Sostegno alla popolazione di Afrin e di Rojava dai Comuni di: Livorno, Collesalvetti e Pisa

20marzo 2018 redazione

Sostegno alla popolazione di Afrin e di Rojava, dal Comune di Livorno

“Anche Livorno deve far sentire la propria voce per fermare questo disastro umanitario”:

queste le parole dell’assessore alla Cooperazione e alla Pace Andrea Morini nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Palazzo Comunale alla quale hanno partecipato i rappresentanti di Mezzaluna Rossa Kurdistan Italia Onlus,  Erdal Karabey della Comunità Curda della Toscana, ai consiglieri Galigani e Esposito per il gruppo M5S, di Pecoretti e Grillotti per Livorno Libera oltre a Maltinti per il Partito Democratico.

La Siria, a partire dal 2011, è stata teatro di una sanguinosa guerra civile. I morti si contano a decine di migliaia – si stima che dall’inizio del conflitto siano oltre 500.000 i morti, di cui circa un terzo civili – mentre sono 150 mila i civili in fuga da Afrin, il distretto curdo nel nordovest del Paese obiettivo di un’offensiva delle forze armate di Ankara e dei ribelli siriani alleati, conquistata ieri, domenica 18 marzo, dall’esercito turco. L’aggressione dell’esercito turco (secondo per numero nell’ambito NATO) nei territori del cantone siriano della Rojava viola i basilari principi del diritto internazionale, con le terribili immagini che circolano in rete sulle tante vittime civili, soprattutto bambini, donne e anziani, hanno portato, ha aggiunto Morini “tutte le forze presenti in Consiglio Comunale a condannare fermamente questo massacro e appellarsi alla diplomazia perché faccia sentire finalmente la propria voce.”

“Quando in questo mandato il Comune di Livorno ha voluto ricordare il genocidio armeno (avvenuto nel 1915/1916) il Presidente del Consiglio Comunale ha ricevuto le irritate rimostranze della Turchia attraverso l’ambasciata turca in Italia prima e addirittura lo stesso Erdogan poi. Questa la reazione turca per il tentativo di questo Comune per ripristinare la verità storica circa fatti avvenuti oltre un secolo fa” ha detto Esposito figuriamoci oggi che parliamo di una tragedia sotto gli occhi di tutti”.

Per chi volesse far contribuire sul sito di Mezzaluna Kurdistan sono presenti due campagne crowdfunding per la realizzazione di un ospedale nella Rojava e una lanciata per Afrin. Nei prossimi giorni verrà affisso uno striscione di solidarietà alle popolazioni colpite sulla facciata di Palazzo Comunale.

Sostegno alla popolazione di Afrin e di Rojava  dal Consiglio Comunale di Collesalvetti

Nella seduta del 14 febbraio del Consiglio Comunale di Collesalvetti, è stato approvato, con voto favorevole di tutta la maggioranza e di un consigliere d’opposizione e due astenuti, il documento di condanna dell’attacco della Turchia nel distretto di Afrin e nella regione autonoma di Rojava.

Il Consiglio Comunale di Collesalvetti, con l’approvazione del documento, intende esprimere solidarietà ed il proprio sostegno alla popolazione di Afrin e dell’intero Rojava ma altresì chiedere al Governo Italiano di condannare quanto accaduto e di fare pressioni sul Governo Turco per la cessazione degli attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione del cantone di Afrin e dell’intero Rojava. Il Consiglio Comunale intende inoltre chiedere al Governo Italiano di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune, con particolare riferimento all’Unione Europea, al Consiglio di Europa e alla NATO, la ferma condanna di quanto accaduto e l’attivazione di tutti gli atti politici necessari per tutelare la popolazione del Rojava e il rispetto delle libertà democratiche.

Questo il testo della mozione a sostegno alle popolazioni di Afrin e di Rojava

  • Premesso che, la Siria a partire dal 2011 è stata teatro di una sanguinosa guerra civile; seppur in mancanza di dati certi, si stima che dall’inizio del conflitto siano oltre 500.000 i morti, di cui circa un terzo civili;
  • secondo i dati dell’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari la guerra in Siria ha provocato un esodo di massa di persone in fuga dal conflitto con circa 5 milioni di rifugiati ed oltre 6 milioni di sfollati;
  • nel 2014, a seguito dell’avanzata del fondamentalismo islamico, lo Stato Islamico (ISIS) è arrivato ad occupare circa un terzo dell’intero territorio siriano, tra cui il cosiddetto “kurdistan siriano” ed i governatorati di Raqqa e Deir el-Zor;
  • nel 2015 la sconfitta nella battaglia della città curda di Kobane ha di fatto segnato l’inizio del “reverse course” e l’arresto dell’avanzata dell’Isis;
  • le unità di difesa popolare degli YPG e YPJ, inquadrate nell’alleanza curdo-araba (SDF) sostenuta dagli Stati Uniti e parte integrante nella coalizione internazionale anti-terrorismo islamico, sono state fondamentali nella resistenza al terrore dello Stato Islamico, contribuendo alla liberazione dal Califfato delle città di Aleppo, Raqqa e dell’intero nord della Siria;
  • a seguito della sconfitta dell’Isis, ad Afrin e negli altri cantoni della regione del Rojava convivono oggi pacificamente curdi, arabi, cristiani ed etnie diverse in un innovativo e moderno sistema di democrazia partecipata, paritaria e di uguaglianza tra i sessi;
  • le SDF curdo-arabe non hanno mai minacciato né attaccato i confini turchi;
  • Considerato che, lo scorso 20 gennaio la Turchia con l’offensiva militare denominata “Ramoscello d’Ulivo”, ha violato la sovranità territoriale siriana, attaccando senza alcuna motivazione e giustificazione il cantone curdo di Afrin nel nord ovest della Siria;
  • già nell’estate 2016 la Turchia aveva lanciato nel nord della Siria l’operazione militare denominata “Scudo sull’Eufrate”, con la scusa di combattere Daesh, ma con il preciso obiettivo di dividere i territori del Rojava curdo;
  • l’offensiva militare turca, effettuata mediante attacchi di terra e raid aerei, ha già causato decine di vittime anche tra la popolazione civile, non risparmiando neppure il campo profughi di Rubar, ospitante oltre 20.000 rifugiati provenienti dal resto della Siria;
  • il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato di voler estendere l’offensiva militare a tutto il territorio abitato dai curdi nel nord della Siria;
  • l’aggressione militare della Turchia rappresenta un vero e proprio crimine contro l’umanità e si sta compiendo nel pressoché totale silenzio della Comunità Internazionale e che è a rischio l’incolumità e la sicurezza di decine di migliaia di civili e di rifugiati;
  • questa aggressione militare va ad aggiungersi alle distruzioni delle città curde in Turchia, al massacro di centinaia di civili, alla destituzione e all’arresto di numerosi altri Sindaci ed eletti locali in atto a partire dal 2015;
  • Ricordato che dal 1952 la Turchia è membro effettivo della Nato;
  • dal 2005 sono aperti i negoziati per l’adesione della Turchia all’Unione Europea;
  • l’Italia è uno dei principali partner commerciali della Turchia, con un interscambio commerciale di 16,2 miliardi di dollari nel 2016 e oltre 1300 società ed aziende con partecipazione italiana presenti in Turchia;

Sostegno alla popolazione di Afrin e di Rojava  dal Consiglio Comunale di Pisa

La Conferenza dei Capigruppo del Comune di Pisa (Francesco Auletta, Simonetta Ghezzani, Stefano Landucci, Marco Ricci) in data 7 Maggio 2015, ha incontrato una delegazione della Municipalità di Suruç composta da il Sig. Tatli Faruk, coordinatore dell’unità di crisi per Kobane della Municipalità di Suruç, il Sig.r Sensal Orhan, Co-Sindaco della Municipalità di Suruç. Esprime solidarietà ed il proprio sostegno alla popolazione di Afrin e dell’intero Rojava;

  • Chiede al Governo Italiano di condannare quanto accaduto e di fare pressioni sul Governo Turco per la cessazione degli attacchi indiscriminati nei confronti della popolazione del cantone di Afrin e dell’intero Rojava; 
  • Chiede al Governo Italiano di impegnarsi a promuovere in tutte le sedi istituzionali opportune – con particolare riferimento all’Unione Europea, al Consiglio di Europa e alla Nato – la ferma condanna di quanto avvenuto e l’attivazione di tutti gli atti politici necessari per tutelare la popolazione del Rojava e il rispetto delle libertà democratiche. (s.spa.)

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