Unicobas, Gilda e Cobas scuola, la primavera sarà calda: Sciopero e referendum contro Legge 107

claudio galatolo UnicobasUnicobas, Gilda e Cobas scuola hanno indetto giornata di sciopero nella scuola per giovedì 12 maggio, con manifestazione nazionale a partire dalle ore 9:30, dal Ministero dell’Istruzione  v.le Trastevere, Roma

scuola termosifoniLivorno, 10 maggio 2016 da Claudio Galatolo Unicobas

Per la scuola si prospetta una primavera molto calda, maggio è il mese in cui tutti i nodi vengono al pettine nel senso che siamo giunti alla fase applicativa dei due punti più controversi della legge 107: la perdita del posto fisso (titolarità su scuola) sostituita dalla titolarità su ambito territoriale ed il bonus premiale ai “meritevoli” dato in appalto ai dirigenti scolatici.

L’ordinanza sulla mobilità e la relativa ordinanza creano disparità di trattamento tra i neoassunti. Maggio diventa quindi un mese decisivo per il futuro prossimo della scuola italiana e di coloro che vi lavorano e quindi bisogna in tutti i modi cercare di rendere inoffensiva questa legge 107 sia col referendum ( la raccolta delle firme è già partita) sia con la lotta e quindi  l’indizione di uno sciopero generale della scuola prima che gli eventi si concretizzino. Tra l’altro il contratto è fermo dal 2009 con un’enorme perdita del potere d’acquisto dei lavoratori pubblici.

scuola livorno studentiPer questa ragione Unicobas, Cobas e Gilda hanno indetto per giovedì 12 maggio (giorno di somministrazione dei test invalsi nelle scuole superiori) sciopero generale della scuola  con manifestazione nazionale: concentramento alle ore 9,30 davanti al MIUR in viale Trastevere. L’Unicobas poi  aderirà all’astensione anti-Invalsi proclamata dai Cobas e dall’SGB per la Scuola Primaria per i giorni 4 e 5 Maggio.

Per partecipare alla manifestazione da Livorno l’appuntamento è alle 5,45 alla stazione, l’ interregionale che parte alle ore 6 da Livorno arriva a trastevere alle 9,30. Munirsi prima di biglietto.

E’ iniziata la raccolta firme per il referendum  contro la Legge 107

E’ già in corso la raccolta delle firme per il referendum contro la “cattiva scuola” di Renzi: 4 quesiti definitivamente concordati e  depositati in Cassazione sottoscritti da una compagine composita ma coesa, costituita da Comitato nazionale di sostegno alla LIP per una buona scuola per la Repubblica, Flc-Cgil, Cobas, Gilda, Unicobas, UdS. Aderiscono al referendum  anche USB, SGB, CUB, Il sindacato è un’altra cosa (area congressuale Flc-CGIL),  Link, Coordinamento nazionale scuola della Costituzione, Associazione nazionale per la Scuola della Repubblica, Adam, Adida, AND, Mida, Retescuole, Cesp, Illumin’Italia.

Il comitato  referendario si propone di abolire alcune delle parti più pericolose della legge 107 e, al contempo, di concentrare nuovamente l’attenzione del Paese sulla cosiddetta Buona Scuola, che tanti problemi sta creando al sistema scolastico, ribadendo il proprio fiero contrasto alla visione aziendalista che la nuova legge accoglie. Questi in sintesi  i 4 quesiti su cui si andrà al referendum sulla scuola:

  1. Abrogazione di norme sul potere discrezionale del dirigente scolastico di scegliere e di confermare i docenti nella sede. Se il quesito verrà approvato, non ci sarà più il potere del preside di scegliere a sua discrezione i docenti della “sua” scuola che può poi mandare via dopo 3 anni MA  saranno i provveditorati agli studi  a conferire gli incarichi ai docenti, con criteri oggettivi (graduatorie) e trasparenti senza limiti di durata/scadenza. In questo modo, si eviterà il rischio, o meglio la certezza,  di una significativa limitazione della libertà di insegnamento e di una gestione clientelare della scuola.
  2. Abrogazione di norme sul potere del dirigente di scegliere i docenti da premiare economicamente e sul comitato di valutazione. Se il quesito verrà approvato, non ci sarà più il potere del preside di scegliere, a suo insindacabile giudizio, i docenti della scuola a cui dare un premio salariale per il presunto “merito”; In questo modo si eviterà che nelle scuole pubbliche imperversino   clientelismo e servilismo.
  3. Abrogazione di norme sull’obbligo di almeno 400-200 ore di alternanza scuola-lavoro. In caso di approvazione, verrà abolito non l’alternanza scuola-lavoro, bensì l’obbligo per le scuole, di fare almeno 400/200 ore di alternanza scuola-lavoro e ciascuna scuola deciderà il monte ore da dedicare ad essa, nel rispetto degli obiettivi didattici del proprio Piano dell’Offerta Formativa. Si eviterà cosi che alle scuole venga imposto dall’alto un monte orario così impegnativo che comporterebbe una significativa ed inaccettabile riduzione delle ore d’insegnamento e si eviterà di trasformare lo studente in un “apprendista” che non ha nessun corrispettivo per il lavoro svolto.
  4. Abrogazione di norme sui finanziamenti privati a singole scuole pubbliche o private. Se il quesito verrà approvato, ogni donazione andrebbe al sistema nazionale di istruzione, che poi la assegnerebbe alle scuole secondo criteri generali di ripartizione, evitando così la scelta della scuola a cui destinare i soldi da parte del donatore. In tal modo, non avremmo una modalità privatistica di finanziamento alle scuole pubbliche, scuole in competizione tra loro per accaparrarsi i soldi, con conseguenze didattiche immaginabili nella logica di mercato e con la creazione di scuole di serie A di serie B, in base alla provenienza socio-economica degli studenti.

Dove si può firmare, fino al 13 giugno:

Oltre che presso le sedi delle associazioni promotrici, l’Unicobas comunica alla cittadinanza che si può firmare all’anagrafe ( palazzo del Comune Nuovo) il lunedì ed il venerdì dalle 9 alle 13 ed il martedì ed il giovedì dalle 15,30 alle 17,30. Si può firmare anche presso  i Centri Servizi al Cittadino: Area Nord (ex circoscrizione 1, piazza Saragat 1 ) e Area Sud (ex circoscrizione 5, via Machiavelli 21). Inoltre verranno per la raccolta delle firme verranno effettuati anche  banchetti.

I referendum saranno sociali

referendum propositivoAffinché la parola ritorni ai cittadini, il referendum contro la 107 si collocherà in una campagna allargata e plurale, lanciata da un’assemblea nazionale il 13 marzo, a Roma: oltre ai 4 quesiti sulla scuola c”e ne sono altri due  per cambiare le politiche ambientali, a partire dallo stop definitivo alle concessioni per  trivellazioni petrolifere in terra e in mare ed alla costruzione di nuovi inceneritori. C’è anche una petizione per fermare gli incentivi alla privatizzazione dell’acqua.

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