Oltre alla scontata solidarietà ai lavoratori della TRW che rischiano di perdere il posto di lavoro con le drammatiche conseguenze per questi lavoratori e per le loro famiglie, dobbiamo valutare le disastrose ricadute economiche che comporterebbe per la nostra città la chiusura di questa attività industriale.
30ottobre 2014 da Vladimiro Mannocci, Rifondazione Comunista Livorno
Della caduta ne risentirebbe il sistema commerciale e dei servizi, producendo un effetto domino per tutta la città. Non è possibile che da un’altra parte del mondo un Consiglio di Amministrazione decida la chiusura di questa unità produttiva, dopo aver usufruito di denaro pubblico. Da anni combattiamo e denunciamo una deriva politica e amministrativa che ha progressivamente abbandonato l’obiettivo di sviluppare le attività industriali, puntando su uno sviluppo del terziario “povero”, pensando di fare di Livorno una Disneyland senza Topolino e Paperino.
Ad oggi manca un’idea guida che rimetta al centro dell’attività politica ed istituzionale un’idea di sviluppo nella quale porto, logistica, attività manifatturiere ad alto valore aggiunto siano i fattori centrali del nostro sviluppo, non trascurando come fattore complementare il turismo.
Per questo occorre una discontinuità con le politiche delle passate amministrazioni che ci hanno condotto in questa situazione. Oltre a contrastare con ogni mezzo la chiusura di questa fabbrica, affrontando una emergenza, è necessario anche mettere in campo strumenti progetti, idee e strumenti in condizione di invertire questa tendenza. Oltre a creare una forte coesione, sensibilizzando i cittadini livornesi, occorre una mobilitazione attiva.