Si chiude con lo strepitoso concerto dei Delines la stagione 2025 del Backdoor Festival
24 Maggio 2025, di Michele Faliani
Per quanto mi riguarda, è bastato che Willy Vlautin desse l’attacco con un Sol7+ alla title track dell’ultimo lavoro della band (“Mr. Luck & Ms. Doom”) per capire immediatamente che quello dei Delines non sarebbe stato un concerto come un altro.
E da queste parti non è una novità, visto che il Backdoor (ovvero IL FESTIVAL musical-letterario che si tiene nel retro della Casa del Popolo di Castelfranco di Sotto) è – insieme ad altri 2-3 posti in Toscana – il sancta sanctorum della musica d’autore, sempre affollato da una cricca di malati di musica che rendono un’anonima sala di un’anonima casa del popolo della provincia cronica pisana in un posto dove ritrovarsi ad ascoltare buona musica e a passare 2-3 ore in compagnia di amici con sempre in mano qualche libro, più di un disco e nel cellulare qualche biglietto digitale di qualche concerto che sarà da qualche parte nei giorni a venire.
È bastato quel Sol7+, dicevo, perché i Delines proprio non li conoscevo. Non li avevo neanche mai sentiti nominare, accidenti a me, nonostante il suddetto Willy Vlautin fosse stato in passato il leader dei Richmond Fontaine, band a me molto cara. In 5 sul palco (oltre a Vlautin, Amy Boone alla voce, Cory Grey alle tastiere e alla tromba, Sean Oldham alla batteria e Fred Trujillo al basso) hanno avuto il potere di ipnotizzarmi fin dai primi minuti del concerto, con il loro country-rock obliquo e polveroso dal sapore soul, con quella loro eleganza che si sposa con la malinconia delle storie che raccontano. Un suono che talvolta ricorda il rock di frontiera dei Calexico (soprattutto quando Grey soffia nella sua tromba) ma anche alcune cose del periodo anni 80 di Paul Weller; “My blood bleeds the darkest blue” è forse l’episodio più cinematico del set, con le sue atmosfere morriconiane, mentre “The haunting thoughts” è forse l’episodio migliore, con la lunga coda strumentale costruita sull’incontro fra tromba e delay. Ma ogni singola canzone è, davvero, un piccolo capolavoro, una piccola storia che sembra scaturire dalla stessa terra polverosa e ostinata: quella dei lunghi rettilinei desertici, dei pickup arrugginiti, delle esistenze sgangherate ma piene di dignità. Il concerto si chiude con il solo Grey a suonare la sua tastiera e a giocare con i suoi effetti, mentre gli altri 4 membri della band cantano a quattro voci una strepitosa “Dilaudid Diane”, che dopo un encore di quattro brani conclude il concerto. Concerto che è stato preceduto da un’interessante chiacchierata con Willy Vlautin intervistato da Stiv Cantarelli, nella quale il musicista ha parlato dei suoi numerosi romanzi e sul rapporto fra musica e letteratura.
Si chiude così l’edizione 2025 del Backdoor, una delle più belle realtà della Toscana: un gruppo di amici che nel tempo ha costruito un’identità coraggiosa e controcorrente che merita di essere sostenuta da tutti noi.
L’appuntamento è al 2026, siamo sicuri che sarà un’altra edizione indimenticabile.
La setlist del concerto:
1. Mr. Luck & Ms. Doom
2. Maureen’s Gone Missing
3. Little Earl
4. That Old Haunted Place
5. Nancy & The Pensacola Pimp
6. Roll Back My Life
7. Haunted Thoughts
8. JP & Me
9. My Blood Bleeds The Darkest Blue
10. Don’t Miss Your Bus Lorraine
11. Sitting on the Curb
12. Left Hook Like Frazier
13. Don’t Think Less Of Me
Encore:
14. Lynette’s Lament
15. Calling In
16. The Imperial
17. Dilaudid Diane