Il lato oscuro – a Lamberto Giannini – del materialismo e dello storicismo

fanucchi massimo

giannini civili miniSeguo con grande interesse la battaglia di Lamberto Giannini (che stimo come uomo, politico, regista e insegnante), contro l’annacquata e incompleta riforma della scuola.

Giudicata come un pericoloso attentato alla libertà di insegnamento e un tentativo di colonizzare le coscienze.

15settembre 2015 – di Massimo Fanucchi, vignetta di Marco Ristori

vignetta di Marco Ristori

Poiché gli insegnanti autorevoli come Lamberto (rispettati dagli alunni e dai loro familiari), non hanno nulla da temere dalla riforma recentemente approvata, ci viene il sospetto che la difesa dell’autonomia didattica e della libertà di insegnamento sia il paravento formale per continuare a proteggere, più o meno consapevolmente, quella piccola minoranza di docenti incapaci e svogliati. Che, in maniera irrimediabile, danneggiano gli alunni più deboli, che non beneficiano di aiuti domestici, che avrebbero bisogno di essere aiutati e sostenuti e che, in taluni casi, vengono invece perseguitati da “educatori” incompetenti e paranoici.

Fortunati coloro che non ne hanno incontrato neanche uno nella loro vita scolastica, e coloro che non hanno dovuto fare dei sotterfugi per sottrarre i propri figli dalle grinfie dell’incompetenza e della follia quando siedono in cattedra. Qui però non affronteremo il tema della riforma della scuola, né prenderemo in esame la pretesa di tanti insegnanti, che hanno il potere di vita e di morte scolastica sugli studenti, di volersi sottrarre ad un rigoroso sistema di valutazione permanente del loro lavoro.

Esprimeremo invece la nostra opinione su alcuni passaggi, contenuti nella nota di Lamberto pubblicata su questo foglio elettronico, dal titolo:”Insegnare filosofia tentando di opporsi alla tendenza colonizzatrice delle coscienze” (http://www.pisorno.it/insegnare-filosofia-tentando-di-opporsi-alla-tendenza-colonizzatrice-delle-coscienze/ ).

giannini rosignanoNella predetta nota, dopo aver affermato che è “fuorviante voler creare un manicheismo tra progressisti e conservatori”, poco più sotto Giannini scrive che “la filosofia mostra visioni collettive che spingono alla conservazione come l’idealismo o alla liberazione, tramite la lotta di classe come il materialismo”. Letta sul giornale di “Lotta Comunista”, che ha fatto degli scritti di Lenin del 1905 la propria bibbia e il sigillo della profezia, questa frase ci avrebbe fatto sorridere. Messa nero su bianco nel 2015 da Giannini, invece, desta in noi un po’ di stupore.

Vediamo perché:

Mauro Bergonzi, docente di Religione e Filosofie dell'India

Innanzitutto, occorre evidenziare che la tesi della “partiticità” della filosofia, cioè la considerazione di tutta la storia della filosofia come di una lotta tra materialismo ed idealismo, si è storicamente affermata sulla scorta dell’interpretazione delle opere di Lenin e di Stalin.

In queste interpretazioni, nell’idealismo venivano inseriti tutti gli indirizzi filosofici che non fossero ortodossamente marxisti, dove per marxismo ortodosso si intendeva quello canonizzato dai due esponenti russi. Chi non si è dichiarato, come Hume e Kant, tanto per fare due nomi, veniva considerato un materialista o un idealista “che si vergogna”. Sicuramente Giannini non arriva a tanto, ma la sua pretesa che il materialismo spinga verso la liberazione attraverso la lotta di classe si muove in quella tradizione.

Spiace ricordare a Lamberto, come noi strenuo difensore dell’insegnamento della filosofia in tutte le scuole, che Lenin giudicava piccolo borghesi e intellettuali funzionali a trasmettere e inculcare i valori dell’ideologia dominante i filosofi e i docenti come lui. E se nelle istituzioni scolastiche è consentito individualmente a certi professori di rivolgere il loro insegnamento e la loro riflessione contro i valori stabiliti, questo per Lenin non modifica l’effetto di massa della funzione filosofica, e non cambia il fatto che i filosofi siano degli intellettuali, quindi dei piccolo borghesi, soggetti nella loro massa all’ideologia borghese e piccolo borghese.

marx e froid

Che poi la filosofia sia solo una lotta tra idealismo e materialismo (questo, a dire il vero Giannini non l’ha scritto, anche se ha citato solo queste due “visioni collettive”), a nostro modesto parere è una tesi riduttiva, o una mezza verità; che l’idealismo spinga verso la conservazione è un’altra mezza verità; che il materialismo, attraverso la lotta di classe, spinga addirittura alla liberazione, è ancora tutto da dimostrare. Nel frattempo, il cosiddetto materialismo dialettico è stato invece confutato dalla storia recente ed efficacemente contestato “in tempo reale” da Max Stirner (“L’unico e la sua proprietà”, 1884), e da Giuseppe Mazzini, che previde con largo anticipo la formazione di una nuova classe di padroni politici e il soffocamento dell’individuo nella macchina infernale della dittatura del proletariato.

Altro che liberazione! Più recentemente, nel 1943, da Karl Popper (“La società aperta e i suoi nemici”). Quanto allo storicismo, non dobbiamo dimenticare che con Hegel e Marx, esso ha contribuito a fornire le basi teoriche per lo sviluppo del totalitarismo moderno. Questo non significa che questo approccio non abbia i propri punti di forza, e che debba essere tagliato, come teme Giannini. La via di mezzo è quella di metterlo a confronto con altri approcci e con il suo opposto: l’indeterminismo storico.

leggere libriA questo punto, per non far fuggire il lettore che è arrivato pazientemente fin qui, concludiamo con alcune sintetiche considerazioni, seguite da una domanda a Lamberto:

  • I teologi della liberazione latino-americani, come è noto, non sono materialisti ma hanno concezioni marcatamente progressiste. Lo stesso papa Francesco fa tribolare quotidianamente i politici conservatori e tutti i sostenitori della teologia vetero-paradigmatica, soprattutto italiani.
  • La visione materialista, nelle masse, tende a incoraggiare il disimpegno ecologico, il consumismo sfrenato (anche del territorio) e la deresponsabilizzazione verso le generazioni future.
  • In filosofia, c’è anche chi, come noi, ritiene che l’idealismo e il materialismo siano due modalità speculari, entrambe errate, di interpretare la realtà, artificialmente create dal pensiero concettuale, inevitabilmente strutturato, per ragioni pratiche, a separare gli oggetti dal contesto, e a suddividere in tre parti l’indivisibile atto della percezione: colui che percepisce, il processo della percezione e l’oggetto percepito. Solo per fare un esempio: il pensiero concettuale non consente al fisico nucleare di comprendere perché un elettrone o un fotone si comportano come onde o particelle in relazione alle modalità di misurazione (principio di indeterminazione di Heisenberg), o perché nella struttura più intima dell’Universo tutto è intimamente legato al di là dello spazio e del tempo (entanglement quantistico), dimostrato dall’esperimento E.P.R., effettuato nel 1982 da Alain Aspect, e oggi universalmente accettato in ambito scientifico.
  • Infine. Se un giorno il sol dell’avvenire sorgesse e liberasse gli uomini dal bisogno e dall’alienazione, sarebbe un gran bel giorno, vanamente atteso prima da nostro nonno e poi da nostro padre. Anche in tal caso, noi siamo convinti che la storia e la filosofia non scomparirebbero dalla scena, come previsto da Hegel e Marx, e i docenti come Giannini non rimarrebbero disoccupati, anche perché gli uomini liberati dovrebbero continuare a fare i conti con il decadimento, la malattia e la morte, continuando a chiedersi: perché c’è qualcosa anziché nulla? E via di seguito…

giannini

Dal momento che nella nota citata, scrive testualmente: “la filosofia, per come viene insegnata con il metodo italiano non si presta a valutazioni oggettive”, la domanda che poniamo a Lamberto Giannini:

con quale criterio soggettivo, che non possa esser replicato da altri, egli giudica i suoi allievi.

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