Accorpamento Camera di Commercio di Livorno con quella di Grosseto: “nessun atto unilaterale, si apra subito il confronto con i Sindacati ed il territorio”

camera di commercioLa decisione della Giunta camerale di dare mandato al Presidente per l’accorpamento della Camera di Commercio di Livorno con quella di Grosseto, ci dà l’occasione per fare chiarezza su alcune questioni per noi estremamente importanti.

23gennaio 2015 da FP CGIL Livorno – FP CGIL Camera di Commercio di Livorno

camera protestaIntanto, sulla necessità di esprimere un giudizio severo sul sedicente progetto di riforma avanzato dal Governo che intende sferrare, dietro all’obiettivo apparente di riduzione dei costi per le imprese, un attacco del tutto ingiustificato alle Camere di Commercio.

Obiettivo apparente perché abbattendo l’importo del diritto annuale, (un risparmio medio di circa 30 euro annui per le imprese) ma, senza una proposta seria di riordino dei servizi offerti al sistema economico e alle imprese stesse, sarà inevitabile un successivo aumento dei costi per l’utenza, che dovrà acquistare domani da privati quei servizi oggi pubblici e indispensabili all’esercizio dell’attività d’impresa, spesso gratuitamente offerti in modo efficiente e con alta professionalità dalle Camere.

L’obiettivo reale dovrebbe essere proprio quello di migliorare e valorizzare l’efficienza e la pervasività dei servizi camerali, garantire la loro prossimità ed accessibilità, abbattendo quelle barriere tecnologiche, che con la telematizzazione, già oggi costringono molte piccolissime imprese a rivolgersi necessariamente a strutture professionali.

Camere di CommercioUna riforma seria dovrebbe puntare quindi ad un assetto dinamico dei servizi orientato sul medio-lungo termine che precisi funzioni, valutando seriamente i dimensionamenti necessari dei nuovi enti camerali, utili a garantire una rete la più radicata possibile sui territori. Tutto questo sino ad oggi non è stato fatto, pertanto diventa difficile valutare con serietà “quale accorpamento” e “con chi”. Perché, senza precise coordinate di prospettiva, qualsiasi scelta rischia di rappresentare un mero salto nel buio ed una semplice redistribuzione di poltrone ai vertici.

La posta in gioco è ben altra, in ballo ci sono i servizi per l’utenza e i posti di lavoro di oltre 60 persone, purtroppo la chiusura della sede distaccata di Cecina e il mancato rinnovo del contratto per due dipendenti, che fornivano servizi di accoglienza all’utenza, sono un primo brutto campanello di allarme. Le nostre perplessità in merito poi all’orientamento espresso dalla Giunta camerale di scegliere la Camera di Commercio di Grosseto, piuttosto – ad esempio – che quella di Pisa si riassumono in una serie di valutazioni oggettive.

Innanzitutto, la base imprenditoriale e l’economia territoriale su cui si regge l’ente livornese è rivolta più verso Pisa. E’ con quell’area che prioritariamente s’intrecciano le prospettive di sviluppo, sia come piattaforma logistica che come area di rilancio industriale. E’ in quell’area che riteniamo si possa sviluppare il futuro del nuovo ente camerale, trovando i riferimenti istituzionali naturali per far avanzare le proprie politiche di sostegno all’economia e di intervento per le infrastrutture del territorio. E’ verso quell’area che hanno guardato e continuano a guardare importanti ipotesi di riassetto dei servizi pubblici, parapubblici e privati. E’ con Pisa che si può raggiungere la soglia minima di 80.000 imprese richieste dall’emendamento 8 bis al Disegno di Legge sul Riordino della Pubblica Amministrazione. Riteniamo inoltre, che possa essere la soluzione più congeniale, per gestire nel modo meno doloroso i riflessi che l’accorpamento avrà sui dipendenti e sulla qualità delle loro vite. Non possiamo far altro che osservare preoccupati quello che sta accadendo ai nostri colleghi della Provincia, a cui rinnoviamo la nostra piena solidarietà.

camera di commercio delegazione-a-romaMotivazioni altrettanto forti non sembrano venire dall’ipotesi Grosseto, che vive proprie specifiche problematiche, oltre a quelle determinate dalla riduzione del diritto annuale. Consideriamo essenziale e ci facciamo promotori dell’apertura di un franco dibattito pubblico, che investa sia le rappresentanze delle varie categorie economiche e sociali, che quelle degli altri enti territoriali: dalla Regione fino ai Comuni interessati e alla Provincia.

Da questo punto di vista chiediamo, con la massima urgenza, un incontro con la Camera di Commercio di Livorno per verificare e ponderare insieme tutti gli elementi che ci permettano di individuare la soluzione ottimale.
Optando per quella che tenga insieme la tenuta occupazionale in primis, un maggior radicamento dei servizi sui territori della Provincia, un legame vivo tra l’assetto dei servizi camerali da un lato e i processi di complessiva riorganizzazione della pubblica amministrazione dall’altro ed infine le preminenti vocazioni dei vari sistemi economici locali esistenti nella nostra Provincia, a partire dai dati quantitativi e qualitativi delle imprese iscritte al Registro.

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