Convegno dei nonviolenti su: “Pace difesa e sicurezza nel Mediterraneo”

italia ripudia guerraIl 23 settembre 2016 a Palermo, presso l’ex Noviziato dei Crociferi, si è svolto il Convegno: “Pace difesa e sicurezza nel Mediterraneo: la proposta dei nonviolenti”

28settembre 2016 da Giovanna Pagani

Presenti le articolazioni locali di IFOR e WRI, la WILPF Italia, Accademia Kronos, Peacelink, LDU, la Scuola di Nonviolenza, il Centro per la pace ed i diritti umani, l’Osservatorio sulle spese militari Milex, Archivio disarmo), dagli interventi e dal dibattito sono emersi i seguenti punti, che i presenti intendono sostenere e rilanciare, insieme a tutto il mondo dell’impegno per la pace.

  1. Disarmo nucleare globale: Il mondo va verso la messa al bando giuridico delle armi nucleari. L’impegno per la pace non può più essere scollegato da quello ecologico globale. L’iItalia deve sostenere il disarmo nucleare in sede ONU. A Ginevra, hanno sottolineato alcuni protagonisti diretti dei lavori, il Gruppo aperto dell’ ONU conclusisi il 19 agosto scorso, ha registrato la svolta storica degli Stati non nucleari che, rompendo la gabbia del Trattato di Non Proliferazione, stanno coraggiosamente procedendo, forti della loro maggioranza numerica e delle loro argomentazioni, verso la proibizione legale delle armi nucleari. Il disarmo nucleare generale è anche da perseguire con iniziative nazionali unilaterali di denuclearizzazione militare e civile (ad es. questione dei porti a rischio nucleare).
  2. Una nuova politica della difesa in Italia:La creazione di un dipartimento per la difesa non armata e nonviolenta, che, grazie ad adeguati stanziamenti, con le ambasciate di pace, i corpi civili di pace e la riforma del servizio civile diventi una alternativa ai modelli nuclearizzati ed offensivi (vedi NATO).
  3. Stop a nuovi sistemi d’arma ed attività militari distruttive ed aggressive: Dal Muos in Sicilia alle nefaste attività nei poligoni militari della Sardegna.
  4. Fermare il proliferare delle spese militari italiane, spesso nascoste anche nei bilanci di ministeri diversi da quello della difesa.
  5. Cessare l’esportazione: Innanzitutto verso paesi belligeranti, di armi e mezzi militari fabbricati in Italia, rinunciando a perseguire successi commerciali come se si trattasse di un settore produttivo qualunque.
  6. Superare il modello di intervento all’estero con “missioni militari armate”
  7. Lavorare per una cultura della pace costruttiva attraverso strumenti di formazione rivolti in particolare ai giovani come, ad esempio, le scuole estive di pace internazionali, la Scuola di nonviolenza, ed il progetto di formazione nonviolenta sulla Verde Vigna di Comiso.

La discussione nel convegno ha provato ad indicare il “segreto della pace” nel Mediterraneo come ovunque : dirottare le energie dalla competizione distruttiva al lavorare insieme su obiettivi comuni che migliorino le condizioni di tutti.

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