L’associazione Ortipisani annuncia l’apertura di 25 nuovi orti sociali a disposizione di soci e volontari. I nuovi orti si trovano in via di Parigi, nel quartiere delle Piagge Sono stati messi a disposizione sul terreno di proprietà di un privato, il sig. Cirano Testai
6maggio 2017 da Cinzia Colosimo, Associazione Ortipisani Onlus Pisa
Sono stati messi a disposizione sul terreno di proprietà di un privato, il sig. Cirano Testai, 81 anni compiuti da poco. Nato in campagna e ora è residente fuori Pisa. Si è rivolto all’associazione Ortipisani dopo aver visto i risultati ottenuti con gli orti sociali di San Giuliano (a Pappiana e Molina di Quosa) aperti lo scorso anno. Ha contattato Giuliano Meini, presidente di Ortipisani, per offrire il suo pezzo di terra (900 mq in tutto) alla collettività:
“Avevo questo terreno e ho pensato come utilizzarlo a fini sociali», racconta. Dopo una ricerca ho trovato Ortipisani e ho deciso di contattarli. Vedere la terra abbandonata mi dà una grande tristezza, per questo la cedo volentieri all’utilizzo di persone giovani e appassionate. Abito a Ghezzano, aggiunge, e ho già un piccolo orto, per cui ho pensato fosse giusto lasciare questo pezzo di terra a chi può occuparsene. Sono convinto che siano persone con forti principi sociali e che credono nel valore collettivo dell’agricoltura, un elemento che considero estremamente utile in questi tempi”.
Dopo qualche mese per la preparazione del terreno e la logistica per l’acqua, ora gli orti sono pronti per partire. Ogni lotto avrà a disposizione 200litri di acqua alla settimana; i lotti sono dai 30mq ai 50mq l’uno e sono stati assegnati a circa 20 ortisti titolari.
Alcuni appezzamenti vengono coltivati insieme ad amici e familiari, portando il numero delle persone coinvolte a circa 50.
“In pochi giorni ho avuto più di 50 richieste, spiega Meini, e non è stato quindi difficile assegnare i pezzi di terra disponibili. La domanda di Orti Sociali c’è ed è in crescita. A differenza di quanto comunemente si pensa, sono soprattutto i giovani dai 20 ai 40anni che hanno affollato la lista d’attesa”.
Le oltre 50 richieste in poco tempo significano due cose: in primo luogo che c’è una volontà sempre più diffusa da parte dei cittadini di coltivare un orto. Ma anche che la burocrazia o i canoni di affitto troppo onerosi spesso rappresentano un deterrente per i Nuovi Ortisti.
Coltivare dai semi conviene
L’aspetto economico è rilevante per tutto il ciclo di produzione. Per esempio, una piantina di pomodoro costa 80 centesimi: dopo tre mesi di crescita, concime e acqua si raccolgono dai 3 ai 5 kg di pomodori. L’associazione Ortipisani propone invece di partire dalla semina. Agli ortisti infatti propone molti corsi, al termine dei quali consegna un pezzetto di terra proprio come se fosse materiale didattico. I corsi sono dedicati al seme, alla sua germinazione e crescita, e poi sul farsi le piantine da sé ed infine su come coltivarle fino alla raccolta. In questo modo i corsi dell’associazione permettono di abbattere i costi, e di avere anche un ritorno economico sul tempo e il denaro speso: partendo da un seme, che costa meno di 1 centesimo, si raccolgono 5 kg (come da una singola piantina). In un paio di solchi da 7 metri, come quelli degli orti ora aperti, si posano fino a 50 piante, per una raccolta di circa 250 kg: se si parte dai semi, seguendo i corsi dell’associazione, si risparmiano anche i 40 euro del costo delle piante.
Quante cose posso produrre in 30mq?
Questi appezzamenti hanno, ognuno, circa 10 solchi lunghi 7 metri ciascuno. «Cosa ci metto? Come funziona il rapporto con la produzione? Quante volte dovrò annaffiarlo?» Sono le tante domande che ogni ortista alle prime armi si pone. Anche in questo caso, l’associazione mette a disposizione i propri esperti e una serie di corsi per l’autoproduzione: dai semi, alle piantine, alla crescita fino alla raccolta dei semi per le stagioni successive.
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Tutti i venerdì, dalle 15 alle 17, c’è il laboratorio dedicato ai semi, nella sede di Rigoli, seguito dalle 17 alle 19 dal corso sull’orto : si impara a selezionare i prodotti più adatti al proprio terreno, a scegliere le varietà e a fare anche gli ibridi. Le semine vengono poi collocate nella serra dell’associazione e quando le piantine sono pronte possono essere trasferite nei singoli orti. L’approccio, oltre che biologico, è rispettoso delle caratteristiche di ogni terra:
“Un tempo, spiega ancora Meini, si seminava solo in funzione delle scelte umane e si forzava magari il terreno a produrre ortaggi non sempre adatti, anche aggiungendo prodotti chimici”.
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Il nostro metodo è diverso: aiutiamo prima l’ortista a conoscere la sua terra, a valutare quale ecotipo funziona meglio e poi procedere con la coltivazione. È la pianta che, nella sua espressione varietale, trova il giusto adattamento col terreno. Si tratta dell’alfabeto del rapporto con il territorio, nel suo significato più autentico». Ogni ortista può gestire in piena autonomia (coerentemente con il regolamento) il proprio spazio, dando voce alla propria individualità, gusti e preferenze. Il fatto di avere più lotti contigui favorisce lo scambio di esperienze, di attrezzature, di consigli, di tempo, nonché la relazione fra gli appassionati, che si possono così aiutare a vicenda.
In occasione dell’inaugurazione degli orti di via di Parigi, si è tenuta una lezione di semina per i nuovi ortisti, tutte persone giovani e in alcuni casi alle prime esperienze agricole.
Nuovi orti cercasi
Per l’inaugurazione dei nuovi orti sociali di via di Parigi l’associazione lancia infine un appello ai proprietari di terreni abbandonati:
“Vorremmo che i casi come quello del sig. Testai si moltiplicassero», dice Meini, «le persone che vogliono fare un orto ci sono e aspettano solo la terra per farlo. Sono molte le aree incolte private che, per varie ragioni, sono lasciate a se stesse. Invitiamo quindi i proprietari a mettersi in contatto con noi e contribuire così alla nascita di nuovi orti sociali in città”.