17 ottobre 2015 di S. L. foto/video G. B.
Il 13 ottobre è terminata la prima lettura sulla modifica che stravolgerà la nostra Costituzione. Probabilmente la maggioranza dei 2/3 (necessaria ad evitare il referendum popolare confermativo) non sarà ottenuta da Renzi (considerato che voterà solo il Pd con qualche campagna acquisti dei soliti nominati).
E, alla vigilia dei 3mesi che separano la seconda lettura con il probabile referendum che si svolgerà nel prossimo autunno, il Presidio davanti alla Prefettura, oltre a testimoniare la difesa dei valori costituzionali è l’avvio di un percorso di sensibilizzazione affinché, a quella data, la città di Livorno voti fermamente “No” a questa controriforma.
Così per come l’abbiamo conosciuta e studiata, si tratta di un vero assalto alla Costituzione Italiana. Il PD, di Renzi, mettendo mano alla Costituzione (Senato e TItolo V) cerca di spianare la strada ad espressioni di governo ancor più oligarchiche e a politiche sempre più eterodeterminate, subalterne agli interessi economici dei poteri forti. A spazi di democrazia e partecipazione su diritti sociali/politici/civili dei cittadini che contrariamente dovrebbero essere ampliati e che, proprio alla luce dei principi e dei valori Costituzionali, andrebbero tradotti in leggi e non manomessi.
Il consolidamento delle istituzioni democratiche, può concretizzarsi solo aumentando partecipazione e controllo popolare, a partire da politiche orientate a ridurre la forbice tra le grandi ricchezze e le povertà crescenti.
Politiche che restituiscano certezze e dignità, reddito minimo garantito, diritti fondamentali alla persona (salute, istruzione, casa), che tuteli e rispetti i territori in una visione di riconversione sostenibile dell’economia.
Contrariamente, a fronte di una crisi in cui aumentano disoccupazione e povertà, dove vengono ridotti investimenti produttivi e servizi, il Governo Renzi, individua come priorità controriforme che: riducono spazi di democrazia nella società come pure sui luoghi di lavoro e, stravolgono il nostro sistema costituzionale.
Il punto è che, stravolgere gli equilibrio dei poteri senza contrappesi, ridurre il diritto di voto (pertanto di rappresentanza sociale) come deciso per Senato, Province e Città Metropolitane, introdurre un sistema elettorale che consegna la maggioranza assoluta ad una minoranza del Paese, avrà come effetto quello di far prevalere, in modo insindacabile, il potere dell’Esecutivo Centrale su tutta la società.