Il Comune di Livorno non applica il Codice del Terzo Settore a chi opera nel settore del Commercio Equo e Solidale. Italia Nicaragua a rischio di chiusura

26febbraio 2018 redazione Livorno

Dal 2007 l’Associazione Italia Nicaragua, dopo aver partecipato e vinto una regolare gara di appalto, utilizza un locale di proprietà comunale situato in Piazza J. Monnet n.4 nel quartiere Scopaia dove, esclusivamente attraverso il volontariato attivo, dà vita alla Bottega del mondo con la vendita di prodotti del Commercio Equo e Solidale che provengono da produttori di Paesi del Sud del mondo, senza alcun fine di lucro, e al Laboratorio della solidarietà in cui vengono promossi servizi e attività di aggregazione, informazione critica e cittadinanza attiva. L’Associazione inoltre progetta e gestisce numerosi progetti di cooperazione con Enti di assoluto rilievo quali: la Regione Toscana, la Croce Rossa Italiana, l’A.S.L. 6, la Provincia di Livorno e lo stesso Comune di Livorno.

  • Fin dallo stesso 2007 l’Associazione si fece carico, del costo dei lavori di adeguamento e messa a norma del locale per una spesa di 40.000 Euro di cui 30.000 sono stati detratti – in accordo con l’Amministrazione comunale – a scomputo (pari al 90% del canone di affitto) nell’arco di un periodo di 7anni, sul valore dell’affitto stesso, fissato dall’Amministrazione Comunale in Euro 431.
  • Fin da subito però fu avanzata richiesta di uno sgravio dell’affitto stesso come attuato per altre associazioni cittadine, in virtù della finalità sociale, assolutamente non di lucro e della connotazione di volontariato.
  • Dal 2014 l’Associazione ha continuato a pagare mensilmente la cifra di Euro 57,75 corrispondente a quanto versato fino a quel momento in base allo scomputo e soprattutto a quanto è realisticamente in grado di spendere per l’affitto.
  • Nell’ottobre 2017 l’Amministrazione comunale ha ingiunto il pagamento di circa 11.500 Euro relativamente agli anni 2014-2015. L’Associazione ha quindi concordato con il Comune una rateizzazione del pagamento ingiunto.

Ma il rischio di chiusura per l’Associazione e le numerose attività svolte è quanto mai incombente. E’ infatti impossibile per una realtà che si basa solo sul volontariato e il cui fine è finanziare progetti di sviluppo onorare la rateizzazione del debito e al contempo versare il canone di affitto richiesto, attualmente di 520 €.

L’Associazione chiede quindi che per gli anni pregressi ancora oggetto di contenzioso sia confermato il contributo di funzionamento pari al 90% dei canoni dovuti e che per il futuro il locale sia affidato all’Associazione in comodato d’uso come prevede espressamente la recente normativa nota come Codice del Terzo Settore, nei confronti di realtà che operino nel settore del Commercio Equo e Solidale.

Purtroppo a queste richieste non giunge risposta dall’Amministrazione Comunale, e in mancanza di queste risposte, come sopra accennato, l’Associazione, che ha una storia che affonda in più di 30 anni di attività nel campo della cooperazione, sarà costretta a chiudere i battenti! Al sindaco Nogarin, la proposta dall’Ufficio Legale per risolvere il contenzioso

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