Cose ed idee, il patrimonio di Livorno

Dalle serate al Premio Rotonda sono apparse due cose positive per la nostra città:

  1. la voglia di recuperare alcune belle strutture abbandonate come lo Chalet, le Terme del Corallo e le ville di Monterotondo.

  2. la voglia di leggere e di scrivere libri favorita da editori locali illuminati e coraggiosi.

15agosto 2015 di Ruggero Morelli

chalet rotondaLo stand allestito con le icone del progetto del futuro Chalet della Rotonda, è una novità che ha consentito a molti di soffermarsi a guardare per apprezzare, valutare come sarà uno dei punti più belli e frequentati di Livorno. E la discussione si è spinta spesso sul come la riqualificazione della Rotonda potrà diventare il perno di una rinascita urbanistica dell’area a sud della Barriera Margherita: Ippodromo, Ceschina, Cittadella dello sport, Rotonda e Banditella.

terme coralloLa storia delle Terme del Corallo – e del cavalcavia – ha consentito di conoscere in dettaglio la storia della ricerca dell’acqua per supportare la crescita demografica ed urbanistica della città; quanto ci ha raccontato Silvia Menicagli, animatrice dell’associazione relativa – merita di essere tradotto in documento da far girare sui tavoli dei dirigenti degli Enti locali.

villa maurogordatoL’abbandono nel quale si trovano le ville Rodocanacchi, Maurogordato, Morazzana e DiVeste-Bellavista, è illuminato dal faro della cappella Scafurno-Calamai, restaurata grazie alla iniziativa di un livornese doc come il nostro amico Fosco Cavallini. Per fortuna alcuni amici hanno voluto proseguire la sua opera creando l’associazione ‘Osservatoriodimonterotondo’ che organizza incontri, passeggiate e concerti per richiamare l’attenzione su un patrimonio vastissimo alla periferia di Livorno.

cappella scafurnoL’Unitre, che quest’anno ha voluto contribuire al Premio Rotonda, con una serie di conferenze molto seguite durante la scorsa primavera, ha messo in luce la storia ed i pregi di ”luoghi quasi sconosciuti”:

  • Palazzo dei Gesuiti in via del Platano con Andrea Raspanti,
  • Palazzo Abib con Paola Bosio Bua,
  • Il Seminari Gavi con Antonella Capitanio, Villa Boretti alla Rotonda con Riccardo Ciorli,
  • Cappella Scafurno-Maurogordato con Roberta Gini.

Molti scrittori e scrittrici livornesi hanno visto pubblicate le loro opere da alcune ‘piccole’ case editrici, anch’esse livornesi, coraggiose. Non sono mancate in città occasioni per presentare queste pubblicazioni e consentire quelle vendite indispensabili a sopravvivere. Faccio eco all’editoriale di Roberto Napoletano che sul Sole di domenica 26 luglio 2015 elogia Elisabetta Balduzzi, la libraia di Voghera, diventata editrice di opere di scrittori locali. E scrive: ”Questo tipo di libraio, è l’editore perfetto perché respira da sempre l’aria genuina della cultura e l’amore per il libro e la lettura….”.

franco ferrucciNoi a Livorno, grazie alle intuizioni ed al lavoro paziente di Franco Ferrucci, che ha spinto anche altri su questo faticoso cammino, questo patrimonio ce l’abbiamo.

assoc isabella de magistrisCi sono poi associazioni come la Evelina De Magistris che, spesso partendo dai libri, hanno punteggiato gli anni recenti di incontri con scrittrici italiane e di altri paesi, che hanno indagato sotto molteplici aspetti la condizione delle donne: Maria Luisa Boccia, Hevi Dilara, Federica Giardini, Elvira Muj, Silvia Nicolai, Letizia Paolozzi, Anna Santoro, dimenticandone molte altre.

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About the Author: Luca Stellati