24 osservazioni alle Regione Toscana per la VIA al progetto di Rimateria. Costruzione nuova discarica

Siamo un gruppo di cittadini che hanno presentato alla Regione Toscana 24 osservazioni al progetto di Rimateria che intende costruire una nuova discarica in zona Ischia di Crociano vicino al quartiere di Colmata e Fiorentina.

11agosto 2018 lettera firmata

Ci siamo incontrati tre anni fa quando fu fatta la proposta di non chiudere la discarica di Ischia di Crociano, di ampliarla ed accogliervi i rifiuti speciali tra cui anche l’amianto. La discarica ex-ASIU acquisiva così una funzione completamente diversa, non avrebbe più accolto i rifiuti urbani portati da SEI Toscana (il nuovo gestore), a Grosseto ma principalmente i rifiuti industriali, normalmente affidati al mercato ed ai privati e non ai Comuni che davano invece per questo origine alla SpA RiMateria. La discarica era a fine vita, la chiusura era già stata rimandata per ben tre volte sopraelevandola.

Contro tale piano nel 2016, la 4 variante alle opere di chiusura, facemmo anche allora molte osservazioni critiche che in particolare tendevano ad evidenziare il pericolo di accogliere nella ex-ASIU uno dei più dannosi materiali cancerogeni: l’amianto. L’amianto è considerato dall’Europa un rifiuto pericoloso e come tale deve andare solo in discariche per rifiuti pericolosi costruite secondo criteri del tutto diversi da quelli adottati ad Ischia di Crociano. L’Italia ha una deroga momentanea a tale indicazione Europea. Ci siamo accorti poi che i problemi della discarica erano molti. L’aumento di volumi veniva fatto innalzandola fino a 32 metri (contro i 9 del progetto iniziale) e riempiendo una piccola valle che separa la discarica ex-ASIU dalla ex-Lucchini.

RiMateria con la 4 variante si proponeva di fare una discarica al servizio della bonifica del SIN di Piombino, di riciclare i rifiuti siderurgici presenti in zona trasformandoli in nuovo materiale ed evitare così l’impiego del materiale delle cave di Campiglia Marittima e San Vincenzo nelle opere infrastrutturali e in edilizia. Ma prima di parlare del vecchio e del nuovo piano industriale vi è una realtà che non può essere trascurata: indipendentemente da qualsiasi valutazione l’area prescelta è inadatta ad ospitare una discarica! Questa realtà è incontrovertibile.

Fin dalla nascita della discarica (1997) questo fu evidenziato da tecnici e da cittadini che abitavano nella zona: era, allora, zona a pericolo idraulico elevato, un centro abitato si trovava a distanze di 150-200 metri, confinava con il fosso Cornia Vecchio, era in zona alluvionale del vicino fiume Cornia esondato nel 1951, nel 1966 e nel 1992, sorgeva dove prima vi era una palude, vicino al mare, ecc. Malgrado tutto questo la scelta fu mantenuta e da questo sbaglio hanno origine i contrasti con gli abitanti della zona. ASIU prometteva che avrebbe puntato al riciclo sia degli urbani che dei rifiuti speciali industriali, e la discarica doveva accogliere solo quel che non poteva essere riciclato. Per realizzare il progetto furono investiti decine di milioni di euro.

Purtroppo niente di quanto promesso si è avverato.

Nel 2015 ASIU aveva un debito milionario, gli impianti dedicati al trattamento dei rifiuti erano fuori uso, persino gli impianti della discarica erano in situazione disastrosa e fuori norma. Nel momento in cui SEI Toscana diveniva il nuovo gestore dei rifiuti urbani della Val di Cornia tutti i dipendenti ASIU potevano passare nella nuova ditta. Invece fu scelto di trattenere parte del personale per dare vita a Rimateria e realizzare il nuovo progetto con il quale ripianare il debito, mettere a norma gli impianti della discarica e riattivare gli impianti da dedicare al riciclo dei rifiuti siderurgici abbandonati nel territorio. Ma questa parte importantissima del piano industriale è disattesa i nuovi spazi di discarica si riempiono con materiale non proveniente dal Sin di Piombino, la discarica è condotta in maniera difforme alle normali prescrizioni, mancano pozzi di aspirazione del biogas, ecc. Si ripiana solo in parte il debito e la messa a norma subisce una accelerazione solo dopo il sequestro (per le gravi carenze impiantistiche e di conduzione) ed il dissequestro dato per consentire di eseguire i lavori sugli impianti che ogni discarica deve avere come normale corredo. La mancanza dei pozzi di aspirazione del biogas, le mancate coperture, ecc. rendono la vita degli abitanti della zona insopportabile per le maleodoranze che talvolta provocano veri malori. Ma non sono soltanto le carenze impiantistiche a determinare i fortissimi disagi alla popolazione sono anche i nuovi tipi di conferimenti che hanno odori e danno reazioni peggiori e diverse da quelli dei rifiuti urbani che prima venivano portati in discarica. Per l’ impatto che una discarica, se pur ben condotta ed attrezzata, provoca nelle sue vicinanze le norme prescrivono le distanze minime che devono esserci tra la discarica ed i centri abitati.

Nel 2018 RiMateria ha presentato in Regione un nuovo progetto di ampliamento degli spazi di discarica e la costruzione di una nuova enorme discarica, questo a soli due anni dalla precedente  richiesta di ampliamento che ancora non è del tutto attuata.

Di nuovo abbiamo presentato alla Regione Toscana le nostre osservazioni critiche a tale piano. Non possiamo accettare in questa zona la nuova enorme discarica di livello Nazionale non solo per gli insopportabili disagi e danni che il normale funzionamento provocherà a chi abita nelle vicinanze ma per le ripercussioni negative che avrà sull’economia e la salute dei cittadini della Val di Cornia. Le osservazioni richiamano tutte le criticità che da sempre sconsigliano in modo perentorio la costruzione di una discarica in tale zona, rilievi a cui si aggiungono le conseguenze del cambiamento climatico, del traffico, i punti da approfondire nella documentazione presentata, la mancata corrispondenza tra il volume prospettato (quasi 3 milioni di metri cubi) e le esigenze delle industrie della zona, delle bonifiche o della stessa Regione Toscana, ecc. La Val di Cornia può aspirare a ben altro che a trasformarsi in un centro di stoccaggio e trattamento rifiuti. Sono attività che danno forti profitti ma scarsissima occupazione mentre inquinano ulteriormente la zona e rendono impossibile uno sviluppo diversificato che porterebbe molta più occupazione.

Ci accusano di essere contro i lavoratori di Rimateria, non è così.

Certamente non vogliamo che RiMateria faccia qui una enorme discarica, se verrà fatto le generazioni future si troveranno ad affrontare dei problemi ambientali drammatici ed i cittadini delle zone limitrofe disagi insopportabili che si protrarranno per decenni. RiMateria può avere una funzione positiva e socialmente utile se invece di puntare al facile guadagno derivato dalla gestione di quella assurda ed enorme discarica del nuovo progetto punta a divenire il soggetto capace di portare avanti la bonifica del SIN di Piombino. Se riprende la parte più importante della 4 Variante alle Opere di chiusura della discarica di Ischia di Crociano: fare il riciclo dei rifiuti siderurgici abbandonati nel nostro territorio, partecipa alla bonifica delle aree, ecc. Gli spazi di discarica della 4 variante sono ancora sufficienti ad accogliere quanto dei rifiuti del Sin non è possibile riciclare ed a costituire un vantaggio competitivo rispetto ad altre ditte. Ma per procedere realmente lungo questa strada la via è una sola: rinunciare al nuovo mastodontico progetto presentato in Regione basato solo sui profitti che derivano dalla nuova discarica che per ampiezza si propone di intercettare il traffico nazionale dei rifiuti speciali per poi cederne il controllo ai privati.

Il nostro territorio non può sopportare un altro accumulo di rifiuti di quelle dimensioni senza gravissime conseguenze per la comunità. Contro questa nuova discarica il nostro è un no convinto.

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