12 maggio 2016 da Tiziano Carradori
“E’ la legittima protesta di chi teme di non uscire più dalla spirale della disoccupazione di lunga durata. Dove ci sono state crisi industriali, processi di espulsione e licenziamenti è evidente che bisogna intervenire con misure diverse. Se penso ai danni prodotti dal capitalismo finanziario e a quanto ci è costata la ricchezza di pochi, credo sia davvero venuto il momento, parafraso, di cambiare verso, mettendo regole a quel capitalismo che distrugge il lavoro, l’impresa, la speranza e la prospettiva dei ceti più deboli della popolazione”.
Lo ha detto il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, parlando alle decine di operai provenienti dalla provincia di Livorno, arrivati questa mattina a Roma per manifestare davanti al ministero del lavoro, dove il ministro Giuliano Poletti aveva convocato, su richiesta della Toscana, i presidenti delle Regioni su cui insistono aree di crisi industriale.
“Rispetto ad alcune delle cose necessarie -ha precisato Rossi- c’è già l’impegno di Governo e Regione però chi è nelle liste di disoccupazione non può aspettare i tempi lunghi della ripresa e degli interventi strutturali che pure hanno successo e stanno attraendo investimenti. Serve un reddito di inserimento sociale. Il Governo in questo senso si sta muovendo, ma è ancora troppo poco e si deve fare di più. C’è bisogno di iniziative per il ricollocamento al lavoro, per la formazione, di assegni di ricollocamento, di finanziare i lavori di pubblica utilità. Non è certo scandaloso pensare che chi è disoccupato da lungo tempo svolgere lavori pubblici in cambio di un contributo che consenta la dignità di portare qualcosa a casa”.
Rossi ha ricordato poi che la Regione a Piombino e Livorno ha fatto interventi strutturali e sta lavorando anche per la provincia di Massa e Carrara.
“Penso infine – ha concluso il presidente Rossi – ai danni prodotti dal capitalismo finanziario e a quanto ci è costata la ricchezza di pochi. Si parla di cifre inimmaginabili nell’ordine di trilioni di miliardi che sono stati spesi per risanare le banche e far fronte ai fenomeni speculativi che hanno attaccato i debiti degli Stati, come sappiamo bene anche in Italia. E’ venuto il momento di redistribuire tutta questa ricchezza che è andata nelle mani di pochi”.