“Akuarius”: segnali allarmanti della presenza delle mafie in Toscana. Azioni giudiziarie a Livorno e provincia

Serve una reazione pubblica di cittadini e istituzioni per togliere il terreno da sotto i piedi delle organizzazioni criminali. Ne discutano anche i Consigli Comunali

Image and video hosting by TinyPic9giugno 2016 da Presidio LIBERA “Rossella Casini”, Castagneto Carducci-San Vincenzo

E’ molto preoccupante ciò che rivela l’operazione “Akuarius”, come altrettanto significativo è il risultato con essa ottenuto. Forze dell’Ordine e Magistratura fiorentina hanno sgominato una banda di trafficanti di droga calabro-labronici, autori anche del feroce “segnale” lanciato con l’assassinio di un loro “broker” in quel di Tirrenia. Una banda collegata alla ‘ndrina reggina dei Mazzaferro e operante in tutta la Regione, che usava il porto di Livorno come base di approvvigionamento della cocaina.

Camorra: operazione Cc contro clan Lorusso, arrestiLa Toscana non è più, da tempo, terra ai margini delle dinamiche mafiose, l’operazione di ieri ci rivela la presenza ‘ndranghetista operativa con soggetti locali, alcuni dei quali già noti alle cronache. Sono recenti le operazioni giudiziarie che hanno interessato la zona sud della provincia di Livorno, che, con l’applicazione della normativa antimafia, hanno portato alla confisca di immobili e conti correnti per svariati milioni di euro.

Dei soggetti colpiti da questi provvedimenti, a Donoratico (con diramazioni su San Vincenzo, Venturina, Campiglia e Cecina) come a Piombino, se ne occuperanno i Tribunali; sono noti da tempo alle cronache giudiziarie, anche per la loro “storia criminale” che li ha visti coinvolti in vicende di tipo mafioso, con arresti e condanne.

Dobbiamo però preoccuparci della “debolezza” di questi territori davanti ad infiltrazioni criminose, più o meno mascherate (pecunia non olet), con tutte le caratteristiche della mafiosità.

L’usura, favorita dalla crisi economica, dalle dipendenze da sostanze, alcool, gioco d’azzardo (legale e non), la difficoltà nel denunciarla, sintomo di crisi sociale, paura, isolamento. Usura che sfocia in fallimenti e operazioni immobiliari (residenziali e d’impresa), con le quali arricchirsi e gestire un mercato, verso extracomunitari in particolare, con molte ombre sulla regolarità degli affitti. Fino ad arrivare a “pressioni” verso gli stessi immigrati che, in debito (di affitti o altro), vengono costretti a trasformarsi in manovalanza per lo spaccio, ecc… Va detto che, troppo spesso, ciò avviene con una sorta di comprensione sociale, perché “almeno a quelli qualcuno gli affitta le case”…altrimenti, aggiungiamo noi, crescerebbe l’emergenza abitativa e la pressione sui Comuni.

Anche nella Toscana della qualità sono sempre più le indagini e le denunce che rivelano il super sfruttamento in agricoltura di immigrati e profughi (in Val di Cornia e Maremma), fino a fenomeni di vero e proprio caporalato (nel Chianti e in Maremma).

  • Il drammatico fenomeno dei profughi vede spuntare, nell’organizzazione dell’accoglienza, pseudo associazioni che sembrano create ad hoc per lucrare sui fondi pubblici destinati alla loro accoglienza, lasciandoli, in alcuni casi, in balia di caporali e sfruttatori.
  • In evidente espansione il narcotraffico, con collegamenti extraregionali (dalla cosca calabro-labronica ai rapporti Napoli-Piombino), come fonte di grossi guadagni illeciti da riciclare in operazioni economiche “legali” e come occasione per crearsi un piccolo “esercito” di manovalanza per lo spaccio il controllo del territorio.
  • Come non ricordare infine il coinvolgimento in alcune indagini di professionisti (direttori di sportelli bancari/postali e un notaio, imprenditori), la cosiddetta “zona grigia” che conosce e agevola, ma non contrasta?

leggeAlla Giustizia chiediamo di operare con chiarezza e velocità. Le iniziative del Procuratore Capo di Firenze e del nuovo Procuratore della Repubblica di Livorno hanno lanciato un segnale deciso e positivo di strategie e impegno adeguati contro la criminalità organizzata. Ma sia chiaro, la storia ci insegna che contro le mafie non basta la repressione, occorre che il tessuto sociale, politico ed economico espellano questi fenomeni con reazioni, comportamenti e scelte di campo pubbliche nette e precise. Questo si aspettano i tantissimi cittadini onesti, questo chiede Libera.

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