Le più belle finali di Champions League (5): 1994. Storia di una vittoria annunciata, mancata

milanMilan – Barcellonabarcellona fccoppa dei campioni

9agosto 2015 di Lamberto Giannini

stadio ateneIl 18 maggio 1994 ad Atene va in scena una delle finali più attese della storia. Il Milan è alla sua decima finale internazionale (comprese tutte le manifestazioni internazionali per club) degli ultimi 6 anni, il Barcellona alla settima: si scontrano le due squadre più forti del mondo.

cruyff jAd allenare il Barcellona è l’uomo che con il suo Ajax rivoluzionò il calcio, Cruyff, mentre il Milan è allenato dal granitico friulano Fabio Capello; i due si erano già incontrati in una finale di Coppa dei campioni ventuno anni prima a Belgrado, dove gli olandesi con i capelli lunghi surclassarono ben oltre il punteggio (1-0) la Juventus, ed il numero dieci dei bianconeri era proprio Fabio Capello, ma i friulani hanno la memoria lunga.

Le assenze, tra i rossoneri, di Costacurta e Baresi, oltre al cigno di Utrecht Van Basten, sempre in rosa ma ormai ex giocatore di fatto. Di contro il Barcellona è al top con la temutissima coppia Romario-Stoichkov, che non troverà come ostacolo la coppia centrale titolare della difesa rossonera. Il Barcellona era al quarto titolo nazionale consecutivo, il Milan al terzo, e i favoriti sembrano i catalani.

massaroLa partita inizia con un Milan arrembante, goal annullato all’attuale allenatore del Livorno Panucci, e poco dopo Massaro porta in vantaggio il Milan; tutti aspettano la reazione del grande Barcellona, ma il migliore in campo risulta Filippo Galli che, con il supporto dell’allora improvvisato centrale Maldini, annulla la coppia magica Romario-Stoichkov, che saranno, insieme a Baggio, i grandi protagonisti della futura coppa del mondo in terra americana. Il Barcellona sembra impietrito, i tifosi catalani non riescono più a fare il tifo e poco dopo Massaro raddoppia, dopo una fuga devastante di Donadoni.

capelloViene inquadrato Cruyff, che i tifosi milanisti avevano visto farsi fotografare con la coppa il giorno prima dimostrando superba superiorità, ora sembra come l’Albatros di Baudelaire.

Il suo Barcellona è così bello e regale quando può fare il suo gioco, ora è cosi goffo e ridicolizzato dalla gabbia del friulano Capello.

Ma il meglio deve ancora venire per i milanisti: lentissimo disimpegno della difesa blaugrana, la palla viene recuperata da Savicevic che la lascia rimbalzare per due volte: tutti si aspettano che la stoppi per andare avanti, invece ecco il colpo di genio del Montenegrino, che accarezza la palla dando ad essa una traiettoria impensabile che scavalca il ridicolizzato Zubizarreta. E’ il trionfo per i rossoneri, una disfatta per i catalani. A inizio ripresa, dopo una cavalcata strepitosa, Desailly porta il punteggio sul 4-0, e a Capello deve essere venuto in mente l’umiliazione subita da calciatore, quando da juventino venne umiliato da Cruyff e compagni che non infierirono nascondendo il pallone: ora sono i rossoneri che si passano la palla con i catalani spettatori impauriti, che non fanno pressing per paura di prenderne ancora.

Si arriva al novantesimo e il capitano di turno, Mauro Tassotti, l’uomo che pochi mesi dopo distruggerà il naso all’attuale allenatore del Barcellona Luis Enrique, alza la coppa dimostrando che il Milan può vincere anche senza olandesi.

berlusconiIn Italia la partita aveva un sapore particolare a livello politico, Berlusconi, che ha sdoganato i fascisti facendoli entrare per la prima volta nell’esecutivo, è il presidente del Milan: chi tifa contro il Milan tifa anche contro Forza Italia. Negli attimi in cui si gioca la partita Silvio riceve una non scontata fiducia anche dal Senato e si presenta al colle per formalizzare l’incarico, una giornata che entra nella storia politica e calcistica del paese: l’intreccio è evidente, il Milan di Capello ha partecipato già nel marzo alla campagna elettorale del padrone ed ora gli regala una ciliegina da mettere nella torta di un governo che nasce distruggendo e ferendo la storia partigiana. Ma il peggio deve ancora venire.

Recommended For You

About the Author: Luca Stellati