“Questa è la tecnica standard per la privatizzazione: togli i fondi, assicurati che le cose non funzionino, fai arrabbiare la gente, e lo consegnerai al capitale privato” (N. Chomsky)
31marzo 2017 da #BuongiornoLivorno
In Europa è stata indetta il 7 aprile una giornata di mobilitazione per difendere il diritto alla sanità pubblica, sancito in Italia dall’art. 32 della Costituzione.
Da anni il welfare europeo è sottoposto a tagli dei finanziamenti e continue razionalizzazioni. In Italia avviene lo stesso, e in Toscana in particolar modo ne viviamo quotidianamente le conseguenze: ticket alle stelle e liste di attesa spesso inaccettabili. I principi fondanti dell’universalità e della solidarietà del welfare vengono attaccati da scelte politiche di depotenziamento del sistema pubblico, a favore di strutture private, soluzioni assicurative, appalti e convenzioni con soggetti del Terzo Settore. (A questo proposito, sul nostro sito si trovano diversi contributi sulla riforma sanitaria regionale di Rossi e Saccardi).
La prova di tutto ciò è sotto gli occhi di tutti: sempre meno persone si curano e ricorrono alle prestazioni, perché non se lo possono permettere.
La regione Toscana sostiene fortemente le linee nazionali e europee di privatizzazione di attività, servizi e strutture, facendo sì che i più abbienti possano avere accesso a prestazioni di alto livello, mentre chi non se lo può permettere resta in balìa di un servizio pubblico che spesso arranca, mentre i politici proclamano il contrario.
Nonostante la legge 833 del 1978, che istituisce il Servizio Sanitario Nazionale, affermi che il SSN “è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione senza distinzioni di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini nei confronti del servizio”, questo concetto sembra lontano dalla realtà dei nostri giorni.
L’unica vera possibilità di fare pressione dal basso è unire le istanze dei cittadini “pazienti” a quelle di coloro che, lavorando nel SSN, vivono ogni giorno in prima persona le difficoltà e la frustrazione dell’inadeguatezza del servizio pubblico.
Per questo è importante creare un fronte vasto con tutte le persone e le organizzazioni che difendono una sanità pubblica di qualità, solidale, gratuita e universale.
Il prossimo 7 aprile, Giornata Mondiale della Salute, abbiamo la possibilità di manifestare per difendere la Sanità. Le adesioni sono internazionali e vanno dalla Rete Europea contro la Commercializzazione della Salute fino al People’s Health Movement Europe.
A Bruxelles, una delegazione sarà ricevuta dalla Commissione Europea e ci saranno manifestazioni, cortei e azioni simboliche in molte città di Spagna, Francia, Norvegia, Croazia.
In Italia sono già centinaia le adesioni di realtà collettive e persone singole all’appello “La salute non è in vendita”, e sono previste azioni a Torino, Milano, Bologna, Roma e Napoli, oltre che in molti centri più piccoli.