
A cominciare da una nuova legge elettorale che restituisca la piena sovranità ai cittadini, e appoggio ai referendum della CGIL, su voucher e subappalti
23febbraio 2017 di Beatrice Bardelli
Petizione ai Presidenti di Camera e Senato da firmare su change.org
I Comitati che hanno sostenuto il NO al referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre non si sono fermati. Anzi, caricati dalla splendida vittoria referendaria, hanno deciso di continuare a vigilare per la difesa della Costituzione per evitare l’errore del 2006 quando, dopo aver vinto il tentativo di Berlusconi di stravolgere la Carta costituzionale, i comitati abbassarono la guardia ed in pratica si sciolsero credendo di poter stare tranquilli.
La storia ha insegnato che non è stato così. In un mondo in cui lo strapotere economico-finanziario delle multinazionali sta tentando di trasformare i nostri diritti (dal lavoro alla salute) in merce, ci saranno sempre i tentativi di attaccare la nostra Costituzione repubblicana del ‘48, accusata di essere una Costituzione socialista perché difende i diritti dei lavoratori e perché fonda le proprie radici sul principio della sovranità popolare. L’art. 1, infatti, recita:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Da quel primo Principio fondamentale derivano tutti gli altri articoli della Carta Costituzionale compresa l’architettura dello Stato e le garanzie di partecipazione dei cittadini attraverso il voto (“dovere civico”) che deve essere “personale ed eguale, libero e segreto” (art.48).
Lo scorso sabato, a Bologna, si sono incontrati i comitati locali appartenenti alla Rete per la Costituzione per confermare la volontà unanime di mantenere e rivitalizzare i rapporti fra i vari componenti della Rete, continuare a partecipare al Comitato per il No nel referendum costituzionale e al Comitato contro l’Italicum e per discutere e definire un programma operativo a breve e medio termine.
- Innanzitutto, è stato preso l’impegno per il successo della petizione ‘Restituire la sovranità agli elettori”, che sarà inviata ai presidenti di Camera e Senato (change.org restituire la sovranità agli elettori), e che in pochi giorni ha già superato le 12.000 firme.
- In secondo luogo, è stata confermata l’adesione alle decisioni assunte in occasione della assemblea nazionale del 21 gennaio scorso a Roma (www.referendum costituzionale. Idee per il nostro futuro, testo conclusivo) in cui è stato preso l’impegno di lavorare nei prossimi mesi sui seguenti temi:
- 1) Costituzione: per la salvaguardia dei suoi fondamenti democratici e rappresentativi e la piena attuazione dei suoi principi;
- Legge elettorale proporzionale: diritto degli elettori di eleggere tutti i loro rappresentanti e modifiche per il voto all’estero;
- modifica delle leggi che regolano le raccolte delle firme per i referendum e per le leggi di iniziativa popolare, al fine di renderle più semplici e meno costose;
- sostegno alle iniziative referendarie per i diritti di chi lavora e al mondo della scuola per modificare i provvedimenti del governo Renzi;
- lavoro di approfondimento per la piena attuazione della Costituzione;
- impegno per la modifica dell’articolo 81 sul pareggio di bilancio in presenza di un nuovo parlamento.
- In terzo luogo, si è deciso di sollecitare i dirigenti nazionali dei due comitati (No al referendum costituzionale e No all’Italicum, n.d.r.) affinché decidano in tempi stretti una nuova denominazione che sostituisca ogni riferimento al No, anche nella prospettiva dell’impegno in favore del SI nei referendum indetti dalla CGIL su voucher e subappalti. Il suggerimento dei comitati nazionali è stato quello di recuperare la denominazione ‘Coordinamento per la Democrazia Costituzionale’ già utilizzato da alcune realtà locali, di prevedere un ruolo maggiore delle realtà territoriali e di migliorare i rapporti interni ed esterni per una migliore comunicazione tra i soggetti.
- L’assemblea di Bologna ha ribadito, inoltre, la natura pluralistica ed aperta dei comitati, l’autonomia dei comitati locali ed il rifiuto di strutture rigide e di forme di ‘disciplina di organizzazione’ (iscrizione, tesseramento ecc.).
Sul piano delle attività concrete i comitati presenti hanno esaminato e concordato alcune proposte di iniziative da condividere all’interno della Rete e da proporre agli organismi dei Comitati nazionali. Nell’ordine:
- la ripresa della proposta di inserire nei programmi scolastici lo studio della Carta Costituzionale e un impegno per essere presenti nel mondo della scuola con iniziative informative sui temi istituzionali;
- la Costituzione di un osservatorio per esaminare preventivamente possibili elementi di incostituzionalità presenti nelle norme all’approvazione degli organismi legislativi. Questo perché la procedura di accesso alla valutazione della Consulta è notoriamente complessa e costosa e non sempre praticabile. L’osservatorio, che dovrebbe avvalersi della consulenza dei numerosi costituzionalisti che collaborano con i nostri comitati, potrebbe essere costituito da gruppi ‘tematici’ operanti in rete e puntare alla migliore informazione della opinione pubblica;
- l’opportunità di aprire un tavolo di confronto che analizzi gli elementi di contraddizione fra i Principi costituzionali e le strategie dell’economia neo-liberista, in previsione della possibile organizzazione di un convegno su questo tema da svolgersi in contemporanea con il G7, possibilmente in Sicilia (escludendo per ovvii motivi Taormina).
Si è infine confermato l’impegno di partecipazione alla associazione Salviamo la Costituzione, di cui si auspica il rilancio, per il suo ruolo per la difesa e l’attuazione della Carta costituzionale e come punto di incontro dei maggiori costituzionalisti italiani che potrebbero costituire una specie di ‘comitato scientifico’ dello stesso CDC.