Recensione del libro “Il porco in carrozza” autore Michele Rosato, BookSprint Edizioni

Il porco in carrozza.  “Ferite che, attraverso lo specchio della dignità, diventano speranze.”

13luglio 2016 di Serena Campani e Federica Mattei
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Image and video hosting by TinyPicChi di noi non ha mai accarezzato l’idea di raccontare la storia della sua famiglia in un bel romanzo? Ed è questo che ha fatto Michele Rosato, rielaborando i diari del padre Giovanni, narrando vicende semplici e al contempo straordinarie, accadute durante la Seconda Guerra Mondiale  e negli anni successivi.

Fascismo, antifascismo, guerra e emigrazione italiana all’estero fanno da sottofondo sia alla storia avventurosa di un ragazzo, costretto dalle necessità contingenti, a diventare uomo in fretta, sia a storie d’amore velate dalla sofferenza della fame, della lontananza, del clima di violenza nel quale sono sbocciate. Di rilievo le figure femminili. La madre Gemma, ma soprattutto Teresa, figlia,  sorella, fidanzata poi moglie e madre dolce e coraggiosa come solo sanno essere le donne forti, definita dall’autore – e figlio- “serva”, “vittima”, “martire”, ma anche donna dalla grande dignità. Una storia ricca di mille sfaccettature, che si dipana lungo il filo della memoria e che si intreccia nel telaio della storia italiana, della campagna di Lenola e della città di Littoria (oggi Latina).

Emerge un quadro di un’Italia contadina prima e attraversata dal boom economico poi, ma al contempo alle prese con forti movimenti migratori verso paesi come il Canada – dove però al protagonista non è consentito andare perché in possesso della tessera del Partito Comunista- e come la Svizzera.

Quasi sul finire del racconto , il lettore può incontrare l’illustre lenolese Pietro Ingrao, militante nel partito comunista italiano, che nel 1948 torna nel paese natale per tenere un comizio in vista delle prime elezioni legislative della neonata Repubblica Italiana. Ma Ingrao, seppur stimatissimo dalla comunità locale, raccoglierà soltanto 13 voti, tra cui quello del nostro Giovanni…

Dall’incontro con l’autore emerge la volontà di tramandare ai figli la “nostra” storia, intesa come coscienza sociale, l’intento di trasformare una vicenda anche intima e personale in una storia collettiva, affinché le generazioni che verranno possano trarre insegnamenti e, guardandosi allo specchio, radicare nel passato i loro progetti futuri.

Un racconto emozionante, ben scritto, che coinvolge il lettore anche grazie alla tecnica narrativa del presente storico. Una lettura godibile ad ogni età, raccontata con immediatezza, incisiva anche nelle sue parti più semplici e interpretabile a molteplici livelli. Lo scrittore ci ha confidato che ad alcuni lettori è capitato di non riuscire più a staccarsene, come se fosse una droga. Altri invece lo hanno letto lentamente, gustandoselo come un cibo prelibato, nella speranza che non finisse mai. Qualche persona più sensibile, a causa della drammaticità delle vicende narrate in alcuni capitoli, ha anche pianto.

Il lettore vivrà l’emozione di immergersi in un’epoca passata, attraversata da una guerra che aveva acuito i già tanti problemi esistenti. Sarà, dunque,  come guardarsi allo specchio e vedere nell’immagine riflessa le ferite, la dignità e la speranza di un’intera collettività. Lasciando il lettore nella suspance di sapere chi sia stato e chi è oggi “Il porco in carrozza”… Image and video hosting by TinyPic

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