- “Scambi di lettere all’ultimo minuto;
- vagheggiamenti su nuovi partner che non promettono nulla; nessuna garanzia finanziaria;
- solo un pezzo di carta, quanto basta per giustificare la necessità di “esaminare e quindi rimandare”.
3novembre 2017 da Coordinamento art.1-C.CIG Piombino
Di ‘penultimatum in penultimatum, la città muore ma c’è chi raggiunge i propri obiettivi: Rebrab quello di alzare il prezzo del riscatto per andarsene; Calenda, il Governo e i partiti al potere quello di arrivare alle prossime elezioni politiche pagando il minimo prezzo elettorale. Pertanto l’imperativo del potere è: rassicurare, rassicurare sugli ammortizzatori sociali; glissare, rinviare, mentire se occorre, sugli assetti produttivi e del territorio della Val di Cornia.
Tardare per altri due mesi vuol dire essere certi che per almeno un anno non ci saranno azioni concrete per il rilancio della occupazione. Tra campagna elettorale, governo da rifare, il “generale Agosto”, e infine il riavvio dei “tavoli” in settembre-ottobre 2018: lo stabilimento sarà di fatto chiuso definitivamente. Noi non ci rassegniamo a questi crimini sociali, alla distruzione delle capacità produttive, al degrado sociale, alla emigrazione forzata in nome del primato del libero mercato e delle multinazionali. Noi ribadiamo la nostra linea: il Governo ha il pallino in mano; intervenga con forza (anche finanziariamente) per il riavvio dello stabilimento su basi nuove, moderne ed ecocompatibili; metta mano finalmente alle bonifiche, al potenziamento delle infrastrutture, alla diversificazione economica; assicuri, in tutte le forme possibili, la protezione del reddito per lavoratori e cittadini in difficoltà. Faccia il Governo!
Noi, con le nostre piccole ma tenaci forze, ci rivolgeremo a tutte quelle realtà associative, sindacali e politiche che vogliono lottare concretamente contro la devastazione delle collettività di Piombino e della Val di Cornia; saremo con chiunque condivida la necessità urgente di mobilitazioni dure e ampie per riprenderci il futuro.