23dicembre 2015 da Filcams Cgil, Livorno
Rotto il tavolo di trattativa ex Serlog, nonostante i ripetuti tentativi delle organizzazioni sindacali di trovare una mediazione con l’azienda subentrata nell’appalto Eni, di proprietà del gruppo Palumbo
Dopo il primo tentativo di accordo, decaduto in seguito alla nuova applicazione contrattuale che prevede l’utilizzo del multi servizi, la trattativa è passata di mano alla Filcams CGIL provincia di Livorno, che sta cercando di far valere la clausola di salvaguardi prevista dal contratto stesso:
“Abbiamo cercato di togliere dal tavolo i tempi determinati e il periodo di prova, che non ha alcun senso in quanto i lavoratori che sono stati riassorbiti operano da anni in raffineria – illustra Monica Cavallini, della segreteria Filcams CGIL della provincia di Livorno – e su questo punto l’azienda si è dichiarata pubblicamente disponibile, il problema nasce in merito ai lavoratori che sono rimasti fuori”.
Già la Serlog operava in solidarietà a causa della diminuzione del lavoro, ma i sindacati oggi chiedono alla nuova azienda l’impegno di riassumere prioritariamente i lavoratori e le lavoratrici che sono rimasti senza lavoro, qualora i volumi di lavoro dovessero aumentare.
“L’atteggiamento dell’azienda – chiarisce Cavallini – lascia trasparire la volontà di non riassumere quegli specifici lavoratori, l’ultima proposta ci chiedeva di avallare l’inserimento nel bacino prioritariamente dei dipendenti del gruppo Palumbo e in subordine gli ex Serlog e a tempo determinato. La categoria, in caso di eventuali situazioni di difficoltà dell’intero gruppo aveva manifestato la propria disponibilità a cercare soluzioni condivise, purtroppo inutilmente”.
Nonostante i tentativi di mediazione, l’Azienda ha assunto un atteggiamento intransigente di chiusura, inserendo nell’appalto 4 dipendenti provenienti da altri cantieri, a cui la categoria del commercio rispondono con lo stato di agitazione e blocco degli straordinari.
“Rispetto all’irrigidimento della proprietà che ci ha informati di non essere disposta a lasciarsi dettare condizioni – conclude Cavallini –abbiamo indetto lo stato d’agitazione di tutte le aziende che nella Raffineria applicano i nostri contratti di riferimento con relativo blocco degli straordinari. Se l’azienda non dovesse retrocedere, siamo pronti anche allo sciopero”.