Basta con l’Urbanistica contrattata.

25agosto 2014 da daria Faggi dell’ Osservatorio Trasformazioni Urbane http://urbanisticapartecipata

 suolo consumoIn un paese di palazzinari, un paese con un’economia fondata sulla rendita  parassitaria più che  sull’impresa, tanto che l’unico tentativo di dotarsi di una legislazione modernamente europea sul  regime dei suoli, per sottrarre la rendita prodotta dalla collettività ai proprietari di terreni, (la  legge Bucalossi) dopo un faticoso parto è durata pochi mesi, è stato facile fare strame  dell’urbanistica, con normative regionali, che hanno reso legittima la contrattazione tra comune e privati.

La questione è delicata, e pericolosa, dal momento che i PRG sono piani di pubblico interesse e non certo interesse di qualcuno. Oggi sono evidenti i danni prodotti sul territorio dalla cosiddetta URBANISTICA CONTRATTATA, motivo principale della nascita dell’osservatorio trasformazione urbane, (che ha fatto seguito all’osservatorio sulla Porta a Mare, esempio deplorevole di uso privato del territorio, ma non certo l’unico). Per più di un decennio il settore dell’urbanistica, unico vero strumento decisionale in mano ai comuni, è stato smembrato e depotenziato, le decisioni sono diventate sempre meno trasparenti, spesso apprese dai giornali, com’è successo per la “Variante Ospedale”.

Mentre si riducevano tecnici e architetti addetti ai lavori, si moltiplicavano le STU (Società di Trasformazione Urbana) in un intreccio di pubblico privato, dove i vantaggi dei privati erano del tutto evidenti, mentre non sempre molto chiari erano gli interessi della comunità. Un numero imprecisato di convenzioni, ha sorretto operazioni di cementificazione, quasi sempre con scorpori di oneri di urbanizzazione per milioni di euro, e prima di aprire lo studio di un nuovo PIANO STRUTTURALE, ci piacerebbe fare il punto sullo stato delle cose presenti, sulle operazioni in corso e su quelle concluse.

VeneziaCi aspettiamo un cambiamento di rotta dal nuovo sindaco, per ripristinare la priorità dell’interesse pubblico nella pianificazione, essendo il territorio il principale bene comune affidato al governo locale. Negli anni 80 gli uffici di urbanistica erano concentrati, con la torretta che ospitava studi e progetti sul territorio, e il piano quarto che ospitava tutto il settore, dagli uffici del PRG alla programmazione, un settore operativo ampio, fatto da dirigenti, professionisti e tecnici abilitati con un dirigente responsabile, architetto Fulvi, e con un indirizzo politico unitario dell’assessore all’urbanistica. Con la Leccia, e la rottura del rapporto di fiducia tra il sindaco e l’urbanista incaricato del progetto di nuovo PRG di Livorno, si apre la fase di collisione tra le scelte politiche e le politiche di piano. Piani sempre più stravolti, appena approvati, da continue varianti, ironicamente definite anticipatrici. Non meraviglia dunque la demolizione, anche fisica del settore urbanistico dell’amministrazione comunale, pochi gli uffici rimasti all’ultimo piano, e alcuni uffici decentrati al terzo piano con l’edilizia privata, scelta che ci sembra un sintomo inquietante di una contiguità che assomiglia a una pericolosa ipoteca.

case 1Pertanto ci pare obiettivo CENTRALE il potenziamento degli uffici di settore e la netta separazione dall’edilizia privata dove legittimamente si attua l’esercizio di interessi privati, in osservanza delle normative urbanistiche vigenti. Come ben si sa grandi sono le pressioni, in assenza di una legge di regime dei suoli che azzeri la rendita parassitaria, di piegare la pianificazione agli interessi privati, al di fuori dell’interesse della comunità dei livornesi.

Le trasformazioni urbane e la pianificazione devono essere partecipate attraverso l’apertura di un URBAN CENTER luogo fisico di informazione e discussione con i cittadini, non solo in occasione dell’approvazione dei PRG ma permanente, per consentite una verifica puntuale e precisa sulla gestione degli strumenti urbanistici adottati contro ogni scelta di stravolgimento speculativo. Perché l’urbanistica è certamente governo del territorio ma innanzitutto costruzione di un progetto di futuro, complesso e unitario, né parcellabile, né divisibile.

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