Una giornata alla memoria dell’8 settembre del 1943. Video

09 settembre 2014 di Laura Bandini

foto 009 foto 0168 Settembre a Livorno: breve ma intenso il momento della commemorazione ufficiale in piazza Damiano  Chiesa, quando, davanti al monumento ai deportati, la tromba ha suonato il silenzio ed è stata  deposta la corona.Niente discorsi, niente retorica. Insieme nel ricordo.

Ma il pomeriggio,  alla Bottega del Caffè, un altro clima vivace e scanzonato, dove storia,  memoria e presente si sono intrecciati dinamicamente grazie all’apporto di un gruppo di giovani artisti nel reading coordinato da Sara Saccomani e di un pubblico prevalentemente giovane e partecipe.

foto 015foto 006In apertura, due momenti di struggente dolcezza: un canto partigiano intonato sottovoce dal coro adulti delle Scuole Borsi e poi la proiezione di un corto di Marco Bruciati dal titolo I giorni che mi crearono l’infanzia sono soltanto miei”, vincitore del festival nazionale di Bracciano “Il gusto della memoria”.

Nel ricostruire la memoria della propria infanzia attraverso la memoria degli altri, Marco ci ha raccontato l’importanza di ricordare e di trasmettere il ricordo, di sé, degli altri, della nostra storia che, insieme alle altre storie, diventa la storia di una comunità, di una nazione.

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Le musiche di Marco Luini ne hanno sottolineato con intensità i vari passaggi. Poi Lamberto Giannini, accompagnato da Claudia Mazzeranghi, con perfida ironia ha ripercorso la primavera e l’estate del ’43, i tentativi di Mussolini di recuperare consensi e popolarità, i malumori dei suoi collaboratori, la convocazione del Gran Consiglio, il colpo di stato del 25 luglio: impeccabile lezione di storia, ma grande lezione di vis teatrale che ha fatto venire in mente le letture di Dante fatte da Benigni. Il monologo di Michele Crestacci ha tracciato invece un quadro vivacissimo del mondo livornese di quegli anni, l’oppressione dei fascisti e poi dei nazisti, lo spirito ribelle e dissacrante di una città dove una battuta non si nega a nessuno e una risata rischiara anche i momenti più bui.

foto 035Credo che nessuno dimenticherà tanto presto il verduraio Nemo, costretto con la sorellina a mangiare una cassetta di pomodori marci sotto la minaccia di un soldato tedesco e dei suoi cani.

foto 040Tommy Eppesteingher non ha potuto essere presente, ma ha mandato una lettera e le sue vignette che dalla parete bianca sbeffeggiavano la corte in fuga e l’apparato militare che si autodistruggeva mentre arrivava la notizia dell’armistizio.

Anche il giovane pittore Moreno Vivaldi ha voluto portare il suo contributo con un quadro raffigurante un soldato, uno delle migliaia che quell’ 8 settembre del 1943, si ritrovò senza ordini e dovette scegliere la propria strada in solitudine, finendo spesso (furono ben 670.000) nei campi di concentramento tedeschi.

foto 050A chiusura, le parole di Garibaldo Benifei e di Gino Niccolai, i presidenti delle associazioni ANPPIA e ANPI che con l’ANED e il Comune di Livorno, hanno voluto questa serata, ci hanno richiamato al dovere di conoscere e tramandare, perché il passato non si ripeta. Presenti, con molta discrezione, il vicesindaco Stella Sorgente e l’assessore alla cultura Serafino Fasulo.

 

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