Le conquiste sociali della rivoluzione cubana. Giacomo Cacelli (classe 2 c – Ite A. Pacinotti di Pisa)

Nell’ambito del  programma di geografia che stiamo affrontando con professor Andrea Vento nell’anno scolastico in corso, abbiamo studiato in relazione al continente americano anche la storia contemporanea dei paesi latino americani e le rispettive situazioni in campo sociale.

Ragion per cui ho deciso di approfondire l’aspetto riguardante le conquiste introdotte dalla rivoluzione cubana; a tale scopo mi sono documentato leggendo l’ultimo paragrafo del libro “Cuba (r)evoluciòn” scritto da Andrea Puccio, appassionato frequentatore dell’isola, che da oltre 20 anni vi trascorre molti mesi dell’anno avendo modo di calarsi a pieno nel contesto economico, sociale e culturale dell’isola caraibica. Il capitolo che ho letto è il numero 6 e tratta delle importanti conquiste della rivoluzione.

22genaio 2018 di Giacomo Cacelli classe 2 c – Ite A. Pacinotti, Pisa

Inizia descrivendo la convenzione dei diritti del bambino approvata dall’Onu il 20/09/1959 che la revolucion cubana, da pochi mesi vittoriosa, fu uno dei primi paesi a ratificare. Fin dal trionfo della rivoluzione il bambino ha occupato un posto prioritario nella costituzione della nuova società cubana con un ruolo fondamentale attribuito alla scuola con un ciclo scolastico di 12 anni che comprende un primo anno introduttivo (prescolar). L’istruzione è completamente gratuita sino all’università quindi il sistema educativo cubano è accessibile  a tutti e non è classista. Ovviamente per gli studenti che vengono dall’estero l’università è a pagamento, molti giovani statunitensi scelgono Cuba  per i propri studi in quanto sono economici e di altissimo livello.

Un altro punto importante riguarda la tutela dell’ambiente, una delle priorità del governo, in particolar modo per la prevenzione contro i disastri ambientali come gli uragani, ai quali l’isola è purtroppo sottoposta. Durante queste calamità naturali il lavoro della protezione civile punta principalmente a non perdere vite umane. Proprio per il valore che viene dato alla vita a Cuba tutti devono avere una casa, per questo ogni Municipio possiede una quantità di abitazioni da distribuire a coloro che richiedono l’intervento dei servizi sociali. Il sistema sanitario cubano (nato il 01/08/1961) è con molta probabilità il punto di forza  dell’intero  sistema sociale. A Cuba vengono istruiti e formati migliaia di medici, infermieri e personale professionale da inserire in ambulatori, policlinici ed ospedali. Talvolta queste strutture sono carenti di macchinari e ricambi di ultima generazione, mancanza tuttavia colmata dall’alto livello professionale del personale.

Il Ministero della Salute Pubblica dedica molta attenzione anche agli anziani, ogni Municipio ha una cosiddetta “casa de abuelo” ovvero casa del nonno, una struttura dove gli anziani possono trascorrere le proprie giornate e ricevere cure e pasti. Cuba è una grande esportatrice di medici, ben il 69% dei medici cubani hanno partecipato almeno una volta ad una spedizione in un altro paese mettendo a disposizione dei malati la loro preparazione e  la loro professionalità. Il Ministero della Salute ha formato più di 140.000 medici. Da menzionare l’accordo del 08/07/2004 fra Hugo Chavez, presidente del Venezuela, e Fidel Castro, accordo volto ad implementare strutture per la cura delle malattie oftalmologiche in Venezuela ed in Bolivia con centri gestiti da oculisti cubani. 

Cuba crea apposito personale scientifico per la produzione di farmaci in proprio come nel caso di “BioCubaFarma” visto che il blocco unilaterale imposto dagli Stati Uniti  non consente l’importazione di farmaci. Il Consiglio dei Ministri il 27 novembre del 2012 ha approvato  la creazione del Gruppo delle Industrie di Biotecnologia e Farmaceutica “BioCubaFarma”. Questo Gruppo ha l’obiettivo di produrre medicinali, strumenti e servizi di alta tecnologia, destinati al miglioramento della salute della popolazione e alla generazione di beni e servizi esportabili, come risultato dello sviluppo scientifico raggiunto da Cuba.

Nel 1978 nasce a Cuba il CENESEX (Centro Nazionale di Educazione Sessuale) con lo scopo di divulgare nelle scuole l’educazione sessuale al fine di combattere le discriminazioni verso coloro che hanno un orientamento sessuale diverso. Nell’isola la libertà sessuale è garantita dalla legge e la popolazione non giudica ma accetta gli orientamenti sessuali come personali e propri della persona.

Cuba è uno stato laico, il popolo è religioso ma la religione non entra mai nelle decisioni dello Stato.

L’emancipazione della donna è considerata uno dei maggiori successi della rivoluzione cubana; oggi la donna è attiva in tutti i settori ed anche in politica. Cuba è il paese che occupa il secondo posto per presenza femminile in parlamento. La federazione delle donne cubane è stata fondata di Vilma Espin nel 1960 ed oggi conta ben 3.600.000 tesserate, si tratta di un movimento volto alla tutela dei diritti della donna. La strategia dell’organizzazione prevedeva di coinvolgere le donne in nuove responsabilità che andassero oltre ai loro tradizionali ambiti. La cubana doveva essere protagonista della sua stessa rivoluzione per conseguire un cambiamento culturale che eliminasse i pregiudizi e la portasse a valutare in tutta la loro portata le nuove opportunità aperte dalle trasformazioni sociali e politiche successive al trionfo rivoluzionario del 1959.

Il governo cubano è impegnato a tutti i livelli per il rispetto dei diritti delle persone, le politiche sociali sono nelle mani dello stato e non sono un affare per le imprese private, che sono state introdotte a seguito dell’approvazione, da parte del sesto congresso del partito comunista cubano nella primavera del 2011, dei “Lineamenti per la modernizzazione del socialismo cubano” volute da Raúl Castro.

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