Proseguono gli esperimenti su Mario Kompai II, il robot studiato qualche anno fa per gli anziani fragili (leggi alzheimer e demenza senile)

Guardiamo al futuro ed al lavoro futuro

27settembre 2017 di Ruggero Morelli

La società francese Robosoft, dopo i primi tentativi, ha coinvolto nel progetto Mario la R2m Solution, ilCnr, l’università del Galles e l’Ospedale del Vaticano e così ha ricevuto i finanziamenti della Commissione europea. Il piccolo robot ha un volto che ispira simpatia, con il tocco il tablet risponde con semplicità, offre un sostegno fisico, riesce a vedere ed a percepire chi gli sta davanti e si muove su ruote per garantire sicurezza.

Oggi Mario si aggira nei corridoi dell’ospedale ‘Casa del sollievo’ a San Giovanni Rotondo, il più grande del sud nella fase pilota.

L’obbiettivo di aiutare chi assiste gli anziani, che necessitano anche di 20 ore al giorno, si unisce a quello del risparmio sulla notevole spesa sanitaria. L’OMS stima in 47 milioni le persone che soffrono di demenza senile, e l’assistenza costa circa un trilione l’anno. Il numero dei malati può arrivare a 90 milioni nel giro di 20 anni. Ed allora si deve sperare anche nei robot sanitari  orgogliosi del fatto che l’Itala è presente nella ricerca; infatti anche l’Iit di Genova con Giorgio Metta ci dice che in questo settore è molto avanti col progetto R1.

Alcuni progetti simili a Mario Kompai sono:

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