9 Gennaio 2021, dal prof. Giovanni Ranieri Fascetti
Il Gruppo Culturale “Ippolito Rosellini” esprime il suo totale dissenso riguardo all’iniziativa, presa dal Comune di Pisa, di cambiare il nome alla Stazione ferroviaria Pisa – San Rossore. Con questa improvvida azione si combinano due effetti negativi: in primis la cancellazione della memoria storica della città che, se spiegata a quanti non sanno, assume un grande valore educativo: fu questa titolazione legata alla Tenuta Reale di San Rossore frequentata dai Savoia, ogni estate, fin dal tempo di re Vittorio Emanuele II. Alle banchine della Stazione Reale di San Rossore si fermava l’elegantissimo e lussuoso treno reale e la famiglia, con il seguito, proseguiva in carrozza, acclamata dal popolo residente nella zona del viale delle Cascine; su tutti primeggiava Maria “la stucchinaia”. Ecco dunque una Stazione che nel nome pubblicizza quel tesoro prezioso che è parte della città e della sua storia: il Parco Regionale, proclamato dall’UNESCO riserva Naturale MAB, una delle poche in Italia. La seconda ragione che dovrebbe fermarci dal commettere tanto scempio è l’imposizione di un toponimo, quello di “piazza dei miracoli”, assolutamente fasullo; non un toponimo bensì una definizione. Il vero, autentico nome è piazza del Duomo, come tale è conosciuta in tutto il mondo, come tale è inserita nella Lista del Patrimonio Mondiale dal 1987. Se poi l’intento è quello di promuovere la piazza nella prospettiva di una lontana ripresa del turismo, non si fa certo un bel servizio alla città visto che la maggior parte dei turisti che viaggia in treno scende alla Stazione Centrale e, nel percorso fino alla piazza, scopre che a Pisa, oltre alla Torre e ai monumenti esiste anche una città, assolutamente poco pubblicizzata, con monumenti, musei e ristoranti. Stendiamo infine un velo pietoso sulle condizioni della Stazione ferroviaria Pisa-San Rossore che non offre certo un benvenuto adeguato ai turisti, portatori di soldi, per i quali dovremmo stendere un tappeto rosso se vogliamo far riprendere la nostra economia e non trattarli da greggi di pecore da tosare e spedire via una volta finito il pelo; andate Cittadini! andate Amministratori, a vedere – quando non c’è lockdown ovviamente – le reali condizioni di una stazione che fu Reale: bande di borseggiatori convengono qui dalla piazza del Duomo, scaricano borse e borsette in spazi verdi che assomigliano alla giungla; abbondano le siringhe, può capitare di vedere disgraziati che defecano e orinano, non c’è personale; di sera il luogo è di una totale e triste desolazione.
Ci auguriamo che il nuovo Anno porti a tutti un po’ di saggezza!
Il Presidente Prof. Giovanni Ranieri Fascetti