Viviamo ormai un’insostenibile situazione d’irresponsabile disimpegno nei confronti di minori anziani e malati, da parte delle autorità locali
05 ottobre 2015 da Associazioni e Sindacati Inquilini
In occasione degli incontri con i responsabili degli uffici casa, in assenza purtroppo di Sindaco e assessore, pur sollecitati a essere presenti, abbiamo appreso che non ci sono più locali di soccorso a termine dei rinvii concessi per legge, tantomeno soluzioni abitative di alcun genere e tipo. Dopo che la Giunta per l’ennesima volta, nonostante promesse e impegni solenni, ha rinviato l’approvazione di una delibera, che consenta l’uso emergenziale e provvisorio dell’edificio “la Chiccaia”, che è in corso di parziale svuotamento, per il trasferimento degli assegnatari nei nuovi e assai più confortevoli alloggi di Corea.
Questo equivale a mettere a repentaglio l’incolumità fisica di bambini e persone con gravi problemi di salute, già segnalati dalla commissione ex legge 75, in ottemperanza a quanto prevede la normativa regionale del 2013, e la successiva normativa nazionale in materia di sfratti in forza pubblica.
Per questo motivo, nell’ultima riunione di Martedì 29 settembre, abbiamo fatto richiesta di un rinvio irrituale di quattro mesi (rispetto all’abituale proroga di due mesi) una volta accertata la copertura economica, per trovare il tempo di varare un nuovo programma di emergenza abitativa.
Visto che, in contrasto con gli impegni assunti nell’ambito delle prerogative e doveri amministrativi (appunto di predisporre piani di soccorso alloggiativo) si sono esaurite le risorse messe a disposizione, senza provvedere a reperire nuovi spazi per ricoverare gli sfollati.
Sappiamo che la richiesta dell’assessore di sistemare gli sfollati residenti, utilizzando le stesse strutture che vengono utilizzate per i rifugiati di oltremare, è stata irragionevolmente respinta dalla Regione Toscana, e che tutte le trattative con banche, grandi immobiliari e coop. sono andate a vuoto, così come la proposta alla Prefetta di istituire un tavolo istituzionale per trattare con la proprietà privata (modello Bologna). Il fallimento di ogni altro percorso, ci ha convinto della necessità di avere più tempo per predisporre un piano di salvataggio, e di insistere per un’assunzione di responsabilità politica che certo non si possono assumere i dirigenti del settore casa e sociale.