Vicenda Aamps: il punto di vista dalla Lega Nord

consiglio comunale livornoUn Consiglio Comunale all’insegna della ipocrisia ha consumato il rito del tutti contro tutti

1ottobre 2015 da Lega Nord, Livorno

Il PD ignaro di aver governato, le opposizioni di aver dato fiato elettorale ai 5 Stelle che ora considerano mediocri governanti e i 5 Stelle ignari che non si governa con la ideologia ed il pressapochismo. La posizione della Lega è chiara: “i Livornesi non meritano di pagare con più tasse e meno servizi il dissesto dell’azienda col rischio di ricominciare daccapo come niente fosse”.

I nodi sono venuti alla fine al pettine dopo furbizie, rinvii, superficialità, attese messianiche e bilanci al make up rammendati coprendo debiti su altri debiti. Del disastro sono responsabili amministratori passati e recenti messi alle strette dagli obblighi di legge dei Sindaci Revisori. Dopo una giornata di rissa non solo politica il Consiglio Comunale partorisce un rinvio di una settimana. Nell’attesa di un improbabile miracolo. Dopo aver tergiversato per 18 mesi la Giunta 5Stelle a pezzi arretra meditando alla fine che è meglio che paghino gli ignari cittadini (famiglie e piccole imprese) che nessuno difende, con più tasse e meno servizi.

La gestione inefficiente ed opaca di Aamps proseguirà come nell’era PD coprendo i debiti con altri debiti per non aver messo mano al Piano del supermanager Rosi.

rifiuti urbaniLa domanda che ci si pone di fronte ai conti disastrati dell’azienda ed ai molteplici interessi che vi orbitano intorno (consulenze e fornitori vari) è se la Politica sia interessata davvero al servizio di pulizia della città ed al lavoro o sotto sotto sia interessata ad altro. Detto questo bisogna essere chiari con tutti,cittadini,lavoratori,fornitori, che la bacchetta magica dopo il tempo dei trucchi non c’è e che occorre una tempo di transizione per conseguire più avanzati livelli di tecnologia e di efficienza nella gestione della raccolta e smaltimento dei Rifiuti. Un gruppo qualificato di esperti deve rispondere alla domanda se in questa drammatica situazione l’Azienda sia in grado di camminare da sola, a quale prezzo ed in quali condizioni organizzative, senza pregiudizi ideologici o politici.

Una domanda deve essere rivolta a quelli che fanno finta di non aver saputo ovvero: perché i lavoratori non sono stati informati per tempo e da tempo che le cose si mettevano male, almeno sin dal tempo di Rosi e poi dal bilancio 2013 approvato senza il consenso del Collegio dei Revisori.

Che cosa diceva il rapporto Rosi? E perché gli Amministratori dell’era Nogarin non hanno compiuto una accorta e tempestiva due diligence sui conti dell’azienda raccontando la verità invece di nascondersi dietro gli obblighi legali dei Sindaci Revisori? Paradossalmente il problema più che il presente è una prospettiva nella quale il lavoro degli addetti al servizio ecologico non sia esposto al vizio di gestioni diseconomiche ed insostenibili. Ci sono cose che debbono essere chiarite e rettificate sul piano della gestione: il costo del finanziamento verso le banche è in linea con criteri di equità e di mercato, ovvero qualcuno se ne è approfittato ? i contratti di forniture di beni e servizi (assicurativi,manutentivi, consulenziali, generali e specifici) sono formulati e gestiti con rigore e nell’interesse dell’azienda ? la gestione degli straordinari e delle componenti aziendali è conforme con le necessità dei servizi pubblici erogati? perché verso grandi Enti pubblici e privati debitori non sono state attivate le usuali procedure di esazione messe in pratica verso le famiglie o le piccole attività?

Non ci sarà azienda futura se i costi di gestione e della tecnostruttura non saranno in linea con le aziende del settore e con modalità di raccolta e smaltimento dei rifiuti efficaci e compatibili sul piano economico ed ecologico. Meglio se inseriti in una dimensione sovra comunale? Questa ipotesi va esaminata negli unici termini possibili: sostenibilità di costi e ricavi e conseguenti prospettive future virtuose per tutti, addetti e cittadini. Le ideologie non risolvono notoriamente i problemi dell’economia reale.

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