlli e dunque un danno all’ambiente di grandi proporzioni, proprio quando la recente introduzione degli ecoreati comporterebbe un rafforzamento delle azioni di contrasto agli illeciti ambientali”.
- “Ben prima dell’emanazione del decreto 78/2015, le nostre associazioni avevano consegnato al Sottosegretario degli Affari regionali GianclaudioBressa una dettagliata nota con cui si illustravano con chiarezza i problemi e si indicavano le soluzioni atte a di garantire la prosecuzione dei servizi, anche attraverso opportune forme di regionalizzazione. La scelta del Governo, dettata apparentemente da mere ragioni di tagli lineari, è stata invece di segno opposto e sta conducendo a quello che può davvero rivelarsi un errore gravissimo per la tutela ambientale in Italia.
- “La mobilità indotta, verso i comuni con piccoli vuoti di organico, svilirebbe i ben diversi compiti di 2.700 ufficiali e agenti provinciali e farebbe disperdere competenze acquisite negli anni, in materie molto delicate quali lo smaltimento dei rifiuti, la difesa del suolo, la tutela della qualità dell’aria, l’inquinamento acustico e delle acque, la vigilanza su caccia e pesca, il contrasto al bracconaggio e la tutela della fauna selvatica.
Si tratta evidentemente di funzioni essenziali e fortemente specializzate, che non troverebbero alcuna sostituzione e dunque resterebbero scoperte, con rischi ambientali davvero incalcolabili e persino risvolti di infrazione al diritto ambientale europeo, vista la sostanziale impossibilità di realizzare una soddisfacente vigilanza sulla corretta applicazione delle norme ambientali comunitarie.
Quella delle polizie provinciali non è tuttavia l’unica preoccupazione che la riorganizzazione territoriale partita con la legge Delrio sta suscitando. Oasi di protezione, Riserve naturali, Centri per il recupero della fauna selvatica, su cui vigeva la competenza provinciale, si trovano oggi in gran parte d’Italia in seria difficoltà, in termini di deficit gestionale, assenza di finanziamenti e mancanza di rifermenti tecnico-istituzionali. Una situazione davvero grave, che il Governo e le amministrazioni locali non possono più ignorare e che deve trovare subito, già dalla conversione del decreto 78, una soluzione adeguata”.
Mentre ancora non è chiaro il destino del Corpo Forestale dello Stato, L’AIPP (Associazione Italiana Agenti e Ufficiali di Polizia Provinciale) ribadisce che, quello delle mura comunali è l’ambito più inopportuno per l’espletamento delle indagini e dei compiti di polizia giudiziaria in materia di uso del suolo, cave, vincoli paesistici ed idrogeologici, vigilanza su caccia e pesca, prevenzione del fenomeno delle discariche e degli sversamenti inquinanti illeciti. Destinarne il personale preposto a compiti di polizia municipale provocherebbe un crollo verticale della vigilanza e dei controlli e dunque un danno all’ambiente di grandi proporzioni, proprio quando la recente introduzione degli ecoreati comporterebbe un rafforzamento delle azioni di contrasto agli illeciti ambientali”.