Voragine superstrada Fi-Pi-Li, dal 2008 la buca più famosa d’Italia. L’assessore Ceccarelli: “Troppi freni burocratici, necessarie leggi per accorciare tempi opere pubbliche”

27marzo da Pamela Pucci, Livorno

“Capisco a pieno la frustrazione di cittadini e imprese davanti a certi lunghi stalli delle opere pubbliche, come ad esempio questo della ‘voragine’ sulla Fi-Pi-Li nella zona di Livorno. E’ la stessa frustrazione che spesso proviamo anche noi amministratori, quella che chiamo ‘fatica del fare’ e che è difficile spiegare perché ad occhi esterni certi procedimenti possono sembrare inverosimili”. A parlare è l’assessore regionale alle infrastrutture Vincenzo Ceccarelli, che torna a precisare l’impegno, ma anche le difficoltà incontrate dalla Regione per poter intervenire sull’infrastruttura, nonostante progetti e risorse siano già disponibili da tempo.

“Oggi i riflettori sono puntati sulla maxi-buca di Livorno, ma ci sono anche altri casi di interventi pubblici dove, pur essendo disponibili soldi, progetti e buona volontà, l’opera rimane ferma perché dobbiamo sottostare a ogni tipo di freno burocratico, legislativo o giudiziale. E’ necessario che chi fa le leggi metta in condizione gli amministratori di realizzare le opere pubbliche in tempi accettabili. Io credo che l’interesse pubblico primario da tutelare sia quello dei cittadini. E i cittadini ci chiedono che le opere essenziali, come per esempio il ripristino delle infrastrutture danneggiate, siano fatte bene e velocemente, pur nel rispetto degli interessi dei privati. Certo è che senza interventi legislativi urgenti i tempi di realizzazione delle opere pubbliche rischiano di dilatarsi in maniera abnorme”.

“Nel caso della voragine di Livorno non manca niente – conclude l’assessore – ci sono i soldi, c’è la buona volontà e la Regione, almeno da quando ricopro questo incarico, ha fatto e sta facendo tutto quanto in suo potere. Noi siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità, ma non possiamo certo violare la legge per accelerare l’esecuzione dei lavori”. 

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