Non un euro pubblico a Solvay, non si finanzia chi non rispetta i patti e che ha 9,9 miliardi di ricavi netti, realizzati in mezzo mondo nel 2013 (sito Solvay).
1gennaio 2015 di Maurizio Marchi, Medicina Democratica
Esprimiamo la più ferma contrarietà ad ogni ipotesi di nuovo accordo di programma con la multinazionale belga, che non rispetta dal 2007 l’accordo di programma del 2003, tanto da dover patteggiare nel 2013 con la Procura di Livorno un piano di bonifica, a spese proprie, per 6,8 milioni.
Tanto più che Solvay non sta facendo nulla per questo piano di bonifica, e che entro la fine del 2015 la qualità del mare davanti a Rosignano dovrà essere “buono”, come prevede ancora l’accordo del 2003.
La Commissione europea, fin dal 2006, ha approvato il “ Documento di riferimento sulle migliori tecniche disponibili per l’industria dei Prodotti chimici inorganici (solidi e non) prodotti in grandi quantità” (BAT) per il carbonato di sodio (soda), prescrivendo di:
– ridurre al minimo le emissioni di solidi in sospensione mediante applicazione di almeno una delle tecniche seguenti, in funzione delle caratteristiche del corpo idrico di destinazione:
– selezione di materie prime adeguate
– rimozione dalle acque reflue delle particelle solide grezze
– sedimentazione/dispersione – bacini di decantazione
– sedimentazione/dispersione – eliminazione sotterranea. “
Nessuna di queste misure è stata adottata dalla Solvay di Rosignano: il calcare lo escava ancora da San Carlo, e contiene una grande quantità di metalli pesanti tossici quali arsenico, cromo, mercurio, piombo, nickel, zinco, ecc; nessuna rimozione, né per filtrazione né per sedimentazione delle particelle solide grezze; i bacini di decantazione furono addirittura aboliti (colmati senza bonifica) negli anni ’80 a ridosso delle spiagge bianche; della eliminazione sotterranea neanche a parlarne, perché il rimedio sarebbe peggiore del male.
Solvay scarica in mare gratis centinaia di migliaia di rifiuti speciali da sempre, in particolare dal 1976 (legge Merli) con autorizzazioni in deroga concesse irresponsabilmente dalla provincia di Livorno, che avrebbe potuto, e non lo ha mai fatto, fissare limiti più restrittivi. L’ultima misurazione di Arpat sul 2013 indica in 146.500 tonnellate di solidi scaricati in mare, veicolanti metalli pesanti tossici.
M.D. è pronta a ricorrere alla Magistratura e alla Corte Europea qualora la Regione Toscana o chiunque altro promuovesse un nuovo accordo di programma con chi ha ampiamente dimostrato di non rispettarli, contenga o no finanziamenti pubblici.