5marzo al Circolo Tennis Club Livorno di Villa Lloyd, sarà presentato il libro Universo minore con Pardo Fornaciari. Intervista

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Giovedì 5 marzo, alle ore 18.00, appuntamento al Tennis Club Livorno, Villa Lloyd in via Giuseppe Pietri n. 5, con lo scrittore Pardo Fornaciari che presenterà il suo libro “L’Universo minore”. (Edizioni Erasmo a cura di LegAmbiente Circolo di Pistoia). Introduce Ruggero Morelli.

2marzo 2015 di admin

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Confino, internamento, concentramento, deportazione degli Ebrei; le responsabilità italiane e il caso di Pistoia. Un invito a continuare a studiare eventi e fatti legati alla nostra storia, contrapponendosi a chi fingendo di guardare soltanto al futuro vuole fare tabula rasa delle nostre vicende”. Questo libro di Fornaciari si rivolge in particolare ai giovani che hanno delle nozioni di storia che ad alcuni potranno sembrare ovvie ma che purtroppo tali non sono; ripercorre l’avvento del nazismo e la vicenda delle leggi razziali in Italia.

Nel libro si fa un panorama dell’universo concentrazionario e le diverse forme di repressione previste  dal  fascismo. Dai veri e propri campi di concentramento e di eliminazione come la risiera di San Saba a Trieste, ai centri di confino e di segregazione.

universo minoreIl passaggio di italiani alla formazioni delle SS, e il passaggio di qualche tedesco alla formazioni partigiane. Questo studio sulla sorte degli ebrei deportati da tutto il pistoiese per contribuire a far luce sulle responsabilità italiane nello sterminio. “Nessuno può ancora sostenere la favola degli Italiani brava gente. E’ giusto e doveroso che i giovani sappiano”.

Pardo Fornaciari, livornese, classe 1948, dottore di ricerca in Filologia Mediolatina, si dedica da tempo alla ricerca sull’incontro tra le culture ebraica e cristiana, spaziando dalla storia alla linguistica alle manifestazioni del pensiero. Ha pubblicato: un saggio sul Bagitto, il vernacolo degli ebrei livornesi; l’edizione critica con traduzione dell’Apologia di Giovanni Pico della Mirandola e le Conclusioni cabalistiche e quelle Ermetiche, magiche ed orfiche corredandole di un ampio commento. Ha raccolto in un CD i Canti giudeo-livornesi.

Intervista a Pardo Fornaciari, traduttore dell’ “Apologia conclusionum suarum”

di Bianca Morelli:

pardoPaolo Edoardo – detto Pardo – Fornaciari è ben conosciuto dalle nostre parti come cantante di ballate popolari e come trozkista  attratto dall’Anarchia; e questo da molti anni. Fornaciari è stato anche e soprattutto un insegnante di italiano nei nostri licei ed uno studioso attento della lingua latina medievale. E’ di questa sua attività che parliamo oggi che è stato pubblicato un volume per i tipi di Sismel del Galluzzo: ”Apologia. Autodifesa di Pico della Mirandola davanti al Tribunale dell’Inquisizione”. Titolo originale: “Apologia conclusionum suarum”.

La traduzione dal mediolatino è di Fornaciari che ne ha curato anche le note critiche. Il costo del volume – euro 75 – ci dice che è  per addetti ai lavori. L’Apologia è per molti versi un documento esemplare, che annuncia il grande rivolgimento intellettuale dell’età moderna. Nonostante la sua importanza, questo scritto provocatorio era rimasto finora inedito in italiano.

Composta in un brevissimo lasso di tempo, dopo il processo e la condanna da parte della Inquisizione di 13 delle 900 tesi di Pico, stampate per la prima volta nel febbraio-marzo 1487, l’Apologia fu rapidamente colpita da un provvedimento censorio che fruttò la distruzione di gran parte delle copie. Oggi se ne conoscono ventuno esemplari, sparsi per le biblioteche d’Europa e del Nordamerica. Ne parliamo, appunto, con Pardo Fornaciari.

Come è nato l’interesse per la lingua latina medievale e per Pico della Mirandola?

Qabbalah, il misticismo giudaico.«Anni fa, nel 1995, a Erfurt, al congresso della Societé Internationale de Philosophie médievale, ascoltando la prolusione del professor Claudio Leonardi mi capitò la sorpresa di sentire un mio libretto citato come uno dei pochi esempi validi di studi mediolatini del quinquennio appena trascorso. Era la traduzione commentata delle 119 tesi cabalistiche di Pico della Mirandola, la prima mai tentata in una lingua moderna, edito da Mimesis.
In Pico mi ci ero imbattuto per la curiosità che ho sempre nutrito per l’ebraismo. Avvicinandomi alla Qabbalah, il misticismo giudaico, trovai il testo di un francescano, Arcangelo Borgonovo, che commentava certe proposizioni del Mirandolano, scritte in un latino complesso, che però il frate in qualche modo illustrava. E’ cominciata così quest’avventura col mediolatino, ossia il latino medievale che a differenza di quello classico, è rimasto lingua viva fino a tre secoli fa».

Perché oggi la traduzione di Apologia?

libro«E’ stato tutto merito di Claudio Leonardi, il grande vecchio del mediolatinismo mondiale, il Professore. Qualche anno dopo Erfurt, un giorno mi telefonò, offrendomi di andare a far ricerca presso la SISMEL (Società Internazionale di Studi sul Medio Evo Latino –  www.sismel.it -) l’Istituto da lui fondato e diretto fino alla scomparsa, un anno e mezzo fa. Andò proprio così. Gli proposi di occuparmi di un’opera di Pico, la Apologia, che non aveva mai conosciuto né l’edizione critica, né traduzioni in alcuna lingua moderna.

A più di cinquantanni mi son messo ad imparare il metodo filologico di edizione di testi, a cogliere rudimenti di paleografia, a studiare le forme diciamo così nazionali del mediolatino. Ma soprattutto ho imparato  la lingua studiando gli autori che l’hanno usata tra il VI ed il XVI secolo. Ho letto e assaporato letterati, poeti, pensatori, mistici, teologi… Sono stati tre anni, come dire, di grazia».

Quali sono i pregi di questo testo di Pico?

«Apologia, un testo forse poco letto, persino dagli specialisti, complicato, che disvela un Pico assai diverso da come abbiamo imparato a conoscerlo
E’ una persona molto più, come dire, normale. Questa storia della memoria prodigiosa, ad esempio… La deve aver maturata dopo i 24 anni, giacché l’Apologia presenta strane ripetizioni ed anche qualche discrepanza interna. Come se componesse dimenticando che cosa ha già scritto…

A parte questo, è un Pico molto più orientato verso il misticismo e verso la riflessione teologica, verso il passato insomma, piuttosto che il filosofo che intuisce, al di là del libero arbitrio, la libertà del pensiero umano. Mi voglio smentire subito. Altre due novità che il testo fa intravedere riguardano un atteggiamento problematico, non ortodosso, verso due aspetti, quello della presenza reale  del Cristo nell’Eucarestia e quello del libero arbitrio, che saranno i cardini su cui sarà imperniata, 25 anni dopo la morte di Pico, la riflessione di Lutero.
Certo, se sino ad ora nessuno sembra aver giudicato importanti le posizioni di Pico su questi due aspetti, se ne accorsero bene i teologi inquisitori di Innocenzo VIII, che condannarono 13 delle sue tesi. Il papa cercò di imprigionare Pico, che si salvò grazie a Carlo VIII re di Francia ed a Lorenzo il Magnifico, suo amico fraterno. Sennò avrebbe fatto la fine quanto meno di Galileo, se non addirittura di Giordano Bruno. Ma questa è cosa nota».

Ci sono altri progetti editoriali in corso?

pardo«Sì mi hanno offerto di  redigere un database di testi mediolatini alla Sorbona. Mi fa un po’ impressione andarmene per 2 anni a Parigi, alla mia età. Sono un giovane di 63 anni, è vero, ma… piante adulte non si trapiantano. E poi, vorrei continuare a cantare canzonacce, mi diverto tanto…
Come è vero che di qualcosa si deve morì, è anche vero che la morte ha da trovarci vivi. Ecco, direi che fo di tutto per non  smentire la saggezza popolare…»

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