Da Brunetta alla Buongiorno, accanimento verso dipendenti pubblici. Orario di lavoro rilevato con identificazione biometrica?

Sono trascorse poche settimane da quella che molti giudicavano una mera esternazione del ministro della PA per introdurre l’obbligo delle Impronte digitali per attestare la presenza in servizio del personale, misura pensata come antidoto e contrasto all’assenteismo.

23agosto 2018 di Federico Giusti

Sono trascorsi 10 anni da quando alla Funzione Pubblica  sedeva allora il Ministro Brunetta, quel simpaticone che esordi’ prendendosela con i fannulloni del Pubblico Impiego, nel frattempo era arrivata la Ministra Madia che introdusse il licenziamento rapido, entro 48 ore, per il lavoratore colto in flagranza di reato nell’atto di farsi timbrare il cartellino o di timbrare quello di un collega. Da anni il Pubblico impiego viene gestito a colpi di decreti legislativi come se i servizi pubblici avessero bisogno di interventi urgenti di natura repressiva e non di dotazioni organiche adeguate,di investimenti per la formazione indispensabile ma sovente assente.

La ministra Bongiorno persevera sulla strada dei suoi predecessori, individua nel personale i capri espiatori di inefficienze che hanno ben altre cause. Non è vero che nel pubblico impiego sia impossibile licenziare i dipendenti, le statistiche dimostrano il contrario e non ci sarebbe stato bisogno di misure emergenziali per colpire i furbetti del cartellino che nella realtà sono una esigua minoranza e risultato del mancato controllo effettuato da dirigenti e funzionari. A giorni, invece, la Ministra  porterà in Consiglio dei ministri un nuovo decreto legge ribattezzato “concretezza”.

Stando alle prime anticipazioni, l’orario di lavoro dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche sarà in futuro «rilevato tramite sistemi di identificazione biometrica» “con la mappa dell’iride, impronte digitali  o riconoscimento vocale, sistemi già adottati in alcune aziende che temono fuga di notizie e informazioni (specie nel settore militare).

Sarebbe auspicabile che i sindacati intraprendessero una campagna contro i luoghi comuni, i giorni di assenza nei ministeri in 5 anni sono calati da 166 a 129 milioni, i giorni di malattia calano più’ del personale. La ministra Bongiorno vuole essere ricordata come il ministero della Cocretezza, attendiamo di conoscere i contenuti del decreto legge, quello che temiamo è la ennesima istituzione di un costoso nucleo di controllo con funzioni  e ruoli ancora da comprendere . Ma gli enti pubblici dovrebbero avere già strumenti e nuclei di controllo interni, a cosa serve istituirne uno a livello nazionale per un costo di circa 4 milioni di euro, soldi che potrebbero essere spesi per nuove assunzioni?

 La situazione all’interno della Pa è veramente problematica, a tal punto che pensano di concentrare nel primo anno (2019) tutte le assunzioni previste nel prossimo triennio (2019\21) ma attenzione senza rimettere in discussione i tetti che hanno ridotto la spesa di personale limitando ai minimi termini le assunzioni. Si persevera sulla strada dell’austerità, quell’austerità che ha colpito i servizi pubblici e potrebbe materializzarsi nei prossimi mesi con la ennesima spending review. 

Nessuna novità all’orizzonte, tra Brunetta, Madia e Bongiorno c’è solo l’imbarazzo della scelta, non si sono operate scelte per costruire servizi pubblici efficienti, per dotare ospedali, centri di ricerca e uffici di organici adeguati, sono state smantellate le Province salvo poi scoprire carenze inaudite sul fronte della manutenzione dei territori. Prendersela allora con i dipendenti pubblici, un po’ come accade con i migranti, è la misura migliore per deviare l’attenzione dell’opinione pubblica dai problemi reali. Se attendi ore per una visita al pronto soccorso o mesi per una tac la colpa non è dei furbetti del cartellino ma di un servizio senza organici adeguati e con una struttura incapace di offrire con il semplice pagamento di un ticket prestazioni adeguate.

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